CONVIVIALE DEL 16 MARZO 2016

Il nuovo libro di Vittorio Sgarbi presentato dall'autore ai Rotary comaschi

Nell'immagine: Giuseppe Monti - RC Como -, Emilio Bordoli, Vittorio Sgarbi e Carlo Cattaneo - RC Erba Laghi

Serata magica quella del 16 marzo: all’hotel Sheraton Lake Como di Tavernola, in interclub con RC Como e RC Erba Laghi, un ospite speciale ha ammaliato tutti i presenti, il Professor Vittorio Sgarbi.

Il celebre storico dell’arte, nonché amato e odiato critico televisivo, è riuscito con superba naturalezza ad incantare tutti i membri rotariani e non solo.

Puntualissimo, nonostante abbia voluto fare il giro della nostra meravigliosa città, avendo così modo di ricredersi sulla scultura “The Life Electric” di Libeskind in fondo alla diga foranea, Sgarbi è arrivato allo Sheraton che brulicava di gente e di attesa.

Pantalone di velluto verde, camicia bianca, sorriso arrogante di chi ne se sempre una in più degli altri, e, ovviamente, il suo famoso ciuffo.

Una cena piacevole è trascorsa tra battute e sorrisi e un interessantissimo dibattito sul rapporto tra arte antica e arte contemporanea, tenutosi tra il Professore ed il Presidente del Rotary Club Como Baradello Emilio Bordoli.

Sgarbi lo conosciamo tutti, c’è chi lo adora e chi invece mal lo sopporta, per i suoi toni spesso coloriti, che neanche questa sera sono mancati, ma bisogna ammettere che sono davvero pochi quelli che resistono al suo fascino, soprattutto quando comincia, con grande proprietà di linguaggio e allo stesso tempo una semplicità disarmante, a raccontarci d’arte.

Motivo della serata era infatti la presentazione del suo nuovo libro “ Dal cielo alla terra. Da Michelangelo a Caravaggio.”

Sgarbi parla, racconta, mostra, viaggia, ci porta con sé attraverso i secoli, e i luoghi, e i colori, le tele, gli artisti ed è impossibile non restare a bocca aperta, mentre ci spiega quante diverse interpretazioni è possibile dare a un dipinto che per tanti era già conosciuto, e invece, insieme al Professore, scopriamo che non l’avevamo mai visto realmente.

“La vocazione di San Matteo” semplicemente Gesù che, insieme a San Pietro, entra nella bottega e indica Matteo. “sei tu, Matteo, vieni”. E invece no. Con Sgarbi ci si accorge veramente delle luci, delle espressioni, dei colori, delle ombre, dei personaggi, ci si rende conto che non basta guardare un quadro, e non basta neanche che qualcuno più o meno esperto te lo spieghi. Per guardare un quadro occorre passione, e cuore, e occhio, e la mente, la mente non conta più assolutamente nulla.

“L’arte è tutta contemporanea” questa una delle frasi dette da Vittorio Sgarbi. Perché l’arte è nata prima di noi, cento, mille anni fa, e ancora è viva, e vivrà ancora quando noi non ci saremo più. Caravaggio, Giotto, Piero della Francesca, tutti vivi. Nelle loro opere, nei loro capolavori. E vivi grazie a persone come Sgarbi che con tutta l’anima la sognano, la cercano, la scovano negli angoli più remoti e dimenticati, la portano con sé. Amando l’arte, e prendendosene cura, cercando di preservarle, intanto che ce le si passa di mano in mano.

Si dice che Vittorio Sgarbi sia arrogante, e probabilmente è vero, eppure lo scorso mercoledì è riuscito a riservare una parola per tutti, quando come uno sciame di vespe gli ospiti si sono riversati su di lui per conquistarsi la firma con dedica sul nuovo libro.

Lui è così, ti guarda per dieci secondi e ha già capito chi sei. Un po' come fa con le opere alla fine.

Gaia Bordoli

Diamo il benvenuto a Gaia, una nuova, giovane e brava redattrice, che speriamo di avere ospite più spesso (n.d.r.).