CONVIVIALE DEL 26 FEBBRAIO 2014

Damiano Cattaneo e l'ingegner Carlo Cometti illustrano la mostra allestita allo Spazio Natta

Nel'immagine: Damiano Cattaneo, Carlo Cometti e Roberta Peverelli

Damiano, da uomo colto e raffinato qual è, ci ha abituati a proposte culturali alternative ma di grande interesse. Questa volta ci invita alla mostra “Acqua”, allestita a cura dell’Archivio Cattaneo allo spazio Natta.
E’ lui a presentare la mostra, che ha per sottotitolo “I serbatoi fra ingegneria e architettura e la fotografia dell’ingegnere”. Quest’ultimo è Carlo Cometti, che con l’architetto Mike Dolinski ha progettato le opere di cui sono esposti disegni, schizzi e fotografie.
Damiano parla di “due bravi professionisti” che svolgono un lavoro prezioso, perché hanno attenzione per il territorio così come i medici hanno cura delle persone. Realizzano interventi senza protagonismo, e dio sa quanto ci sia la necessità di dimenticare il culto della personalità, anche sulle realizzazioni architettoniche. Le loro opere s’inseriscono in maniera discreta nell’ambiente senza perdere di vista la funzionalità e una visione globale dei problemi. Non si privilegia la forma, preferendo la sobrietà assoluta già invocata da Mies van der Rohe (less is more); la stessa filosofia che si ritrova in un libro del 1965 di Don Sandro Maggiolini (Elogio della normalità), di cui Damiano legge qualche brano che ha per oggetto l’attenzione alle cose, senza temere la normalità, appunto.
Possiamo vedere, dalle fotografie, come questi progetti non siano una mera ricerca estetica: i serbatoi riescono a essere baluardo per il consolidamento dei pendii, oltre che funzionali alla raccolta delle acque, con una sobrietà di forme che restano asciutte ed essenziali. Opere apparentemente semplici, che coniugano etica ed estetica.
E’ poi la volta dell’Ingegner Cometti, che da trent’anni svolge quest’attività insieme con l’amico architetto Dolinski. La loro è una ricerca che deve poter realizzare diversi requisiti, non ultimo quello dell’economicità. I committenti sono i Comuni, che non interferiscono sulle idee progettuali, lasciando grande libertà ai professionisti: il rispetto del territorio è comunque intrinseco a ogni intervento che si vuole realizzare e non ha necessità di essere imposto dall’alto.
Le fotografie della prima sala sono di serbatoi realizzati in Svizzera, che accumulano acque ad uso civile provenienti da pozzi, essendo le sorgenti ormai abbandonate. Ci sono poi disegni e schizzi che delineano le forme e i volumi architettonici della costruzione, con accenni al paesaggio circostante e un’attenzione davvero rara e pressoché sconosciuta ai giovani architetti, abituati ormai a progettare con il computer.
Nella seconda sala le suggestioni fotografiche di Cometti, che si definisce ingegnere-fotografo: i serbatori sono visti dall’interno con il solo gioco dell’illuminazione variamente utilizzata: l’azzurro della luce naturale che filtra dall’alto o il giallo ottenuto con un filtro su un pannello illuminato da uno spot. Sarebbe forse più facile servirsi di Photoshop per avere questi effetti, ma Cometti, evidentemente, ha ancora “attenzione alle cose” e soprattutto capacità di rendere bella la semplicità.
Grazie davvero di cuore a Damiano, anche – come ha rilevato Peverelli - per la sua “lezione” di estetica – e non solo.
Angela Corengia