La funzione del Prefetto nella società di oggi
10 Set 2014

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CONVIVIALE DEL 10 SETTEMBRE 2014


La relazione del dottor Bruno Corda – Prefetto di Como

 

Nell'immagine: Luca Febbraro - Presidente Rotaract Como, il prefetto dottor Bruno Corda, Enrico Gelpi, Mariangela Bertotto - presidente de "I club" e l'artista Giuliano Collina


Ripresa delle conviviali, dopo la pausa estiva, con un ospite di eccellenza, il dottor Bruno Corda – Prefetto di Como, che viene anche nominato socio onorario.
Dopo la lettura del curriculum da parte del presidente, che rileva anche quanto il tema sia d’attualità considerati i programmi governativi di semplificazione dei rapporti con la P.A. e di riorganizzazione della presenza dello Stato nel territorio, il dottor Corda apre la sua relazione con i ringraziamenti, oltre che per la carica onorifica (è la prima volta che accetta una nomina di questa natura), per l’attività che il nostro club – e tutti i club di servizio – svolgono all’interno del contesto sociale.
Si sa poco della figura del Prefetto, introdotta nel 1802 per l’organizzazione dei poteri locali. Le Prefetture rappresentavano sin dall’ora lo Stato nelle Provincie, costituendo unico elemento di dialogo anche nell’ottica della coesione sociale.
Un problema, quest’ultimo, che oggi si avverte particolarmente nei rapporti con gli immigrati che fatichiamo a integrare, nella grave crisi economica che causa impoverimento di una grande fascia sociale, nei giovani che sembrano non avere futuro: la società è sottoposta a continui stress, le generazioni attuali potrebbero non essere più  in grado di mantenere quelle successive, come è successo sino ad oggi.
Il sud del mondo sta migrando verso il nord (non più ad ovest), rappresentando questo un fenomeno endemico che va governato e non subito. Il Prefetto non concede asilo, ma dialoga con il territorio affinché cerchi di trarre vantaggi da una situazione che non può essere solo “temporaneamente alloggiativa” ma che si inserisce nel sentiero di una possibile integrazione. Il dottor Corda ha personalmente coinvolto tutte le associazioni di volontariato perché si attivino non solo sul piano dell’accoglienza (i richiedenti asilo sono liberi, in attesa dell’eventuale riconoscimento del loro status), ma anche approfondendo il progetto di vita di queste persone. Siamo ormai cittadini del mondo, non possiamo aspettare che siano “altri” a risolvere il problema, perché è necessario avere una capacità progettuale atta a gestire i fenomeni sociali.
Il Prefetto ha, tra li altri, questi compiti:
-    coordinare le cinque Forze di Polizia, una peculiarità storica che troverà probabilmente una modifica nell’ambito del processo di riforma. E’ un compito gravoso, perché bisogna tener conto di mentalità e comportamenti diversi. La cittadinanza ha una percezione della sicurezza che spesso non coincide con il dato reale. Difficile combattere contro questa sensazione, acuita talvolta anche dagli organi di stampa;
-    ha compiti di coordinamento di protezione civile, sia nella fase della predisposizione delle pianificazioni, sia in quella di gestione delle emergenze;
-    è preposto alla “mediazione sindacale”, un incarico delicato – anche nel nostro territorio economicamente ricco - soprattutto nella considerazione del fatto che si basa sulla capacità di convincimento e sulla autorevolezza della funzione;
-    mantiene un costante rapporto con gli Enti locali, che – se pur in fase di ridimensionamento quantitativo - hanno grande rilievo e tendono talvolta a far prevalere una visione localistica dei fenomeni.
Il futuro vede una riorganizzazione dell’attuale competenza territoriale in funzione di parametri tuttora allo studio. Le competenze sono più difficilmente modificabili, dovendo garantire continuità alle attività di Governo: la presenza dello Stato sul territorio, infatti, non è un’identità astratta.
Fluida e chiara l’esposizione del Dottor Corda, che cede la parola per gli interventi.
Apre Emilio Bordoli, che - ricoprendo un incarico al Viminale - ha delineato quelle che secondo lui sono le tre tipologie di Prefetti:
-    i “Quirinalesi”, che sono i burocrati che si occupano dei Ministeri;
-    i “Poliziotti”, che provengono dalle Forze dell’ordine;
-    i “combattenti”, che svolgono il proprio incarico con una veduta più aperta ai problemi sociali; questa sembra la categoria più aderente alla figura del dottor Corda.
Inoltre chiede quale sia il ruolo dei Prefetti in ambito europeo.
Il Dottor Rapisarda, direttore del Corriere di Como, accenna alle recenti difficoltà di coordinamento riscontrate nei rapporti tra Vigili del fuoco e 118.
Il dottor Corda a Bordoli conferma la sua appartenenza alla terza categoria, anche se vi sono diverse sfaccettature in funzione delle situazioni reali, in continuo mutamento. Pensa che le proprie attitudini attuali siano quelle di un Prefetto di provincia, quindi con un contatto più diretto con i cittadini, caratteristica che deriva anche dall’esperienza del Commissariamento di diversi Comuni, che induce ad un approccio pragmatico alla risoluzione dei problemi. Sicuramente ci sarà un impegno a livello europeo, perché è inaccettabile che si perdano opportunità sull’utilizzo di fondi perché non ci sono interlocutori che ne conoscono i meccanismo; sarà così necessario una formazione che possa consentire un’attività di supporto – in particolare rivolta agli Enti Locali – allo scopo di favorire l’accesso a queste opportunità.
A Rapisarda chiarisce che ha un dialogo continuo con gli Enti istituzionali che deve coordinare, con lo scopo di monitorare le criticità allo scopo del miglioramento dei servizi. Settimanalmente ha un rapporto di AREU – di cui visiterà la sede di Varese prossimamente – con la verifica delle tempistiche degli interventi. Non bisogna far passare il messaggio che ci sia inefficienza nelle operazioni di salvataggio, perché la sicurezza non è mai messa in discussione.
Gelpi, ringraziando il dottor Corda per la sua interessante relazione, segnala l’opportunità per il Club  di un incontro sul tema con un altro socio onorario del club, il dottor Mario Landriscina, responsabile della Centrale operativa del 118 a Como.
Angela Corengia

 

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