Il Museo del Duomo
15 Mar 2017

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CONVIVIALE DEL 15 MARZO 2017


La relazione del professor Alberto Rovi, tra i Curatori del progetto per il nuovo Museo


Nell'immagine: il professor Alberto Rovi con Fulvia Bianchi Longo


“Il Museo del Duomo è un progetto importante, per la cultura cittadina, che porterà a valorizzare un consistente patrimonio attualmente disperso nelle Chiese della Diocesi o in magazzini”: cosi’ lo introduce il professor Alberto Rovi, che è uno dei curatori.

La sede è adiacente alla Cattedrale, tanto che si parla di una “Quarta navata”: sotto i portici di Via Maestri Comacini, dove c’era la “Fabbrica del Duomo”, si sviluppa su due piani; il progetto di recupero è degli architetti Renato Conti e Giorgio Orsini (quest’ultimo collaboratore di Mario Botta al MART di Rovereto) e le immagini mostrano le planimetrie con i percorsi dell’area museale, che ospiterà – tra l’altro - il tesoro della Cattedrale, una sala Innocenziana, affreschi recuperati nelle Chiese e preziosi Reliquiari, tra cui l’”Urna Volpi”, recentemente oggetto di restauro anche grazie al contributo de “I club”. Realizzata in argento, contiene a sua volta 10 piccole urne, con Reliquie, risalenti al ‘300/’400, interessanti anche dal punto di vista antropologico; è opera del grande orafo Gaspare Mola.

Al piano superiore, da cui si gode una splendida vista sulla Cattedrale, sono ospitati i disegni della “Fabbrica del Duomo” e modelli lignei dello stesso. Alcuni restauri dei pezzi che verranno esposti sono già stati ultimati (tra questi una Capra di un Caravaggio perduto, un Crocefisso attualmente a San Provino e altri); interessante è una “Madonna del latte” di fine ‘400, alterata con due figure per coprirne il seno, che necessita di intervento.

Il preventivo economico si attesta sul milione di euro, di cui solo una parte reperita. Da qui la necessità di far conoscere il progetto, perché anche la Città possa contribuire. Il Duomo è uno dei poli turistici più frequentati, con una media di 1500/2000 visitatori al giorno e l’accesso è attualmente gratuito. La “Quarta navata” potrebbe quindi costituire un’interessante attrattiva culturale, anche sotto il profilo economico.

Sui tempi di realizzazione, Rovi, rispondendo alla presidente, ipotizza l’apertura del primo piano entro l’anno prossimo; purtroppo manca un finanziamento pubblico, anche se la Regione ha fatto qualche promessa e il Comune potrebbe devolvere una parte della tassa di soggiorno. L’8 per mille è un’altra delle risorse possibili.

A Franco Brenna, il relatore delinea un quadro di possibile gestione del Museo, che dovrebbe far parte della rete dei Musei presenti in Città in capo a un unico Direttore, che ne coordini e sviluppi le attività.

Ai quesiti di Capsoni, Agterberg e Collina di natura economica, Rovi precisa che attualmente è il Consiglio economico della Cattedrale che si occupa di reperire i fondi e disporne l’utilizzo: purtroppo non ci sono certezze sul finanziamento totale del progetto. Sulla gestione, invece, si auspica che un contributo pur modesto (es. 5 euro), per la visita, considerati i numeri di accesso dei turisti alla Cattedrale, possa costituire un buon autofinanziamento per i costi, così come sono stati preventivati.

Roncoroni ritiene che si debba ampliare l’attività museale con l’organizzazione di mostre, convegni ed eventi attrattivi e invita di verificare la possibilità di accedere a bandi europei per il finanziamento. Altri soci suggeriscono iniziative d’appoggio del Rotary (es. curare una guida sul tipo di quella realizzata per il tempio Voltiano o una campagna di sensibilizzazione tra i Rotary del Gruppo Lario). La premessa, secondo Fulvia Bianchi, è che ci deve essere “concretezza” sulla possibilità di realizzazione del progetto.

Secondo Longatti, Rovi – che è il coordinatore dell’iniziativa – è stato lasciato un po’ solo; addirittura all’inizio il Clero non dimostrava interesse. In realtà disturba che un luogo di Culto, come il Duomo, diventi oggetto di visite turistiche, che comunque interferiscono con i riti religiosi e la necessità di raccoglimento; a ciò si aggiunga che le opere non godono di una buon visibilità: ben venga, quindi, un Museo che sappia valorizzarle e soprattutto raccogliere quanto sparso, e spesso dimenticato, sul territorio.

Rovi conclude sottolineando ancora il grande interesse culturale che può costituire la raccolta di materiale destinato al Museo: se ne avrà un quadro storico anche con riferimento alle relazioni che Como aveva con Milano e la Svizzera.

Ringraziamo il professor Rovi per la passione con cui porta avanti questo progetto, che merita tutta la nostra attenzione.

Angela Corengia

 

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