“Milano-Shanghai: identità e trasformazioni”
29 Gen 2020

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RIUNIONE DEL 29 GENNAIO 2020


Due Città a confronto nella relazione dell'architetto Matteo Moscatelli


Nell'immagine: Michele Pierpaoli e Matteo Moscatelli


Ospitiamo uno dei più assidui partecipanti al torneo Luraschi di calcetto, giocatore della squadra “Vecchie glorie” Rotaract: Matteo Moscatelli è oggi in veste di docente del Politecnico di Milano - anche al Polo di Mantova - e ci porta un interessante confronto tra due città molto lontane tra loro. Riportiamo integralmente il suo contributo e lo ringraziamo.

“L’invito del Rotary Como Baradello è stato l’occasione per un esperimento di confronto tra due città molto distanti (non solo dal punto di vista geografico), e per raccontare gli esiti di due recenti lavori editoriali: una guida sull’architettura di Milano, da poco rieditata, e il volume Architecture in Shanghai. History, Culture and Identity, esito di una ricerca svolta presso il Polo di Mantova del Politecnico di Milano.

I caratteri comuni di Milano e Shanghai consistono innanzitutto nella natura dei processi trasformativi. Il primo aspetto riguarda la loro appartenenza ad una più ampia politica di rigenerazione urbana, che comprende sia i grandi comparti (come le aree Bicocca, Porta Nuova, ex-Fiera a Milano, o del sistema di spazi aperti sul Lungofiume a Shanghai) che i singoli edifici (con interventi di riuso, restyling e ampliamento). Il secondo riguarda il loro concretizzarsi in un ben visibile mutamento dello skyline urbano, con la comparsa di nuove emergenze visive che a Milano vanno da Porta Nuova a Citylife e dal Portello a Cascina Merlata, e a Shanghai si concentrano nel nuovo business district di Lujiazui, la nuova città di grattacieli dominata dalle tre cuspidi della Jin Mao Tower, dello Shanghai WFC e della Shanghai Tower (il secondo edificio più alto del mondo). La valorizzazione dell’ambito culturale, il terzo aspetto, rappresenta in entrambi i casi una salda priorità, concretizzandosi non solo nell’offerta di nuovi spazi espositivi – a Milano la Fondazione Prada e Feltrinelli Porta Volta, a Shanghai il Rockbund Museum e la Power Station of Art – ma anche nella rinascita del sistema teatrale, che a Milano trova il caso più evidente nella riqualificazione del Teatro alla Scala (e nella parallela costruzione del Teatro degli Arcimboldi), e a Shanghai trova compimento nella sistemazione dello Shanghai Theatre o nel teatro del Bund Financial Center (di grande impatto scenografico, con la sua doppia pelle semovente). Da questo punto di vista, non è quindi un caso che entrambe le città siano state sede di un evento di grande importanza come l’Expo (2010 e 2015), e che questo passaggio sia stato concepito come punto di arrivo ma anche di ripartenza verso una fase di rinnovato vigore, economico e culturale.

Le differenze tra le due città riguardano invece due fondamentali aspetti. Il primo, evidente, è la dimensione delle trasformazioni: abbiamo accostato, importante ricordarlo, una città da 24 milioni di abitanti con una da 1,5 milioni, e quindi effettuato un confronto tra realtà molto diverse dal punto di vista del rapporto con il territorio, della varietà culturale interna e della complessità organizzativa di infrastrutture, trasporti e servizi.

Il secondo, forse meno immediato, è la loro velocità. Milano è oggi un palinsesto di tracce stratificate e sovrapposte appartenenti a fasi storiche distanti anche molti secoli; la città dei grattacieli di Lujiazui, per citare una delle immagini-simbolo della nuova Shanghai, era occupata solo quarant’anni fa da piccole costruzioni e campi coltivati.

La possibilità e necessità di una rapida crescita ha determinato a Shanghai una certa insensibilità verso le proprie radici storiche: come mostrano alcune indagini fotografiche – tra queste Phantom Shanghai di Greg Girard – i quartieri residenziali Lilong, uno dei più rilevanti segni identitari della vecchia Shanghai, sono ormai sempre più a rischio estinzione, a causa della richiesta di spazi più ampi dove realizzare i nuovi sistemi insediativi ad alta densità.

Mentre a Milano di questi tempi si parla molto di problematiche ambientali, e della riconcettualizzazione dell’ambito edilizio in fase di uso e di costruzione, a Shanghai la questione che abbiamo sottolineato nelle nostre ricerche è quindi innanzitutto culturale.

Ogni città ha le sue trasformazioni, le sue problematiche, le sue potenzialità. Ma solo attraverso un’idea di sostenibilità intesa in senso complessivo – in cui alla declinazione ambientale si associa quella culturale, e viceversa – è possibile renderla realmente attrattiva, vivibile e rispettosa della propria identità: questo è il tema più nitido che emerge dal confronto tra Milano e Shanghai, e che chiunque si occupi di sviluppo urbano dovrebbe porre come punto di partenza del suo valutare ed operare.”

Matteo Moscatelli

 

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