"Abitare il Paese" - un progetto per il futuro
20 Nov 2019

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RIUNIONE DEL 20 NOVEMBRE 2019


Gli architetti Stefania Cacia e Silvana Verga illustrano il service che coinvolgerà giovani studenti


Nell'immagine: Stefania Cacia, Michele Pierpaoli e Silvana Verga


Consapevolezza sugli argomenti dell’abitare: così Michele Pierpaoli vuole definire il progetto “Abitare il Paese”, il service che ha anche ottenuto la sovvenzione distrettuale. Non è quindi una visione “di parte” sull’architettura, ma un progetto destinato ai cittadini, in particolare ai giovani studenti, anche in termini interlocutori, con possibilità di raccogliere contributi.

La parola passa agli Architetti Stefania Cacia e Silvana Verga, che lo scorso anno hanno seguito il progetto sperimentale che ora diviene parte dell’attività scolastica e che si alternano nell’esposizione corredata da slide.

L’ottavo congresso nazionale degli Architetti ha messo al centro, come obiettivo, “migliorare la qualità della vita delle persone”: da qui nasce l’esigenza di avviare un percorso di ricerca del quale siano autori bambini e ragazzi, cittadini del presente proiettati nel futuro. Il progetto “Abitare il Paese”, realizzato in collaborazione con la Fondazione Reggio Children, ha l’obiettivo di portare all’interno delle scuole la cultura della domanda di architettura di qualità e di consapevolezza dell’architettura come bene collettivo.

Il primo anno sono stati coinvolti nella sperimentazione circa 1600 bambini e ragazzi tra i tre e i 18 anni, 87 classi, 53 scuole, 60 Architetti tutor e 24 Ordini di Architetti.

A Como è stato protagonista il quartiere di Rebbio, una periferia caratterizzata da una notevole complessità non priva di vitalità sociale, con una classe del Liceo Giovio e due classi della scuola primaria Giovanni Paolo secondo.

L’idea da cui ha preso le mosse il lavoro svolto con i ragazzi è stata quella di stimolare il riconoscimento dei segni fondanti del quartiere, a partire dalla loro comune condizione di utenti specifici e di favorire il confronto rispetto alle loro differenti percezioni. La ricognizione del quartiere è stata favorita da alcuni residenti che si sono resi disponibili a collaborare e ha portato a ri-conoscere i segni costitutivi dei luoghi a partire dalla memoria collettiva, a scoprirne il sistema di valori e raccontare le percezioni personali. Il quartiere è stato rielaborato come insieme di azioni e relazioni, con le testimonianze delle persone che ci abitano e ci lavorano; i ragazzi hanno poi riprogettato gli spazi del vissuto quotidiano anche in funzione dei propri desideri.

Questo viaggio ha già avuto una conclusione dal punto di vista nazionale attraverso la mostra che si è tenuta a Roma lo scorso 29 Maggio, cui hanno partecipato rappresentanti di scuole e tutor e con la presenza – tra l’altro – del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.

L’obiettivo, più ambizioso, quest'anno prevede:

  • l'ampliamento dell'ambito territoriale di indagine, nell’ottica di coinvolgere più istituti scolastici possibili;
    • il coinvolgimento di esperti nel settore (esperti Rotary, in particolare coinvolgimento per la scuola elementare dell'assessore Angela Corengia, per la scuola secondaria di primo grado del pittore Giuliano Collina, per il Liceo scientifico del dottor Paolo Aquilini ed infine, per tutte le scuole, della Paesaggista Roberta Peverelli).

L’Ordine di Como ha individuato nell’I.C. Como Prestino Breccia (Scuola secondaria “Aldo

Moro” - via Picchi) nell’I.C. Como Rebbio (Scuola primaria “Giovanni Paolo II” - via Giussani) e nel Liceo scientifico e linguistico “Paolo Giovio” le scuole coinvolte nel progetto unitario, che ha come oggetto d’interesse la realtà territoriale denominata Como Sud (Camerlata-Rebbio-Breccia e Prestino).

Questi quartieri di cintura della città di Como sono caratterizzati da una notevole complessità socio-urbana, ma anche da una crescente vivacità sociale in cerca di una propria identità.

Uno degli obiettivi è quindi quello di fornire più strumenti di lettura possibili al fine di promuovere quella coscienza di luogo indispensabile per ricostruire il tessuto delle relazioni sociali e fisiche degli spazi urbani e per attivare nei bambini e ragazzi il rispetto dei luoghi stessi. Il progetto fa riflettere gli studenti anche sul concetto di “cittadino” e sulla responsabilità che ciascuno ha nei confronti della propria città.

Ogni ordine di scuole ha un tema da sviluppare:

  • scuola primaria: ascolto ed osservazione con il taccuino del ricercatore - rispetto e cura   - partecipazione;
  • secondaria di primo grado: osservazione del particolare negli spazi di quartiere stimolati dalla lettura de “Le città invisibili” di Italo Calvino, racconto per immagini (phototelling) e photocollage per riprogettare.
  • · Liceo Giovio: creazione di mappa di comunità e collaborazione per realizzare un museo di quartiere.

Corengia ha partecipato alla presentazione dei risultati del progetto sperimentale all’ordine degli Architetti ed accoglie con entusiasmo l’invito a collaborare: il contributo – avendo cambiato assessorato – sarà riferito, nel caso, all’analisi del tessuto sociale del quartiere; cede il testimone all’attuale assessore alle politiche scolastiche Alessandra Bonduri, presente, che assicura il totale appoggio dell’Amministrazione comunale, nella convinzione che si debba partire dai bambini – e dalle famiglie – per costruire un futuro di cittadini consapevoli.

Sulle aree da valorizzare, le relatrici chiariscono che saranno i bambini a scegliere le zone, perché ci dovranno vivere loro: peraltro si tratterà di piccoli interventi per ridefinire aiuole, verde, cura dei marciapiedi, percorsi pedonali ecc.

Davvero un bel progetto, che coinvolge in prima persona i soci con le loro professionalità specifiche: grazie Michele!

Angela Corengia

 

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