“Europa, il giorno dopo”
12 Giu 2019

rotary_baradello_19_padoaschioppa

RIUNIONE DEL 12 GIUGNO 2019


La relazione del professor Antonio Padoa Schioppa in interclub con RC Como e UCID

 

Nell'immagine: Antonio Padoa Schioppa, Angela Corengia, Alberto Longatti e Alberto Polli



Inconsueta serata in interclub, oltre che con gli amici del RC Como, con l’UCID.

E’ Alberto Longatti, come socio di UCID che è promotore della conviviale, a porgere i saluti prima di introdurre il relatore con una dettagliata presentazione, che evidenzia il suo interesse sulla costituzione Europea, oggetto dei suoi studi, affiancato alla sua attenzione per i giovani, che ritiene abbiano una capacità di giudizio superiore. Il suo ultimo libro “Perché l’Europa” è uscito alla vigilia delle recenti elezioni.

Il professor Padoa Schioppa esordisce dichiarando di essere molto vicino a Como, avendo partecipato a suo tempo all’istituzione dell’Università dell’Insubria: ricorda – e i presenti si associano con un applauso – Giorgio Luraschi, uno dei “padri fondatori” della sede comasca.

Il libro citato da Alberto reca in copertina una cattedrale con una gru: è questa la sua idea attuale di Europa, che ha necessità di “ultimare la costruzione”. L’Unione europea, cui è dovuto parte del benessere italiano, è stata un’esperienza unica: gli Stati sovrani sono riusciti a trovare un accordo senza combattere. Ci sono comunque difetti e lacune su cui lavorare, ma non si può pensare di arretrare perché si andrebbe contro la storia. Ultimare la costruzione non è rinnegare la propria origine, restiamo cittadini del nostro Paese perché mai abbiamo perso la nostra identità nazionale; pensare il contrario rappresenta un atteggiamento miope e storicamente sbagliato.

Si riferisce poi alle recenti elezioni: per la prima volta in quarant’anni si è parlato di Europa prima del voto, che non è stato un’appendice a quello nazionale. Le scelte di fondo sono state tra più Europa e recupero di brandelli di identità nazionale, non è mai accaduto. Con il risultato che le forze tendenzialmente critiche si sono attestate sul 23% circa dei parlamentari. Questo significa che i cittadini europei hanno scelto l’Europa e nel parlamento i partiti si compatteranno per affinità, mentre le minoranze appaiono meno coese. A Bruxelles ci sono 30.000 funzionari (non tantissimi se riferiti alla popolazione europea), che operano su indicazioni che ricevono dai commissari nominati dal Parlamento che abbiamo eletto noi: è un modello di Repubblica parlamentare, una forma di democrazia che non sempre è percepita.

La struttura dell’Europa è incompleta: non ha la difesa (che ora sta organizzando per via di Trump), non ha risolto in modo unitario il problema delle migrazioni, fa poco sul tema dell’ambiente e non ha regimi fiscali armonizzati. Ma ha la seconda moneta mondiale che ha consentito una sicurezza valutaria, riesce a imporsi alle multinazionali americane sulla concorrenza (impensabile per uno stato singolo), ha garantito 70 anni di pace e sostanziale benessere, è solidale (1/3 del bilancio è destinato alle regioni più povere). E’ quindi necessario che vengano compiuti tutti gli ultimi passi, pur nel rispetto delle identità nazionali.

Una vera lezione chiara ed efficace quella del professor Padoa Schioppa, che poi risponde agli interventi. Conferma che una governance tipo USA è possibile ma andrebbero cambiati i trattati, il che costituisce un problema perché non c’è unanimità. Sulla questione del debito, la Germania non è disposta ad appianare esposizioni di altri paesi, cosa peraltro non prevista dagli accordi; i conti devono essere a posto prima di tutto per gli stessi Stati, perché aumentando il debito lo trasferiscono alle generazioni future. In certi casi tuttavia l’Europa può intervenire nei confronti dei Paesi in difficoltà, utilizzando un fondo di 700 md. di euro e a condizione che ci sia un piano di rientro nel rispetto delle regole.

La parte di tetto in costruzione è interesse di tutti, perché c’è ancora un tasso di disoccupazione inaccettabile; una ricetta sicura è investire in beni pubblici (tutela del territorio, innovazioni tecnologiche, intelligenza artificiale) che portino posti di lavoro. Sull’Europa a due velocità osserva che il centro nord non ha alcun interesse a lasciare fuori i Paesi del sud (l’Italia è il 3° paese e alcuni pensano all’autoesclusione, ma i cittadini non sono d’accordo), quindi auspica che non si arrivi a scelte suicide.

Sulla Brexit - si o no - non è in grado di dare risposte; quello che osserva è che il voto è stato conseguenza di una campagna portata avanti con informazioni non veritiere. I rischi per la GB sono enormi, perché Irlanda e Scozia potrebbero staccarsi in quanto pro-Europa; l’unico interesse degli Inglesi, che non hanno mai voluto un’Europa federale, è stare nel mercato europeo.

Una risposta su un quesito di fanta-politica che ipotizza un disegno per distruggere l’Europa: sia Putin che Trump vedono con favore le difficoltà dell’Unione europea, preferendo trattare con i singoli Paesi (divide et impera); il mercato europeo è il più grande del mondo, quindi è necessario darsi l’unità che manca.

Sul regionalismo: l’autonomia è nel DNA degli stati federali, che possono avere regioni con larghi autogoverni ma non indipendenti (non è ammesso dai trattati europei). Ritiene, se pur da non economista, l’idea dei Minibot sbagliata e sulla considerazione di Don Isidoro Malinverno circa le radici cristiane europee, che forse si sono un po’ perse, osserva che l’Europa mantiene profonde radici cristiane, così come gli Stati membri. La crisi della religiosità va al di là dell’Europa e i cittadini devono sentirsi europei indipendentemente dalla loro religione. Forse è evaporato l’entusiasmo originale, ma restano saldi i temi della pace, del benessere sociale e della solidarietà.

Sul tema della globalizzazione, che ritiene un problema complesso, pensa che il ruolo dell’Europa sia utile perché può intervenire con più energie rispetto agli Stati membri; compito dell’Europa è quello di investire nei paesi più poveri per contenere le invasioni.

La chiusura è di Alberto Polli che ringrazia, in particolare l’UCID per aver invitato il professor Padoa Schioppa e il saluto finale è di Alberto Longatti.

Angela Corengia

 

Prossimo Evento


Riunione sospesa per festa nazionale
Inizio: 01.05.2024, 14:00
Luogo: sospeso
La consueta conviviale del mercoledì è sospesa perchè è la festa dei lavoratori

Calendario Eventi


«   Aprile 2024   »
lumamegivesado
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
     

Area Riservata



Bollettini

Segreteria

Lun - Mer - Ven
dalle 9.00 alle 12.00

Rossella Tondù
Tel. 031 264656
segreteria@rotarycomobaradello.it

Riunioni del Club


Tutti i mercoledì non festivi
ore 12:30


Ristorante Antica Darsena
Palace Hotel


Lungo Lario Trieste 16
22100 Como


tel. +39 03123391
fax +39 031303170


Nel caso di riunione effettuata in giorno o ora diversi, l'accoglienza ad eventuali ospiti è garantita dalla presenza di un socio, delegato dal Consiglio.