Il sostegno all'ospedale di Kalongo di padre Giuseppe Ambrosoli |
04 Dic 2019 | |||
RIUNIONE DEL 4 DICEMBRE 2019 Giovanna e Roberto Ambrosoli aggiornano sull'attività della Fondazione Ambrosoli Nell'immagine: Michele Pierpaoli con Roberto e Giovanna Ambrosoli La sovvenzione all’Ospedale di Kalongo, come ricorda in apertura Pierpaoli, risale all’anno di presidenza di Colombo e, dopo il mancato ottenimento del finanziamento da parte della Rotary Foundation, viene oggi devoluta alla Fondazione Ambrosoli per la parte accantonata dal club (10.000 euro). Roberto, – vice presidente della Fondazione – è felice di poter condividere con noi la conclusione dell’iter di beatificazione di Padre Ambrosoli, con l’annuncio di pochi giorni fa, di Papa Francesco, del riconoscimento del miracolo. Roberto ricorda la riluttanza di padre Giuseppe nel sentir parlare di miracoli a lui dovuti (“non ho fatto niente”.. “vengono dall’Alto”..) e la sua tenacia, malgrado le traversie, nel voler “salvare l’Africa con gli Africani”, camminando al loro fianco. Viene proiettato il filmato che è stato realizzato per il ventennale, immagini storiche e attuali che si alternano, con le testimonianze di coloro che hanno fatto parte di questo meraviglioso progetto, che ha curato 1 milione di persone e oltre 300.000 bambini. Una, in particolare, che è quella di Serafino Cavalleri, volontario che affiancò padre Giuseppe e diceva “Fai del bene, scordatelo, lo troveranno gli altri”. E’ poi la volta della presidente della Fondazione, Giovanna Ambrosoli, commossa nel rivedere le immagini proiettate (Serafino morì una settimana dopo la realizzazione del filmato), tornata da poco dall’Uganda, dove la notizia della beatificazione è stata festeggiata con campane a festa e gente per le strade. La presenza di padre Giuseppe è ancora forte a Kalongo, la popolazione ha bisogno di modelli forti che segnino il percorso. La scuola di Ostetricia – guidata oggi da una donna straordinaria - è ormai una realtà consolidata, fiore all’occhiello del progetto che ha investito sulla formazione del personale locale dando dignità e autonomia al ruolo della donna. La guerra civile ha annullato qualsiasi tentativo di sviluppo ma l’Ospedale è un avamposto per la salute dell’intera zona: l’HIV, grazie alla campagna di prevenzione, è diminuito, ma oggi l’emergenza è la malaria (arrivano 200 bambini al giorno), servirebbero molti più posti letto. Ringrazia per il contributo, destinato alla realizzazione di un gruppo di continuità elettrogeno, per garantire energia nei casi – frequenti – di interruzione. Giacomo Colombo vede finalmente concludersi il service, dopo le vicissitudini legate all’iter con la RF, ed è grato per la passione con cui Giovanna, Roberto e la Fondazione operano per continuare sulla strada tracciata da padre Giuseppe. In risposta ad un intervento di Bruno Carli Moretti sull’indice elevato di natalità, Giovanna chiarisce che la scuola sta portando avanti una cultura civile consapevole; il percorso è lungo, con programmi di “family planning”, ma già si intravedono risultati: le donne che frequentano la scuola hanno una media di natalità occidentale. L’Africa non deve essere vista come un “fardello”, perché ha molte fonti di opportunità. Il vero miracolo di padre Ambrosoli, secondo Ponzecchi che conosce le dinamiche africane, è essere riuscito a costruire l’ospedale e a coinvolgere i cittadini locali nella sua gestione! Angela Corengia
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