RIUNIONE DEL 28 MARZO 2018

Don Andrea Messaggi alla Casa Vincenziana

Nell'immagine: Andrea Vestuti, Franca Ronchetti, Michele Tomaselli e Don Andrea Messaggi

È ormai entrata nel calendario del club la conviviale annuale alle Vincenziane, occasione per alcune riflessioni sulla Pasqua di Don Andrea Messaggi.

La lettura della Passione, in tutti i Vangeli, ha in comune una circostanza: tutti i protagonisti sono uomini “di fede”. Gli Ebrei, monoteisti; la setta dei Farisei, con il suo intransigente attaccamento alle leggi e alle tradizioni; i Romani che, se pur politeisti, rispettano le divinità. La fede quindi non è una garanzia, non salva; in questo contesto, permeato da religiosità, sono tutti d’accordo, i Credenti, nell’eliminare Gesù, perché sta “alterando uno schema”.

Pasqua è questo, lo sconvolgimento di un sistema: sembrava tutto finito con la morte di Cristo e invece Lui è risorto.

L’annuncio cristiano costringe a fare un percorso diverso da quello consueto: non è più l’idea di Dio in funzione dei propri bisogni. Stare chiusi in una stanza di pochi metri quadri è comodo, consente una conoscenza totale di ciò che ci circonda: anche una finestra può mettere ansia, perché costringe a voler guardare oltre. La Pasqua è una finestra che apre l’orizzonte su una dimensione incontrollabile, manda in crisi non la fede ma la certezza dei rapporti. È una sfida, non è fatta per gente che vuole stare tranquilla; è ben riassunta nel monito di Giovanni Paolo II, ”siate inquieti”, rilanciato ai giovani da Papa Francesco: “Fatevi sentire!” Ecco anche l’augurio di Don Messaggi per questa Pasqua: “aver qualcosa da gridare agli altri!”

La conviviale continua con la Paul Harris Fellow alla “Casa Vincenziana”, di cui il presidente – Andrea Vestuti – ricorda l’attività ormai secolare, affiancata dal Gruppo Volontari, braccio “operativo” che offre assistenza domiciliare, visita Ospedali e Case di riposo, interagisce con le Istituzioni e altre Associazioni per la tutela delle persone fragili. La ricerca di Volontari è costante.

L’attività della Casa Vincenziana sta evolvendo, passando dall’assistenzialismo alla realizzazione di un progetto di vita che consenta di superare le emergenze. Sono oltre una cinquantina i Comaschi - in prevalenza uomini - che quotidianamente frequentano la mensa, a dimostrazione che il problema sociale non è limitato agli immigrati.

Sempre efficace l’assistenza alle ragazze minorenni che trovano un’accoglienza semi-autonoma nella “Comunità degli olivi”; l’esperienza di chi ha lasciato la struttura, trovando un proprio percorso di vita, è - nella maggior parte dei casi - positiva.

È in fase di realizzazione un nuovo progetto per ospitare familiari di persone ricoverate in Ospedale o che necessitino di terapie.

La presidente del Gruppo di Volontariato vincenziano, Franca Ronchetti, ricorda l’attività dei sette gruppi presenti in altrettante Parrocchie. Progetti importanti sono i laboratori attivati con i carcerati, un corso per badanti e la formazione dei Volontari. Sono state anche attivate borse di studio per Educatori.

Rispondendo ai soci, Vestuti informa che l’Associazione ha 15 dipendenti e un centinaio di volontari; non gode più di sovvenzioni pubbliche e le risorse, in denaro, beni o servizi, arrivano ormai esclusivamente da benefattori, tra cui la Caritas, oltre naturalmente al 5 per mille e alle attività di fundraising come i mercatini. La comunità dei minori invece si sostiene con le rette pagate dagli Enti.

Grazie alle Volontarie vincenziane per il pranzo, sempre squisito, e buona Pasqua a tutti.

Angela Corengia