CONVIVIALE DEL 25 MAGGIO 2016

La serata organizzata nell'ambito del "Festival della luce 2016"

Nell'immagine: Massimo Cacciari, Giulio Giorello e Franco Brenna

Le “Lezioni aperte”, anche se organizzate da altri – in questo caso dal Festival della Luce” –, sono un gradito ritorno. Dopo un “apericena” in un locale nelle vicinanze, trasferta al Politecnico, la cui Aula magna è gremita.

Riportiamo brani dal testo dell’articolo – a firma S. Bac. -apparso su La Provincia del 26 maggio:

“La luce è il nostro orizzonte”. Massimo Cacciari, insieme a Giulio Giorello, chiude il Festival della luce.

…“La luce è ciò che sappiamo” ha spiegato Cacciari nella breve introduzione. “In questo senso è il nostro orizzonte, perché oltre, alla velocità della luce, noi non abbiamo più informazioni.”

….La lezione del filosofo veneziano è passata dai pensatori dell’antica Grecia alla teologia, alla luce nella storia. E la conoscenza nell’ombra? “La luce deve apparire nelle tenebre.. proprio per permetterci la conoscenza”. Facile, per due abili divulgatori, legare al tema della luce la filosofia.

Giorello poi è un maestro nel creare paralleli e analogie. “Partirò da Leopardi.. quando diceva che la luce è la stessa cosa della vita, perché un viandante senza luce non si muoverebbe e se la luna tramontasse svanirebbero le ombre”. Poi è passato a Popper, all’illuminismo e alla testa di Newton accesa come una lampadina da una mela caduta da un albero. “Quando Newton pensava al pomo che gli cadeva in testa.. usava la filosofia, perché pensava ad un’analogia precisa, ovvero alla Luna che al contrario della mela non cadeva in testa alla Terra”.

Il dialogo, iniziato alle 21, ha incollato alle poltroncine quasi 500 comaschi, li ha convinti ad uscire di casa, a non accendere la TV, segno che la cultura può giocare un ruolo principe nelle prime serate di Como. Lo dimostra del resto l’intera rassegna del Festival della Luce, una iniziativa sostenuta dalla Fondazione Volta e dall’Associazione Città della Luce, che ha saputo mescolare eventi con un peso specifico culturale molto elevato a momenti più popolari, calamitando un pubblico eterogeneo.” (S. Bac)

A.C.