"Como, aspettative e prospettive"
06 Lug 2017

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RIUNIONE DEL 6 LUGLIO 2017


La relazione di Mario Landriscina – Sindaco di Como

 

Nell'immagine: il Sindaco di Como, Mario Landriscina, con Stefano Fagetti e Michele Tomaselli


 

Si parte con un Interclub con il Como, a Villa d’Este.

L’ospite è il nostro socio onorario Mario Landriscina, accolto calorosamente da tutti noi, qui nella sua nuova veste di Sindaco della Città. Inconsueta la conviviale, perché Mario ha chiesto di poter parlare prima della cena per poi lasciarci per altri impegni: la sua vita intensa, come peraltro quella di molti, è stata la causa che l’ha costretto a lasciare il nostro club come socio effettivo, non potendo garantire una “decorosa” assiduità; nel cuore, però, è ancora molto coinvolto e si sente Rotariano.

“Non so cosa vi aspettiate”, è il suo esordio dopo i saluti e i ringraziamenti per l’invito, “sono ancora in uno stato un po’ confusionale”.

La nuova – per lui - realtà della macchina comunale, difficile e con molte situazioni di sofferenza, lo spinge a chiedere vicinanza e massimo grado di collaborazione a chi ci lavora: “siamo tutti dalla stessa parte, dobbiamo risolvere al meglio le criticità”.

Ha lasciato “il più bel lavoro del mondo” per dedicarsi alla sua Città; oggi è circondato da moltissime persone che gli danno consigli, ascolta tutti da persona libera e si rende conto che non può “buttare il bambino con l’acqua sporca”. La cosa che più l’ha deluso è la scarsa affluenza al voto e su questo il territorio si deve interrogare: siamo davvero disposti a rinunciare a qualcosa di importante? La nostra è una terra ricca di idee, di valori, di uomini e donne capaci, più o meno importanti: non ci manca nulla. Pur con diversi angoli di lettura e opinioni siamo tutti concordi nel giudicare la Città “ferma”. Solo un accenno alla questione del calcio Como, sicuramente una “tegola” recente non così grave ma legata alla tradizione cittadina; la realtà è che in troppi “bussano”: chi non ha lavoro, chi aspetta una casa, gli imprenditori che sfidano le crisi; la Città, nel suo complesso, fatica a “stare insieme”. Si pone riflessioni: perché, malgrado tutte queste difficoltà, la gente è così lontana? Perché non si “fa sistema”, invertendo il trend di interessi portati avanti senza un sguardo d’insieme alla Città?

Sta approfondendo le tematiche, incontrando esperti che presentano idee, per cercare di coniugare tutti gli input: dobbiamo essere pronti per un “progetto di Città” perché arriveranno finanziamenti, non possiamo permetterci di sbagliare. Coinvolgerà coloro che hanno lo sguardo più lungimirante e grande equilibrio, pur con proprie singole identità ma disponibili a pensare ad un interesse generale. È necessario scegliere: Mario “mette la faccia” su un’idea di futuro dove siano rappresentate tutte le componenti e ben identificate le priorità. Ci sono problemi incombenti da affrontare subito (la inaspettata chiusura del viadotto, i migranti, il bilancio..), bisogna giocarci il futuro sul tavolo della competitività: è quindi necessario registrare una Città responsabile, disponibile al dialogo anche se le opinioni sono diverse.

Il nuovo Sindaco non si sente “un uomo solo al comando”: le responsabilità devono avere un nome e un cognome, è necessario usare pazienza ed equilibrio ma anche fermezza sulle decisioni adottate. Può tornare indietro, non lo farà se potrà contare su due elementi importanti: la compagine che sceglierà e la vicinanza dei Cittadini. Chiede a ognuno di noi, a tutti, di “spendersi”, mettersi in gioco, lasciarsi coinvolgere; i giovani devono ri-occuparsi di politica nel senso più alto del termine. Se dovesse sentire che la Città non è vicina, è disposto ad andarsene, così come è pronto a retrocedere in caso di errori. In una Città dove non manca nulla, nessuno può rimanere indietro e quindi vanno anche create le condizioni perché le imprese creino occupazione e i giovani abbiano un futuro.

“Devo vedere il cuore della gente, la testa l’ho vista. Da solo non posso fare niente” conclude.

Mario ci ha abituati alle sue pacate ma incisive relazioni, che sanno stimolare toccando le corde giuste. Quindi, da parte di tutti: buon lavoro! Sicuramente il Rotary farà la sua parte.

Angela Corengia

 

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