CONVIVIALE DEL 12 MARZO 2014
Veronica Airoldi presenta il libro di Mauro Colombo
Nell'immagine: Veronica Airoldi e Mauro Colombo
Roberta Peverelli, ha inteso promuovere, nel suo anno di presidenza, una formula nuova di conviviale, un aperitivo informale nella splendida cornice delle Serre della Villa del Grumello affidato di volta in volta alle diverse “socie” del Club. Lo scorso 12 marzo l’onore è toccato me, ed ho perciò voluto introdurre agli amici del Rotary Baradello il giornalista erbese Mauro Colombo, autore di diversi libri tra i quali l’ultimo - “Il giorno in cui ci svegliammo dal sogno. 22 novembre 1963. Cinquant’anni dopo, JFK visto dagli americani d'Italia” - particolarmente attuale, considerato il recente anniversario dell’attentato di Dallas. L’assassinio di Kennedy - come l’11 settembre - rappresenta uno di quegli avvenimenti epocali che chiunque abbia vissuto con un età minimamente consapevole conserva indelebilmente impressi nella memoria, quasi si trattasse di un’istantanea ricca di particolari, di sensazioni, di sfumature. Il libro è proprio questo, una raccolta di interviste nelle quali la figura di Kennedy viene ricostruita sulla base dei ricordi e delle emozioni che ha saputo suscitare tra alcuni illustri americani oggi residenti in Italia. Mauro Colombo ha spiegato di aver voluto, in questo modo, cercare di toccare tutti i tasselli dell’immagine e del lavoro del presidente, analizzandone i lati prettamente politici, in campo interno e internazionale, religiosi - Kennedy è stato il primo presidente americano cattolico - nonché i lati meno conosciuti della sua vita personale, della sua attenzione alla comunicazione e della sua propensione per la cultura. “Il sogno a cui faccio riferimento nel titolo – ha quindi detto - è da intendersi con un duplice significato. L’attentato a Dallas ha riportato bruscamente alla realtà le persone che erano state rapite dalle speranze che si erano accese con la sua elezione e, le considerazioni che le stesse persone sono state costrette a fare quando si è venuti a conoscenza del fatto che sicuramente sia nella sua presidenza come nella sua vita privata molte diverse erano state le manchevolezze, gli errori e anche qualche punto oscuro”. Il libro non traccia alcun bilancio storico di quel periodo anche perché, come Colombo non ha mancato di sottolineare, la tragica morte di Kennedy, se da una parte gli ha impedito di concretizzare molti dei progetti che aveva in animo, dall’altra, in un certo senso, lo ha anche preservato dal rischio di deludere i suoi sostenitori. Non mancano infine le pagine che riguardano gli intensi rapporti, solamente epistolari, fra Kennedy e Giovanni XXIII che, pur non avendo mai avuto modo di incontrarsi personalmente, hanno rappresentato due figure determinanti per il mondo all’inizio degli Anni Sessanta. Maria Castelli, graditissima ospite, ha voluto quindi approfondire le motivazioni della scelta di scrivere un libro su un personaggio quale John Kennedy, interrogandosi rispetto al fatto che, forse, la nostalgia verso il presidente americano sia in realtà la nostalgia verso un periodo storico in cui speranze e aspettative sembra potessero concretizzarsi positivamente, a dispetto delle molte crisi internazionali che lo caratterizzarono. Alla serata era presente anche Carla Bordoli, sorella di Emilio, past president del RC Estepona, accompagnata dal Dottor Campanile. Da parte mia vorrei esprimere un ringraziamento davvero sincero innanzi tutto a Roberta Peverelli, per avere voluto questa serata e per aver scelto questa formula coì gradevole e spontanea, ad Alberto Longatti e a Cesare Baj, che hanno avuto bellissime parole di affetto e di stima per mio nonno, Alberto Airoldi, al quale io sono molto affezionata e del quale sono profondamente fiera, e infine, “last but not least” a tutti i soci che hanno voluto essere presenti. Grazie Veronica Airoldi
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