I tesori della Como Romana
10 Ott 2018

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RIUNIONE DEL 10 OTTOBRE 2018


Le relazioni di Lanfredo Castelletti, Sergio Lazzarini ed Elisa Martinelli sul patrimonio archeologico cittadino


Nell'immagine: il tavolo dei Relatori con l'Assessore Simona Rossotti e i presidenti del RC Como e Como Baradello


Accogliamo in interclub gli amici del RC Como per un tema di grande attualità, legato alle recenti scoperte archeologiche in Via Diaz.

Dopo i saluti di benvenuto di Corengia, è Sergio Lazzarini a prendere la parola: le numerose monete rinvenute sono – se pur di rilevante valore – un nuovo, ma sicuramente non ultimo, “tesoro” che la Città nasconde. È stato un ritrovamento fortuito e tra i più consistenti sino ad ora (nel 2017 furono 41 le monete in Olanda); due sono i temi che Sergio vuole affrontare: il loro potere d’acquisto e il valore attuale. Con i dotti riferimenti cui Sergio ci ha abituati (Plinio aveva 100 volte più di queste monete e si riteneva povero), ci spiega che avere monete d’oro, ai tempi chiamati solidi, era importante e il “nostro uomo”, che presumibilmente aveva accumulato questo piccolo tesoro, avrebbe potuto acquistarci circa 70 schiavi. Sul contesto del ritrovamento e sul loro valore attuale, Sergio ha la certezza che a breve verranno date risposte; sarà utile anche per approfondire l’economia di allora e aggiungere un altro tassello alla “mappatura” della Città sotterranea.

Le certezze ci conducono invece al grande patrimonio della Como romana, dalla Porta Pretoria alle Terme di Viale Lecco (eccellente esempio di recupero con la costruzione sovrastante), da San Carpoforo (serve acquisire un’ultima porzione dall’Ospedale sant’Anna) alla villa di Via Zezio, dall’Anfiteatro di Via Vitani sino ai ritrovamenti del Porto-canale, da Via Garibaldi a Viale Varese. Ora il problema sarà quello di valorizzare questo immenso patrimonio, con un percorso attraverso i siti e un’adeguata conservazione degli stessi. La manutenzione è infatti uno dei punti più spinosi da risolvere, ma non si può pensare di sottrarre alla visibilità del pubblico questi tesori.

Non è da meno, in fatto di citazioni, Lanfredo Castelletti: esordisce citando Plinio il Vecchio, che considerava ricchezza possedere le cannucce per le aste delle frecce. Como è uno scrigno di tesori, con due Città sovrapposte; i materiali degli edifici rasi al suolo si utilizzavano per ricostruire. La Como romana, ricca di pozzi, sorgenti e falde anche lontani dal lago, è “sprofondata” al di sotto di 10 metri. Le zone archeologiche importanti, che andrebbero unite in un unico percorso, sono state citate da Lazzarini; sarebbe interessante recuperare anche la parte muraria sotterranea in zona Liceo classico. Sul motivo dell’occultamento in profondità delle monete, nel grande “salvadanaio” di pietra ollare, Castelletti ricorda che l’invasione dei Goti, culminata con l’ascesa di Teodorico, provocò gravi insicurezze (da qui il rafforzamento con cinte murarie da sotto il Baradello al monte Barro per continuare verso est); i pozzi erano considerati rifugi sicuri.

È poi la volta di Elisa Martinelli, Paleo-botanica ricercatrice del Dipartimento di Scienze dell’Insubria, che studiando la geologia stratigrafica e i sedimenti attraverso più di 250 perforazioni nel sottosuolo cittadino, ha ricostruito la linea di costa del lago e le variazioni nel tempo. Il progetto, supportato dal Comune di Como e finanziato dalla Fondazione della Comunità comasca e da Enti privati, ha consentito tra l’altro di rintracciare, in piazza Cacciatori delle Alpi e salendo sino al Pirellino, le linee dei moli del porto canale di epoca romana, poi riempito e recuperato come piano stradale di collegamento lago-città. Gli elementi architettonici ritrovati sono ora al Museo; per la valorizzazione dei reperti Fulvio Capsoni ha realizzato un progetto per una sorta di edicola, nella piazza dove confluisce Via Gallio, che consenta, anche con schermi interattivi, di conoscere la Como romana e i percorsi per visitarla.

Capsoni, citato, apre gli interventi ricordando che sarà necessario anche documentare il periodo dal 196 al 59 a.C.; Giancarlo Spinzi (RC Como) plaude al recupero delle Terme anche grazie all’Ospedale Valduce, ma segnala la necessità di attivare l’illuminazione notturna.

In conclusione interviene l’Assessore alla Cultura e Turismo Simona Rossotti: ha recepito l’appello di Spinzi e, immediatamente, ha mandato la segnalazione via whatsapp al competente Assessore Bella. Condivide, non essendo comasca e vivendo la città in primo luogo da “turista”, la necessità di valorizzare l’immenso patrimonio comasco con rigore storico e soprattutto strumenti usufruibili, con informazioni documentate e costantemente aggiornate. Il secondo problema, quello legato alla manutenzione, deve essere affrontato con grande professionalità ed è assolutamente auspicabile, per garantire un grado di efficacia elevato, la sinergia pubblico-privato. Ricorda, come esempio virtuoso, la collaborazione del nostro club, cui rinnova i ringraziamenti, per la riqualificazione di Piazza Gobetti.

I saluti finali sono di Alberto Polli – Presidente del RC Como: il valore aggiunto di questa serata, dedicata a un tema d’attualità per il territorio, è la collaborazione tra i relatori, soci dei due club comaschi. Questo è un esempio di condivisione su cui costruire il futuro.

Grazie a tutti i relatori, all’assessore Rossotti e agli amici del Como.

Angela Corengia

 

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