RIUNIONE DEL 16 MAGGIO 2018

Nello studio dell'Artista tra presente e futuro

Nell'immagine: il gruppo dei soci con Giuliano e Gabriella Collina

Stare con Giuliano è sempre piacevole e interessante, ancora di più se si può farlo nel suo studio, tra i suoi lavori, i tanti libri, qualche opera del passato ordinatamente conservata che si “riscopre” volentieri.

Giuliano ci accoglie affettando salame e Gabriella lo affianca riempiendo i bicchieri, mentre noi girovaghiamo tra i tanti angoli dello studio, curiosando tra le tele accatastate, le opere finite o da finire, i famosi “avanzi” di materiali diversi che – ci piace immaginare nottetempo – si assemblano per formare nuove opere.

Giuliano ci parla della sua ultima mostra (v. in apertura), in contemporanea a Como e a Campione d’Italia. Ha rappresentato una ricchezza di elementi presi da tutto ciò che riguarda cantieri e lavori in corso, spazi in divenire dove prevale l’edilizia sull’architettura. “Inerti”, è il titolo della mostra, nature morte inserite in un progetto dinamico, di costruzione o forse di distruzione.

Ma tutto questo fa parte già del “passato artistico” del fortunatamente inquieto Giuliano, che sta affrontando ora un tema molto presente in altre forme artistiche (fotografia, letteratura), ma poco in pittura: le ombre. E’ un mondo parallelo, fluido, che segnala una presenza reale solo quando scompare, che affascina per quel po’ di mistero che rappresenta. Ha già realizzato alcune grandi opere, con pannelli disposti orizzontalmente in modo che il colore possa scorrere fluido; le ombre di Giuliano assumono un’identità autonoma rispetto alle figure umane o agli oggetti da cui sono proiettate; sono inquiete, a volte minacciose, con la consueta cura delle dimensioni e la splendida ricercata imperfezione cui ci ha abituato. Giuliano è soddisfatto di questi lavori, che ci mostra e descrive con l’orgoglio di un padre affettuoso.

Poi apre qualche cartella apparentemente “abbandonata” sul pavimento: ne escono materiali diversi (pezzi di scotch, carte colorate, fili metallici, ritagli di giornale…) che fanno parte degli “avanzi” dei suoi lavori. Se ne stanno lì in attesa di nuova vita, perché secondo Giuliano sono loro a decidere come “riunirsi” per prendere forme autonome. Franco Brenna rimane incantato davanti a una delle “LCA (Le cose avanzate)” dal titolo “Palloni gonfiati”: pezzi di ritratti di Pupi Brenna e Aurelio Levrini si sono messi assieme in un’unica opera, lasciando scoprire tracce dei visi dell’uno e dell’altro a chi li ha conosciuti.

Davvero bravo Giuliano, riesce sempre a stupirci ed emozionarci. Grazie per il regalo che ci ha fatto nell’ospitarci e grazie anche a Gabriella, squisita padrona di casa.

Angela Corengia