Telelavoro: un cambiamento di stile e sostanza
29 Apr 2020

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RIUNIONE DEL 29 APRILE 2020

 

Nuove modalità di lavoro nella relazione di Enrio Mascheroni

 


Eccoci al secondo incontro in videoconferenza, con ospiti Emma, Luca e Roy del Rotaract ma soprattutto l’amico Enrico Mascheroni in qualità di relatore.

Ci parla di telelavoro: un argomento che introduce come non nuovo (se ne sente parlare da tempo) ma che ora siamo costretti ad utilizzare per l’ufficio, per conferenze e didattica. Sempre più diventerà strutturale, si affinerà con l’accesso a server aziendali e dovremo fare i conti con problematiche non nuove (la privacy per esempio) ma da declinare responsabilmente su queste diverse modalità di attività.

Lavorare da casa non sempre consente di attrezzare un proprio ufficio (gli spazi sono condivisi con la famiglia, soprattutto in questo periodo) e spesso non si dispone di un pc fornito dal datore di lavoro. Ci sono aspetti, anche psicologici e comportamentali, che vanno considerati: bisogna imporsi ritmi, cercare di essere comunque sempre presentabili, ovviare alle pause che si possono avere in ufficio (macchinetta del caffè con i colleghi) con altre forme per alleggerire l’impegno costante. Si va nella direzione di sostituire gli “orari” con gli “obiettivi”, affinando le interazioni con gruppi di lavoro e la condivisione di documenti; cambiano le modalità del dialogo, non più con la presenza fisica ma attraverso immagini.

L’ideale è poter lavorare in uffici realizzati ad hoc per il co-working, in zone vicine a dove si risiede (per ridurre al massimo gli spostamenti), con bassi costi di gestione anche per effetto della condivisione degli spazi comuni e delle connessioni, con possibilità di avere armadi in sicurezza dove poter lasciare documenti.

Utilizzi del telelavoro sono garantire da remoto i controlli su macchinari operatori, anche per riparazioni o manutenzioni (internet per “le cose”) e ancora più avvincente servirsi della realtà virtuale aumentata (che richiede tuttavia 5G) per effettuare sopralluoghi - anche in altre parti del mondo, attraverso un caschetto con telecamera in testa a un soggetto che si muove in loco secondo le direttive.

Interessante la relazione di Enrico, cui replica Pierpaoli che si chiede se ci siano davvero già le condizioni, che potrebbero essere agevolate da questa situazione di necessità (cita Colao: “Mai lasciarsi sfuggire una crisi”)

Enrico condivide: certo oggi si è avuto un grosso impulso che ci consente di analizzare tutti gli aspetti – pro e contro – per innescare un cambiamento importante, con eventuale adeguamento delle infrastrutture. Ancora tuttavia dobbiamo fare i conti con le mentalità di alcuni datori di lavoro o dirigenti che esigono la presenza fisica, o dei sindacati che temono sfugga il controllo sugli orari, o le resistenze per la tutela della privacy. Per gestire un team da remoto ci vuole flessibilità mentale che non sempre è scontata.

Ferrini ha dato impulso all’utilizzo del telelavoro, che prima era limitato a qualche giorno settimanale: è un’esperienza positiva, se pur l’età media dei collaboratori sia elevata e all’inizio ha presentato qualche problema. Ogni giorno si apre con un incontro preliminare che tiene unita la squadra e nel complesso i risultati sono più che soddisfacenti.

Mascheroni riconosce la validità degli incontri virtuali di team, anche se la presenza fisica è ancora importante per affinare sensibilità. Non deve essere una regola quella dei giorni alterni o fissi, ma gli incontri vanno modulati secondo necessità.

Anche Peverelli giudica positivamente la possibilità di lavorare a casa collegata con il server dell’azienda: il valore aggiunto è il tempo risparmiato sugli spostamenti. Il problema che ha dovuto affrontare è il rischio di hackeraggi, ma Enrico ritiene che oggi i software riescano a garantire al riguardo una buona sicurezza (si pensi a tutto l’home banking).

Corengia rileva estrema difficoltà nell’adozione del sistema nella pubblica amministrazione, dove la consultazione dei documenti diventa spesso essenziale soprattutto per chi ha contatti con il pubblico (siamo ancora lontani dalla digitalizzazione del cartaceo); inoltre ci sono resistenze – come anche Enrico ha evidenziato - dei dirigenti che lamentano inefficienze. Secondo Enrico il costo della tecnologia è quello minore (digitalizzare non è un problema, anche se poi va organizzato l’archivio), mentre rilevante è la formazione del personale: condivide che cambiare mentalità sia l’ostacolo maggiore.

Pomentale solleva un problema di natura giuridica: il lavoro a distanza non è contemplato dalle norme. Si devono recepire per esempio criteri diversi (lavoro a cottimo e non a tempo), indennizzi per l’utilizzo di beni personali, definire gli infortuni con la conseguente responsabilità del datore di lavoro: prevede tempi molto lunghi. Ne conviene Mascheroni, bisogna studiare una nuova legislazione del lavoro, partendo magari dal co-working che presenta meno criticità, potendo forse essere oggetto di negoziato tra azienda e lavoratore.

Anche Roy Mazzuchelli si avvale del lavoro agile: ha un pc aziendale ed è sempre in contatto con il suo ufficio. Teme però il furto di informazioni dall’esterno ed essere “spiato” dall’azienda. Secondo Enrico è un problema che emerge anche con altri dispositivi (Alexa o anche i cellulari) e per i furti i sistemi in genere sono ben collaudati.

Longatti sottolinea quanto sia buffo preoccuparsi della privacy: i segreti sono violabili da sempre, semai ora sono un po’ più protetti. Per contro sui social, che ritiene un mezzo per “scaricare l’immondizia”, arrivano notizie anche molto riservate che si vogliono condividere, a meno che non siano appunto “rubate”.

Conclude Mascheroni: tutti i sistemi hanno pro e contro, dipende da come si utilizzano. I social possono essere utili anche per le aziende e va sicuramente affinato il discorso etico.

Con il ringraziamento finale a Enrico, Pierpaoli condivide con lui la possibilità di confermare anche in futuro questa nuova modalità di riunione, magari alternando conviviali al ristorante cui però i soci assenti possano collegarsi per la relazione.

Siamo agli inizi di un cammino stimolante, uno dei pochi aspetti positivi di questa dannata emergenza.

Angela Corengia

 

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