Carlo Imbimbo: un inviato speciale
04 Apr 2018

 

rotary_baradello_18_imbimbo

 

RIUNIONE DEL 4 APRILE 2018


Il giornalista di Sky si racconta


Nell'immagine: Carlo Imbimbo con Michele Tomaselli



Carlo Imbimbo è un napoletano cresciuto a Como, dove ha frequentato le scuole sino al liceo (compagno di Bocchietti e Tomaselli). Ha iniziato a fare il giornalista, senza conoscere nessuno che lo potesse introdurre nel mondo dei media, quando studiava medicina e vendeva ai giornali servizi occasionali che realizzava nel corso dei suoi viaggi; si definisce cittadino del mondo e a Como deve l’imprinting di credere che nulla sia impossibile. La sua relazione è più un dialogo con i soci: concorda con Corbetta nel ritenere che il mondo dell’informazione sia molto cambiato: lui ha avuto la fortuna di iniziare in un periodo in cui c’erano molte opportunità e sino all’età di trentanove anni è stato freelance. Oggi i giornali pagano poco, c’è molta concorrenza (anche con l’avvento dell’informazione online) e bisogna adattarsi al mercato.

La regola che segue è quella di chiedersi se interessi a qualcuno quello di cui si sta occupando, perché oggi – con una scelta che definisce incosciente - è un inviato. Sfata il falso mito che accompagna questa professione, che non è solo viaggiare, incontrare persone interessanti, vivere esperienze uniche. Bisogna saper cercare (le storie sono ovunque) e avere la capacità di selezionare argomenti che possano stimolare e appassionare. Ha visitato 59 paesi, per otto anni è stato inviato di guerra (sino a che è nato il primo figlio) e ancora oggi non sa dove potrà essere domani. Ha trovato storie importanti anche sotto casa, come il reportage che ormai va avanti da tempo sul “Boschetto di Rogoredo”: è il più grande mercato italiano d’eroina, a pochi minuti dal centro di Milano. In estate circa 1.000 persone al giorno vi comprano la droga; gli spacciatori sono organizzati in famiglie e l’ambiente ricorda molto quello dello zoo di Berlino. Racconti drammatici, giornalisticamente “belli” perché interessano un gran numero di persone. Ci mostra brani tratti dai suoi servizi per Sky, con testimonianze di tossici rassegnati, di Forze dell’Ordine praticamente impotenti di fronte a un fenomeno così vasto: una retata efficace necessita di almeno 150 uomini e rischia di essere vanificata dall’organizzazione capillare degli spacciatori (Italiani, Albanesi, Marocchini assoldati dalla Ndrangheta), che hanno sentinelle ovunque pronte a dare l’allarme. E quando si riesce a concludere positivamente un’incursione, dopo mezz’ora è tutto come prima. Una soluzione potrebbe essere quella di riqualificare la zona con una diversa destinazione, ma il “mercato” si sposterebbe altrove. Imbimbo è consapevole di rischiare, anche se al “Boschetto” ci va accompagnato da un Carabiniere, perché su questa storia si sta accanendo da tempo. Non è una “missione”, la sua, ma un mestiere - che ormai gli è entrato nel sangue - che richiede grande professionalità per raccontare la verità, consapevole di esporsi. Uno dei limiti è quanto valga questo impegno rispetto ai propri affetti più cari; allora talvolta si accetta di evitare di rischiare la vita, un modo di maturare, forse. Come ha fatto abbandonando i reportage di guerra, che erano “certezza” di vendere il servizio ma richiedevano di vivere in costante pericolo, con avventure rocambolesche per poter recuperare immagini e testimonianze.

A Pessina, che chiede se il giornalismo del futuro sarà quello delle “Iene” o di “Striscia la notizia”, risponde che c’è differenza con questo modo di fare notizia, che utilizza spesso telecamere nascoste, il più delle volte senza approfondire i temi trattati, cosa che una corretta informazione deve fare.

A un intervento di Di Febo sulla strage di Erba, precisa che le storie, e non solo quelle drammatiche, “segnano”, perché ci si entra in maniera empatica; tuttavia l’esperienza aiuta ad avere uno sguardo distaccato, necessario per chi fa giornalismo. Prendendo spunto dai fatti di Erba, rileva come le notizie siano spesso contrastanti e come sia fondamentale selezionare fonti sicure per dare un quadro il più possibile veritiero; purtroppo certo giornalismo (soprattutto quello online che ha necessità di aggiornamenti tempestivi) sta perdendo l’abitudine di controllare la veridicità delle notizie.

Rispondendo a Tomaselli sul rischio fake news, informa che esiste un’agenzia di stampa inglese che verifica le notizie e segnala quelle false; le testate di rilevanza nazionale sono attrezzate e, come Sky, fanno vere e proprie crociate, con controlli rigorosi, per la veridicità delle informazioni.

A Corbetta chiarisce che su certi argomenti, che suscitano interesse costante, si da spazio anche per mesi, cavalcando la richiesta del pubblico; questo succede in particolare con la cronaca nera, vera palestra per chi vuole fare il giornalista e sezione fondamentale dell’informazione.

“Andare incontro alla domanda è fare informazione ed è così anche all’estero?”, chiede Di Francesco. Imbimbo chiarisce che fare “informazione” è fornire un resoconto dettagliato e preciso, il più obiettivo possibile e con notizie avute da fonti attendibili. Succede questo nelle più importanti testate, anche nel mondo. Il giornalismo che spettacolarizza gli eventi è altra cosa: è “fare un programma”, anche da parte di giornalisti, che deve raccogliere audience, quindi magari in modo meno intransigente sulle fonti e più orientato verso fenomeni che spesso hanno ben poco a che vedere con l’informazione.

Longatti ha l’impressione che il ruolo del giornalista – e del cronista – stia cambiando: il giornale è sempre meno scritto, le storie della TV, magari inventate, valgono di più e la verità, ammesso che sia inseguita, non è assoluta. Stanno cambiando i mezzi d’informazione, le notizie piovono da ogni parte e molto velocemente, con conseguenti enormi difficoltà di controllo. Imbimbo condivide l’analisi di Longatti. La rete ha un po’ cambiato tutto, le notizie sono “mordi e fuggi” e le testate spesso le inseguono sui social. Sky sta cercando di mantenere le regole, da informazioni in tempo reale me devono essere prima verificate, altrimenti non si diffondono, anche a costo di apparire non informati rispetto ad altri. Un’altra cosa cambiata è che i quotidiani non riescono più a star dietro alle notizie, con l’inevitabile, forse, trasformazione degli stessi in mezzi di “approfondimento e commenti” e non più d’informazione tradizionale.

Angela Corengia

 

Prossimo Evento


Riunione sospesa per festa nazionale
Inizio: 01.05.2024, 14:00
Luogo: sospeso
La consueta conviviale del mercoledì è sospesa perchè è la festa dei lavoratori

Calendario Eventi


«   Aprile 2024   »
lumamegivesado
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
     

Area Riservata



Bollettini

Segreteria

Lun - Mer - Ven
dalle 9.00 alle 12.00

Rossella Tondù
Tel. 031 264656
segreteria@rotarycomobaradello.it

Riunioni del Club


Tutti i mercoledì non festivi
ore 12:30


Ristorante Antica Darsena
Palace Hotel


Lungo Lario Trieste 16
22100 Como


tel. +39 03123391
fax +39 031303170


Nel caso di riunione effettuata in giorno o ora diversi, l'accoglienza ad eventuali ospiti è garantita dalla presenza di un socio, delegato dal Consiglio.