Lo sport che annulla le barriere |
21 Mar 2018 | |||
RIUNIONE DEL 21 MARZO 2018
L'olimpionico Ian Sagar racconta la sua esperienza di atleta paralimpico
Nell'immagine: Michele Tomaselli con Ian Sagar
Ian Sagar è giocatore di basket in carrozzina, capitano della “Briantea 84”. La Società, come spiega Silvia Galimberti - responsabile marketing -, da quasi trentacinque anni promuove lo sport – in cinque settori diversi con 150 tesserati - per disabili; svolge anche un’azione di sensibilizzazione presso le scuole per far conoscere l’attività paralimpica, che valorizza la persona consentendole di esprimersi al massimo livello. Ian, dopo il filmato che condensa immagini della sua carriera sportiva con la Briantea 84, confessa di avere ogni volta la pelle d’oca nel vederle. Con il giornalista Alessandro Camagni ha riassunto la sua esperienza nel libro “Torneresti indietro?” e, in tutta onestà, ammette che probabilmente preferirebbe che quell’incidente in motorino, che lo constringe dal 1983 sulla sedia a rotelle, non sia mai avvenuto. Ripercorre la sua infermità dal momento in cui fu chiaro che non avrebbe più avuto l’uso delle gambe, il suo rifiuto iniziale a comunicare con gli altri, la scoperta dello sport come possibilità di riscatto, le continue sfide per superarsi (diete, allenamenti sempre più pesanti), l’esperienza in Spagna, le sconfitte inziali con un allenatore australiano intransigente e l’amarezza di un quarto posto in nazionale alle Olimpiadi di Londra. Ma anche la fortuna di avere avuto sempre vicini la famiglia e gli amici, che non l’hanno mai trattato da “disabile”, liberandogli la testa dalla vergogna iniziale. L’arrivo alla Briantea 84 è stata più una fuga, dopo Londra, quasi per nascondersi: ma il gruppo è coeso e il presidente, Alfredo Marson, travolgente. Inizia una lunga serie di successi che Ian definisce “la dolce vita”: bronzo a Rio, vittorie nel campionato italiano, coppe e supercoppe anche internazionali. Si è costruita una famiglia qui (per la sua bimba ha messo in campo il cuore a Rio), gira nelle scuole per portare la sua testimonianza di uomo che non molla e non si accontenta. No, forse non tornerebbe indietro ma.. Tomaselli apre gli interventi rilevando quanto Ian sia da stimolo per tutti noi, un esempio nell’affrontare difficoltà e sfide; alla sua domanda, Sagar risponde che sicuramente uno dei momenti più esaltanti della sua carriera sportiva è il bronzo alle Olimpiadi, senza dimenticare tuttavia l’ingresso nel mondo dei professionisti. Un emozionato Colombo rivive un’esperienza conseguente a un grave incidente, che l’ha costretto in carrozzina per più di sei mesi: ne è uscito, ma ora vede il mondo da una diversa visuale. Dotti legge il messaggio di una mamma la cui figlia, problematica, ha ritrovato – dopo aver visto una partita – voglia di vivere. È proprio questo, conclude Ian, quello che vogliamo: i genitori portano i figli alle partite e insieme vedono “sportivi”, non “disabili”. Capiscono che con passione e tenacia le difficoltà possono essere superate, a maggior ragione se non si hanno limiti fisici: la vita non va sprecata! Angela Corengia
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