RIUNIONE DELL’11 APRILE 2018

I risultati dei corsi di alfabetizzazione e inserimento al lavoro dei minori non accompagnati

Nell'immagine: i presidenti dei club del Gruppo lario con Innocente Figini, il Questore Giuseppe De Angelis e l'AG del Gruppo Lario Carlo Cattaneo

Conviviale in Cometa, alla scuola “Oliver Twist”, dove i ragazzi del progetto “Logos” hanno seguito i corsi di alfabetizzazione.

È Erasmo Figini a darci il benvenuto e a relazionarci sull’esito del service proposto dal nostro club, che ha poi coinvolto gli altri del Gruppo Lario. Avrebbero dovuto essere una quindicina, i “ragazzi di nessuno” da integrare in un percorso di inclusione attraverso i corsi di italiano, per poi essere avviati al lavoro. Sono diventati 25, di cui una decina hanno già trovato occupazione (per questo ne sono stati inseriti altri 10).

Carlo Catteneo, AG del Gruppo Lario, è molto soddisfatto di questo progetto che accomuna, per la prima volta, i cinque club del territorio con un obiettivo comune: sono molti i soci dei club presenti alla conviviale, a dimostrazione del grande interesse per questo service che affronta un problema molto attuale e sentito.

Carlo Garbagna, l’anima del progetto con Paolo Villa, parla di risultati importanti: oltre ad aver raggiunto gli scopi per i ragazzi, è stata l’occasione per “fare rete” tra i principali attori dell’accoglienza sul territorio (Questura, Comune, Prefettura e associazioni come quelle di Don Giusto, Don Guanella, Caritas e altre).

La docente Marianna Lattuada spiega il segreto del successo dell’iniziativa: le parole chiave sono “flessibilità” e “motivazione”. I ragazzi provengono da Bangladesh, Gambia, Costa d’Avorio, Mali e Nigeria (tutti minorenni tranne tre diciottenni); alcuni non sapevano leggere né scrivere nemmeno nella loro lingua madre. La flessibilità, cioè un diverso approccio “personalizzato”, è stata quindi fondamentale, avendo anche cura di scoprire le attitudini di ciascuno. Per alcuni ha agevolato la conoscenza, se pur approssimativa, di inglese o francese, lingue ponte per comunicare con loro.

La motivazione del posto di lavoro, che significa autonomia, ha poi fatto la differenza: un corso di alfabetizzazione, in genere, penalizza chi è più povero di competenze; in questo caso la voglia di lavorare ha dato un’ulteriore spinta all’impegno scolastico anche a quelli più “indietro”. Tutti hanno partecipato a laboratori pratici di tipo orientativo, parte del percorso formativo come le uscite sul territorio. Per ogni tre studenti, che hanno potuto seguire anche corsi per internet, i club hanno garantito un tutor per i contatti con le aziende ed è stata attivata una biblioteca.

Già tre ragazzi, con più padronanza della lingua, a dicembre avevano trovato impiego (se ne sono aggiunti poi altri sette) e sono proprio loro a prendere la parola per ringraziare, in italiano:

-        Mohamed Ahmed Abdqani è Somalo, lavora in una stamperia a Fino Mornasco. Vive a Brunate con l’amico Omar e, particolare che fa riflettere, dice di raggiungere molto velocemente il posto di lavoro (con funicolare, treno, bus e un tratto a piedi), in un po’ più di un’ora, se non ci sono ritardi..

-        Omar Kante viene dalla Guinea, vive a Brunate e lavora a Cantù, come Sidibe Namory - ivoriano, in un’azienda del legno.

A loro vengono rilasciati gli attestati di frequenza ai corsi, di cui sono molto orgogliosi: coronano il loro sogno di “farcela”, sono felici di poter lavorare e di aver trovato, in Cometa ma non solo, tanti amici.

A Erasmo Figini, per Cometa, Tomaselli conferisce in conclusione la Paul Harris Fellow (v. in apertura).

Dobbiamo ringraziare Michele che ci ha proposto questo service - nell’ambito del tema del suo anno “Inclusioni” - e ha poi fatto in modo, con l’aiuto di Carlo Cattaneo, di coinvolgere il Gruppo Lario e avere la sovvenzione distrettuale.

Angela Corengia