CONVIVIALE DEL 5 FEBBRAIO 2014
La relazione di Emilio Bordoli, ad di Millemiglia srl
Nell'immagine: Cristina Di Bona, Emilio Bordoli, il prefetto dottor Bruno Corda, Roberta Peverelli, Katia Bordoli e Nella Di Bona
La conviviale è aperta con il saluto del nuovo Prefetto di Como, il dottor Bruno Corda: solo un appunto sul clima piovoso della nostra città, dove tuttavia ha trovato coesione nei progetti istituzionali e volontà di mantenere un territorio sano e competitivo. Un accenno ai sempre più frequenti fenomeni di povertà, spesso nascosti: i club di servizio devono avere anche lo scopo di farli emergere, affiancando le istituzioni e il mondo imprenditoriale. La parola ad Emilio, diventato ad di “Mille Miglia srl”, che volge un affettuoso pensiero al nostro Dino Di Bona salutando Nella e Cristina, intervenute alla conviviale. Emilio ha avuto tre maestri: il professor Enrico Ostinelli (per il legame tra professione e filosofia), il padre Giorgio (professione e impegno civile) e Riccardo Di Bona (professione e passione); la “Mille miglia” è un’eredità di quest’ultimo. Anche senza essere particolarmente amanti delle auto, l’evento è coinvolgente, perché è costume, business, eccellenza, tradizione. “Mille miglia” nasce nel 1927, su iniziativa di quattro bresciani, come gara di velocità su strada. Il lungo percorso (Brescia-Roma – perché ha un albergo con 375 camere, il numero dei partecipanti - e ritorno) seleziona i piloti, sempre numerosi, coinvolgendo migliaia di cittadini che attendono il passaggio delle auto ai bordi delle strade. Prosegue ininterrottamente (salvo il periodo bellico) sino al 1957, quando motivi di sicurezza – un grave incidente provoca la morte di una decina di persone, tra cui due piloti e alcuni spettatori - e il dirottato interesse degli appassionati sulla “Formula 1” ne decretano la sospensione. Prosegue con percorsi e formule ridotti e nel 1977 diviene definitivamente gara di regolarità su strada per auto d’epoca. “Mille miglia” è stata anche un test importante per l’innovazione tecnologica e ancora oggi mantiene questo scopo reinvestendo gli utili in start-up nel settore automobilistico. Emilio ci mostra alcune immagini delle edizioni passate e in particolare quella del 2013, che ha registrato 1.575 richieste d’iscrizione e 415 vetture ammesse, oltre il 68% di partecipanti stranieri (33 i paesi rappresentati e 76 case automobilistiche). Un convoglio di 1.600 persone che attraversa 192 comuni e attira centinaia di migliaia di spettatori lungo il percorso, che è rimasto Brescia-Roma e ritorno. Più di 1.400 i giornalisti e fotografi accreditati, in rappresentanza di oltre 30 paesi, con una copertura mediatica straordinaria anche sui social network. Lungo i 1.600 chilometri del percorso oltre 16.000 metri di striscioni pubblicitari, un business unico dilatato dalla concessione di licenze per l’utilizzo del marchio e merchandising ufficiale. Eventi collaterali e iniziative completano il programma, rendendo questa gara un avvenimento unico sotto il profilo economico, culturale e turistico. Alcune città sul percorso, consapevoli di questa irripetibile opportunità, garantiscono l’alloggio – a volte gratuito come ad Abano terme - ai partecipanti (oltre 2.000 pernottamenti). Chiude con un bel filmato d’epoca realizzato dall’Istituto Luce e con la frase di Enzo Ferrari “Mille miglia, la corsa più bella del mondo”. La parola passa a Cristina Di Bona, commossa nel ricordare i racconti del padre delle edizioni cui partecipò (dal 1950 al 1953) e le cinque che l’hanno vista protagonista, anche di fianco al papà: un’esperienza unica, emozionante e coinvolgente, che richiede grande preparazione e abilità. E una certa dose di sacrificio, aggiunge Emilio, perché molte auto sono senza parabrezza e tetto. Apre gli interventi Franco Brenna, sognando una “deviazione” lungo le strade della sua Tremezzina (magari in occasione dell’EXPO) e ricordando aneddoti di Dino: quando telefonò a Marzotto, quando raccontava di Nella, il suo fido navigatore e poi quando annunciò, con grande orgoglio, la partecipazione con Cristina. Vuole conoscere dettagli sulle “gabole” per poter partecipare e sul significato di “regolarità”. Alla prima domanda risponde Emilio: c’è gente disposta a spendere cifre altissime (un tedesco ha offerto 50.000 euro, rifiutati), ma la selezione è rigorosa; sugli sponsor si favoriscono quelli che offrono somme maggiori, servizi o, nel caso della Mercedes, 30 auto del suo museo che concede in uso, per l’occasione, ai top-clients. C’è persino stato un tentativo d’imitazione per un’analoga gara in Giappone, subito contrastato e un furbacchione che è riuscito a introdurre, nel 2013, un’auto non iscritta, con un numero originale fotografato. Sull’aspetto tecnico è Cristina a spiegare che la gara di regolarità prevede che ogni tappa debba essere portata a termine in un tempo stabilito, quindi tutto è nelle mani del navigatore che deve saper gestire, con assoluta precisione – al centesimo di secondo -, il percorso. Sono necessarie quindi la massima concentrazione, la conoscenza del mezzo e una seria preparazione: ancora la memoria va al padre e agli allenamenti, con lei, al parcheggio del Bennet. Grazie a Cristina per averci affettuosamente ricordato Dino e a Emilio e ..buona “Mille miglia 2014!”. Angela Corengia
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