La visita alla Villa "Pisani Dossi" |
24 Lug 2019 | |||
RIUNIONE DEL 24 LUGLIO 2019 Al Dosso Pisani ospiti degli Eredi di Carlo Alberto Pisani Dossi
Nell'immagine: foto di gruppo su uno dei terrazzi della Villa Ultima conviviale prima della sospensione estiva e un’occasione unica che ci viene offerta per visitare uno dei luoghi più familiari, ma anche sconosciuti, della città. Un grande ringraziamento ad Alberto Longatti che ha proposto la visita e curato i rapporti con i proprietari. AC Accolti con signorilità e gentile simpatia dai proprietari del Dosso Pisani, Donna Giosetta Pisani Dossi Reverdini con il marito avvocato Beno Reverdini, la figlia Benedetta e il figlio architetto Alvise, abbiamo compiuto la visita in gruppo della magnifica dimora di Cardina e del suo parco lussureggiante, convinti di godere un imperdibile panorama dall’alto per la sua dominante posizione. Ma abbiamo avuto il privilegio di conoscere ben di più, un gioiello d’arte e di storia davvero unico. Come ha spiegato con ampiezza di particolari l’architetto Alvise, eccellente guida, il palazzo è stato costruito dal 1849 al 1910, su progetto di Luigi Conconi e l’esecuzione dell’architetto Luigi Perrone, per volere del nobiluomo Alberto Carlo Pisani Dossi che scelse questo luogo per erigere un vero e proprio monumento confortevole nell’attrezzatura residenziale ma ricchissimo di pregi architettonici e d’arredo in grado di testimoniare ai posteri la propria vita di diplomatico, archeologo, numismatico, collezionista, e soprattutto scrittore, offrendo nel contempo un omaggio eterno a quanti gli erano stati cari. Un vero e proprio mausoleo strettamente personale del quale egli stesso aveva determinato le caratteristiche ambientali, seguendone direttamente la realizzazione giorno per giorno. La villa, ben nota in tutto il mondo anche se la sua collocazione volutamente lontana dall’abitato - e tuttora utilizzata solo durante alcuni mesi dell’anno dai proprietari - la rende estranea ai consueti itinerari turistici, ha l’aspetto di un antico castello dalle caratteristiche che ricordano all’esterno l’architettura secessionista e nell’interno ha un arredo e un apparato decorativo interamente realizzato a mano appositamente dai più valenti artigiani e artisti dell’epoca: il fabbro Mazzucotelli, il mobiliere Quarti, gli scultori Grandi e Ravasco, il pittore Agazzi, tutti fra l’altro docenti nella scuola d’arti e mestieri Umanitaria di Milano. Nell’insieme, l’arredamento aveva lo scopo non soltanto di far valere il pregio di un’esecuzione studiata per l’eccezionale occasione ma di creare un’atmosfera fiabesca esaltante la mescolanza di linguaggi artistici considerati gemelli e interdipendenti quali la musica, le arti plastiche e figurative, la letteratura. Dopo una sosta per una raffinata cena, la serata è entrata nella seconda fase, durante la quale l’avvocato Reverdini ha efficacemente illustrato la brillante carriera politico/diplomatica – dal 1887 al 90 - di Alberto Carlo Pisani Dossi, sottosegretario di Stato e collaboratore personale di Crispi, organizzatore della nuova Colonia Eritrea, curatore della riforma del ministero degli Esteri e console generale in Colombia. Alberto Longatti si è impegnato poi nella descrizione della personalità del Dossi, scrittore dall’originale e caustico spirito umoristico, nell’ambito del movimento a cavallo di due secoli della Scapigliatura milanese, di cui rappresentò l’ala più innovativa del lessico, fra i protagonisti (Rovani, Praga, Tarchetti, Boito, Lucini e altri) del periodo destinato a chiudere un’epoca, abbandonando la tradizione classicheggiante e preludendo la rivoluzione delle avanguardie primonovecentesche. Di tutto ciò, basandosi sulla multiforme attività culturale del Dossi, la dimora conserva un’ampia documentazione e un prezioso archivio a disposizione degli studiosi. Alberto Longatti
Buone vacanze, ci si rivede a settembre!
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