"Freud e il sogno"
11 Giu 2014

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CONVIVIALE DELL'11 GIUGNO 2014


Nel mondo dell'inconscio con la socia Maria Clotilde Gislon

 

Nell'immagine: Maria Clotilde Gislon con Roberta Peverelli e alcuni soci presenti


Torniamo alle Serre della Villa del Grumello per l'ultima conviviale dedicata alle socie. Maria Clotilde Gislon parla di psicoanalisi partendo dai "fondamentali", Freud e il sogno. E Parlare di sogno è parlare essenzialmente di inconscio.
Necessarie alcune premesse per capire l'importanza e il significato delle scoperte di Freud, in particolare l'ambiente nel quale sono avvenute: la Vienna di fine 800, inizi 900, capitale dell'Europa tenuta insieme dal governo asburgico. Città ridisegnata anche dal punto di vista urbanistico, con grandi opportunità economiche e un elevato livello culturale, che attira studiosi, artisti, scienziati. Il risultato è una produzione creativa e una vivace atmosfera interattiva tra scienza, tecnologia, arte, letteratura, un primo esempio della possibilità di dialogo tra diversi ambiti disciplinari.
La scuola di medicina diviene la più importante d'Europa e propone, tra l'altro, una visione che ha un'enorme influenza sulla comunità scientifica e artistica viennese: per scoprire la verità si deve guardare al di sotto della superficie delle cose
Un accenno anche alla rivoluzione relativa alla centralità della terra e dell'uomo nell'universo: dopo le rivoluzioni Copernicana (ipotesi eliocentrica) e Darwiniana (l'uomo discende dagli animali e perde la posizione di essere superiore, su pur provvisto dello strumento della ragione), si afferma il concetto dell'inconscio, la terza rivoluzione, cui Freud contribuisce in maniera determinante.
Mediante  un'indagine e un'esplorazione sistematica, condotta attraverso l'analisi dei suoi pazienti e la propria autoanalisi, favorisce la comunicazione di contenuti al di sotto della soglia della coscienza e dimostra  che hanno un senso, un'intenzionalità.  Scopre anche l'importanza centrale dell'inconscio per il funzionamento cosciente: tra conscio e inconscio infatti non c'è un rapporto di reciproca esclusione ma una interazione continua.
Sviluppa una teoria della mente (luoghi, modelli strutturali) applicabile al comportamento normale e patologico e riesce nell'impresa più difficile, quella di riconoscere l'inconscio sede delle motivazioni più profonde del comportamento umano.
Freud sviluppa anche un metodo terapeutico per rendere consapevole l'inconscio e comprensibile  il significato  inconscio del nostro comportamento, l'importanza  delle influenze del passato nell'attualità, di contenuti, dinamiche, tendenze istintuali sessuali e aggressive rimosse, ma tendenti a realizzarsi. E questa consapevolezza permette all'individuo anzitutto  un arricchimento personale e in secondo luogo una possibilità di guarigione.  
Freud è riuscito a spostare ed ampliare i confini della conoscenza anche grazie alla capacità di tramutare le difficoltà in vantaggio.
Una breve biografia si focalizza in particolare sulle esperienze in campo medico, che lo portano a chiedersi quali siano le origini delle malattie nervose e ad approfondire la terapia dell'ipnosi, che tuttavia abbandona per una procedura nuova: chiede al paziente di parlare di quello che gli viene in mente, nel modo più libero possibile. E' così che scopre che nel materiale comunicato liberamente in stato di coscienza, in cui spesso vengono raccontati sogni, compaiono dinamiche e contenuti dell'inconscio. Sua finalità è sempre risalire all'origine del sintomo che ritiene psicologica e si convince che gli affetti traumatici rimossi non sono qualsiasi ma di natura sessuale e che la sessualità è un istinto presente fin dalla nascita. A queste sue tesi la comunità medica risponde con incredulità, scetticismo, ostilità.   
Freud afferma che l'interpretazione del sogno "contiene la più valida di tutte le scoperte che abbia mai avuto la fortuna di fare".
I sogni sono governati da principi e  processi propri dell'inconscio, diversi da quelli che governano la coscienza; contengono sempre la realizzazione di un desiderio inconscio che, in quanto minaccia il senso morale o l'autostima del sognatore, produce sentimenti spiacevoli, ansia, colpa, vergogna, disgusto, imbarazzo.   I meccanismi del lavoro onirico sono quattro:
- condensazione (tendenza a combinare un certo numero di pensieri latenti del sogno in un elemento unico manifesto);
- spostamento (l’intensità psichica viene spostata da un pensiero del sogno ad un altro);.
- rappresentazione simbolica (un’immagine viene utilizzata per rappresentare un’immagine diversa);
- rappresentazione plastica dei pensieri del sogno (il sognatore tende a formare immagini visive invece di esprimere relazioni tra pensieri in termini concettuali).  
Una revisione secondaria introduce coerenza e comprensibilità rispetto all’apparente confusione della ideazione del processo primario: il risultato è una narrativa organizzata e simile ad una storia.
Un cenno poi al sogno di Irma, il primo sogno della sua autoanalisi che si sente in grado di interpretare. Irma è un'amica di famiglia che Freud tratta per sintomi isterici, suggerendo un'analisi che la paziente rifiuta. Maria Clotilde racconta il sogno attraverso le parole dello stesso Freud, dandone poi l'interpretazione ed evidenziando i meccanismi cui ha fatto cenno in precedenza.
La relazione suscita domande tra gli intervenuti: a Piera Lucchini, Franco Brenna e Bruno Carli Moretti Maria Clotilde chiarisce che all'inizio frequentemente si ha scarsa attenzione nel ricordarsi i sogni, ma in terapia si cerca di concentrarsi con buoni risultati; utile iniziare a ricordare la sensazione - piacevole o spiacevole. Circa le tre terapie che vanno per la maggiore, precisa che si tratta sempre di analisi, a differenza di altre (es. cognitiva); un professionista bravo è in grado di consigliare l'approccio migliore. L'analisi può funzionare anche oltre una certa età, contrariamente a quanto si pensa: naturalmente tutto deve essere rapportato al diverso stato del paziente.
Gradevole l'esposizione e intrigante l'argomento trattato (grazie Maria Clotilde!), che suscita curiosità e interesse ad approfondire tra molti dei presenti.
Angela Corengia (dal testo di Maria Clotilde Gislon)

 

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