RIUNIONE DELL’11 OTTOBRE 2017

L'autore presenta la sua terza opera “Due lune sono troppe”

Nell'immagine: Vittorio Nessi, Annalisa Galliano, Stefano Fagetti e Michele Tomaselli

In interclub con il RC Como e con l’Inner Wheel, viene presentato il libro di Vittorio Nessi che, conclusa la sua importante attività di Procuratore della Repubblica, si dedica alla passione dello scrivere: questo è il suo terzo libro.

Il protagonista è il PM Ferretti e la trama si svolge a Torino, dove Nessi ha ricoperto per qualche anno l’incarico di Procuratore aggiunto. Ferretti ha l’hobby della corsa, che gli consente di scaricare la tensione conseguente alle indagini su reati efferati grazie alla fatica. Si dedica, mentre fa jogging, a un percorso di riflessione sui concetti di bene e male, metaforicamente riconducibili alla luna: il chiaro e lo scuro che ne prende il sopravvento, un ciclo continuo da cui l’uomo non si salva. Rammenta gli studi classici e un paradosso di Zenone, chiedendosi se il processo riesca a raggiungere l’obiettivo della giustizia e se la passione porti all’amore.

La trama si sviluppa in un noir un po’ anomalo, perché si conosce subito il colpevole; le indagini tendono ad approfondire le motivazioni del delitto di un Pakistano, scontrandosi con pregiudizi lontani dalla nostra cultura e mettendo in discussione l’idea stessa della legge e del diritto. Collateralmente c’è l’incontro con una donna, Paula, che appare e scompare e con la quale Ferretti inizia un rapporto ambiguo, che li spinge a riconoscere le debolezze di entrambi.

Nessi non manca di porre l’accento sui temi importanti affrontati nel libro: il processo penale, in primis, che è una sconfitta perché il crimine è già stato commesso e si limita a una liturgia che cerca di ricomporre la verità, riconducendo i momenti dolorosi iniziali a un fascicolo di carte (foto, verbali), discostandosi spesso dal punto di partenza. Lo scontro di valori, poi: oggi la mobilità pone a raffronto culture diverse, che possono generare conflitti; chi delinque deve sapere che è male, ma i valori di altri popoli possono non confluire sulle stesse concezioni (per esempio i Sikh indiani per tradizione portano il coltello, cosa da noi vietata). Ancora: il senso della memoria (Ferretti ricorda la sua infanzia e il padre soldato salvato da una nevicata, tema, la neve, ricorrente nel libro); tendiamo a voltarci indietro per cercare significati e per capire se valesse la pena quello che abbiamo vissuto.

In conclusione Nessi legge una pagina del libro.

Il dibattito è aperto da Annalisa Galliano, attuale presidente di Inner Wheel, cui Nessi risponde che per un Giudice essere in pace con se stesso, quando emette una sentenza, è importante, ma ancora di più è il mettersi nei panni dell’altro. Poi, per quanto concerne l’obiettivo “verità” nel processo, ritiene che il “Giusto processo” sia l’aver seguito tutto il percorso delle regole correttamente. Il nostro sistema tende a evitare la condanna di un innocente, per questo spesso i tempi sono molto lunghi; ma la Giustizia, conclude, è una cosa terribilmente necessaria.

Angela Silva Galliano, una delle fondatrici dell’Inner Wheel Como, si complimenta con Nessi, che accomuna alle eccellenze comasche (compresa la Porta della Rana del Duomo).

La parola finale a Michele Tomaselli, con i ringraziamenti a Vittorio Nessi: il bello della scrittura è che riesce a coniugare temi importanti con delicati aspetti umani e questa è la sintesi del libro “Due lune sono troppe”.

Angela Corengia