RIUNIONE DELL’8 GENNAIO 2020

Approvazione modifiche regolamento del club e Ruota libera su "effettivo e assiduità"

Conviviale dedicata a temi rotariani, che si apre con Luca Pellegatta che propone alcune integrazioni del regolamento del club, rese necessarie per recepire le modifiche introdotte nello statuto dal R.I. Illustra gli articoli oggetto di revisione (1 - Definizione; 2 – Consiglio direttivo; 5 – Riunioni; 6 – Quote sociali e 13 – Procedure d’ammissione) e le modifiche proposte, che vengono accolte con l’approvazione all’unanimità del nuovo testo del regolamento.

Su richiesta di Corengia, il presidente precisa che non vanno più raccolti i dati relativi al tempo dedicato dai soci alle varie attività del club.

La parola passa quindi ad Augusto Panini, presidente della Commissione effettivo, che affronta il tema dell’assiduità. Negli ultimi anni i dati sono pressoché costanti, se pur la media sia “falsata” dagli assenteisti. I nuovi soci godono della stima del presentatore e dell’amicizia di tutti i membri del club; hanno una grande opportunità di arricchimento culturale in un consesso multidisciplinare, ma devono essere affiancati dai soci presentatori per invogliarli a partecipare. Non ha scuse per gli assenteisti “cronici”.

E’ poi la volta di Enzo Pomentale: rigenerarsi continuamente è necessario, ma non vanno perse di vista le caratteristiche del club e gli obiettivi. Se fossimo “azienda” dovremmo avere un’attenzione particolare al bilancio, quindi gli “zeristi” sarebbero tollerati come pure un’espansione ad ogni costo, anche accogliendo autocandidature (estranee alle procedure rotariane) finalizzate al solo distintivo da esibire. Ma l’obiettivo è essere un club di servizio, quindi andrebbero accolti solo soci disposti a partecipare attivamente alla vita del club.

Sulle categorie: prevalgono quelle di natura professionale, sempre meno rappresentati gli imprenditori e assenti le nuove realtà, sia professionali che d’impresa (mondo web, marketing, informatica ecc.), che sono frequentemente legate a problemi anagrafici (a 30 anni si guarda alla carriera e alla famiglia, quindi con poco tempo a disposizione). Difficile poi intercettare, per motivi economici, rappresentanti del mondo della scuola, religiosi, sportivi. C’è quindi l’esigenza di dimostrare attrattività con la consapevolezza di essere leader: si entra nel Rotary perché si ha una marcia in più.

Secondo Pellegatta non si deve considerare il club un’azienda, anche se va gestito con l’oculatezza del “buon padre di famiglia”. Noi siamo anche dei modelli (per esempio il RC Como ha attivato un progetto simile a “Lavorare e Respirare”), ma per essere attrattivi dobbiamo saper comunicare verso l’esterno.

Roberto Dotti ha da sempre una sua visione del Rotary, che è quella del “fare”: va divulgata l’immagine di un club che realizza progetti ed è a fianco dei giovani per favorirne la crescita. Bordoli sottolinea la necessità di comunicare anche attraverso i social e Mantero stigmatizza il comportamento dei soci morosi: dal punto di vista etico è inaccettabile. A questa osservazione si riallaccia Zappa, che illustra la situazione finanziaria: considerati gli importi a credito siamo – sino a che non verranno incassate le quote del 2° semestre – in una fase di disponibilità limitata.

Brenna ritorna sull’idea di accorpare i due Rotary comaschi: si potrebbero eliminare “zeristi” e assenteisti, che comunque vanno allontanati – almeno gradualmente – a meno che non diano disponibilità ad apportare proprie competenze per le attività e i progetti del club.

Angela Corengia