ABITARE IL PAESE - LA CULTURA DELLA DOMANDA

I bambini ed i ragazzi per un progetto di prossimo futuro

Il progetto ABITARE IL PAESE- la cultura della domanda, è stato promosso a livello nazionale dal Consiglio Nazionale degli Architetti in collaborazione Fondazione Reggio Children coinvolgendo 1600 bambini e ragazzi tra i 3 e i 18 anni, 90 scuole, 90 architetti tutor e 50 Ordini degli Architetti.

L'Ordine degli Architetti di Como con il contributo di Rotary Distretto e Rotary club

Baradello di Como ha coinvolto nel progetto tre scuole del territorio comasco:

• Scuola primaria “Giovanni Paolo II” dell'Istituto Comprensivo Como Rebbio (tutor Arch. Antonella Pinto)

• Scuola secondaria di primo grado “Aldo Moro” dell'Istituto Comprensivo Como Prestino Breccia (tutor Arch. Stefania Cacia)
• Liceo Scientifico “Paolo Giovio” (tutor Arch. Silvana Verga)

Il progetto si è proposto di sviluppare nelle giovani generazioni una maggiore consapevolezza del valore dello spazio condiviso e quindi una cultura della domanda di architettura di qualità.

Obiettivo principale è stato quello di fornire più strumenti di lettura possibili al fine di promuovere quella coscienza di luogo indispensabile per ricostruire il tessuto delle relazioni sociali e fisiche degli spazi urbani e per attivare nei bambini e ragazzi il rispetto dei luoghi stessi rimettendo al centro della riflessione urbanistica il “valore” dell’abitare, dove le parole: ascolto, rispetto, cura, conoscenza, relazioni, partecipazione sono tutti mattoni fondamentali per la costruzione di una città bella e di qualità.

Il progetto è stato declinato in maniera differente a seconda delle età di bambini e ragazzi, ha avuto inizio a novembre 2019 e si è concluso a maggio 2020 ed ha coinvolto ben 73 tra bambini e ragazzi in circa 8-10 incontri per scuola

Sul sito dell'Ordine degli Architetti di Como trovate la descrizione completa del progetto, immagini e lavori delle scuole:

http://www.ordinearchitetticomo.it/aip_2020

Scuola primaria Giovanni Paolo Secondo – classi quarte

La riflessione sul valore dell’abitare si è avviata con il porre ai bambini delle semplici domande quali: Cosa significa abitare? Cos'è il mestiere dell’architetto e per quale motivo è stato scelto come “regista” di questo progetto? Sono utili le regole? Perché sì? Perché no?Quali regole devono rispettare gli abitanti di una città? Cosa significa ascoltare? Si può ascoltare una città? Le città hanno un colore, un odore, un sapore? Preferite la lentezza o la velocità in una città?

Gli strumenti di ricerca utilizzati sono stati: l'ascolto attivo, l'osservazione, la scomposizione degli elementi fondanti la città, la percezione dei materiali e la percezione della città attraverso i sensi e i sentimenti. Dopo tale esperienza, che è il fulcro del progetto, si è passati alla fase progettuale, legata alla loro visione di "città del futuro". Gli ambiti progettuali sono stati lasciati liberi, ispirati esclusivamente dalla mappa sensoriale elaborata in classe. Si è chiesto loro di individuare un luogo del quartiere del quale sentissero particolarmente la mancanza in questo periodo di chiusura o che stimolasse particolarmente la loro fantasia e di descriverlo e immaginare come renderlo migliore. Dal punto di vista della rappresentazione grafica e/o materica si è dato loro qualche suggerimento lasciando comunque la massima libertà di elaborazione.

Scuola secondaria di primo grado Aldo Moro

Per i ragazzi di seconda media la conoscenza dei luoghi è avvenuta partendo dall'osservazione del reale e dal dialogo con gli anziani del quartiere. Da un primo semplice racconto del loro vissuto si è passati alla lettura delle "Città invisibili" di Calvino. Cinque città in particolare (Armilla, Tamara, Zaira, Ersilia, Isaura) sono state selezionate appositamente per indurre nei ragazzi un diverso modo di guardare lo spazio intorno a sè, attraverso la lettura attenta degli spazi di relazione, dei luoghi dei ricordi, degli elementi costituenti la città, dei suoi segni e dei desideri. In questa seconda fase, i ragazzi hanno raccontato il quartiere rielaborando le immagini raccolte ed i testi del loro taccuino e producendo caviardage in cui estraggono dalle parole di Calvino significati diversi, wordart in cui le parole diventano elemento costruttivo di una immagine, photocollage delle foto del quartiere e piccoli video-presentazioni.

Durante gli incontri ed il dialogo sono nati pian piano le idee per migliorare i luoghi a loro cari, spunti che diverranno "idee di riqualificazione architettonica e sociale insieme".

Liceo Scientifico Paolo Giovio

Il progetto mirava a realizzare una Mappa di Comunità di Camerlata, strumento preliminare di un più ambizioso Museo di quartiere che sarà ospitato presso l’Associazione Asylum, resasi disponibile a collaborare al progetto medesimo.

Gli studenti hanno dapprima lavorato sulla realizzazione di una mappa emotiva della propria scuola, e, dopo l’incontro con l’arch. Roberta Peverelli, hanno potuto ripensare al quartiere in un’ottica di riqualificazione possibile grazie a dei micro- interventi di arredo urbano e di verde.

L’incontro con gli operatori di Asylum ha individuato poi una serie di azioni possibili che gli studenti avrebbero dovuto compiere. Sono stati prodotti dei volantini comunicativi che avrebbero dovuto essere divulgati nel quartiere ma le attività si sono interrotte per l’emergenza sanitaria. Abbiamo comunque deciso di continuare il nostro lavoro di indagine sulla città, declinandolo nella Didattica a Distanza con una serie di riflessioni sugli spazi dei propri quartieri trasformati dalla situazione particolare; questa attività ha prodotto dei contributi così interessanti, che abbiamo deciso di inserirli all’interno della mostra virtuale conclusiva del progetto.