La mostra al Broletto "Donne Cancellate"
06 Feb 2019

 

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RIUNIONE DEL 6 FEBBRAIO 2019


Le fotografie di Gin Angri dell’Archivio dell’ex Ospedale Psichiatrico San Martino


Nell'immagine: Alberto Polli, Gin Angri e Angela Corengia



Interclub con il RC Como per parlare della mostra fotografica che OLTRE IL GIARDINO ONLUS ha allestito al Broletto, con grande affluenza di pubblico e riscontro mediatico. E’ Angela a introdurre l’argomento con una breve presentazione dell’associazione, di cui fa parte da anni, che nasce alla fine degli anni 90 dall’iniziativa di Gin Angri e Mauro Fogliaresi all’interno dell’Ospedale psichiatrico: accompagnarono, con i loro laboratori di fotografia e scrittura, le persone ricoverate che sarebbero state dimesse a seguito della se pur tardiva applicazione – a Como - della Legge Basaglia.

Da anni Angri e Fogliaresi si occupano di documentare l’archivio dell’ex Ospedale psichiatrico, un tempo nel padiglione centrale del Manicomio ed ora in un centro archivi di Lodi. Questa mostra riassume un percorso iniziato nel 1998 e prima ancora, grazie alla documentazione fotografica dell’archivio della Casa editrice “Il Nodo” dei primi del secolo scorso. Le finalità della mostra sono di sensibilizzare gli Enti competenti affinché l’archivio torni a Como.

Scorrono poi le immagini commentate da Angri e Angela, partendo da quelle “storiche” che mostrano una vera e propria cittadella nella città, completamente autonoma sia sotto il profilo alimentare (coltivazioni, allevamento e macelleria) che per le numerose attività che i degenti svolgevano all’interno della struttura (lavanderia, tessitura, sartoria per abiti e divise anche per l’esercito e l’Ospedale, laboratori di artigianato ecc.).

La rivoluzione industriale a Como coincise con l’apertura del Manicomio (1882): tutte le fragilità e le patologie che erano prima incluse nelle famiglie, come la cura degli anziani magari dementi o dei bambini troppo irrequieti, quando le donne iniziarono a lavorare in fabbrica confluirono nella struttura; i “mentecatti”, così venivano catalogati i ricoverati sui dorsi delle cartelle cliniche fotografate, erano per la maggior parte persone indigenti. Le donne sono le protagoniste della mostra, perché furono spesso vittima di uomini che non le accettavano, o semplicemente “rinchiuse” per forme di depressione (“taedium vitae” la patologia riportata in cartella clinica) o per “facili costumi”, quindi rifiutate dalla famiglia. Le lettere che sono conservate nelle cartelle, ricevute o spedite, testimoniano che venivano interrotti i rapporti con l’esterno, se pur erano ammesse visite saltuarie. E sono struggenti quelle scritte: chiedono amore, attenzione, sono appelli d’aiuto lanciati nel vuoto perché mai recapitate. Accanto alle donne i bambini, per i quali fu costruito un reparto dedicato; inizialmente il Manicomio fu realizzato per circa 500 persone, ma poi si aggiunsero nel tempo i fabbricati tuttora esistenti e la capienza raggiunse i 1500 ricoverati, con punte addirittura di 2.000.

Il capo Dipartimento di salute mentale e dipendenze del sant’Anna, dottor Carlo Fraticelli, delinea poi il quadro successivo alla Legge Basaglia che “chiuse” i Manicomi: sono state istituite strutture territoriali che si occupano di salute mentale (i Centri Psico-sociali - CPS, con equipe multi-professionali che seguono pazienti che vivono in prevalenza nelle famiglie) e le Residenze protette (due, per esempio, sono a San Martino), sia con elevato grado di assistenza (CPA) che comunità di autosufficienza assistita. I Centri diurni garantiscono poi un’accoglienza costante, con possibilità di terapie e forme di animazione e socializzazione; per le acuzie è previsto il ricovero temporaneo in Ospedale. L’interazione del Dipartimento con il territorio è costante, sia sul fronte sociale – con Parrocchie, famiglie e associazioni di volontariato che costituiscono una grande risorsa – che, in particolare per le dipendenze, con le Forze dell’ordine. Non sempre si riesce a dare una risposta esaustiva al problema del disagio mentale, anche perché i medici sono insufficienti; la neuro-psichiatria infantile fa fronte ai sempre più numerosi casi di problemi psichiatrici e di dipendenze in giovane età.

Chiude la serata Alberto Polli, presidente del RC Como: un tema non facile che ha suscitato però grande interesse e coinvolgimento.

Angela Corengia

 

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