Il Sindaco di Como ospite del Club
06 Nov 2013

 

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CONVIVIALE DEL 6 NOVEMBRE 2013


La relazione del Dottor Mario Lucini sull'avanzamento del programma elettorale per la città.

 

Nell'immagine: Roberta Peverelli, Mario Lucini e Alberto Francoli

 

Parterre ricco di rappresentanti dei media per accogliere il Sindaco Mario Lucini, che torna – a poco più di un anno di distanza – ad aggiornarci sull’attività di questa Amministrazione.
La sua prima osservazione è riguardo alla percezione di un cambiamento significativo del coinvolgimento dei cittadini, che partecipano attraverso un continuo dialogo con l’amministrazione, testimoniando una presa di coscienza dei problemi ma soprattutto dei limiti: né è la prova l’intervento economico dei privati su progetti rilevanti (il lungolago per esempio), altrimenti difficilmente realizzabili.
La situazione finanziaria è infatti sempre in tensione, con incertezze legate alla legge di stabilità che impedirebbero di fare una programmazione; di fatto si è deciso – in modo un po’ azzardato perché in assenza di norme legislative - di approvare il bilancio di previsione per poter sbloccare le risorse.
I problemi sono quelli di un anno fa, ma si è lavorato nel frattempo per trovare soluzioni:
-    Lungolago: si è raggiunta un‘intesa con la Regione per un percorso condiviso, con grande disponibilità del presidente Maroni che ha messo a disposizione risorse e ha coinvolto le professionalità di Infrastrutture Lombarde. Resta aperto qualche problema circa il finanziamento della perizia di variante, il cui costo avrebbe dovuto essere, in base all’accordo, a carico di I.L.; così non sembra, per cui il Comune dovrà reperire le relative coperture e si è perso un mese per queste anticipazioni non confermate. Si andrà avanti su un progetto definitivo, senza altre interruzioni, sino alla chiusura del cantiere (2016). Lavorando a lotti, per il 2015 si potranno avere tratti disponibili.
-    Ticosa: la bonifica si è rivelata più difficoltosa e costosa per le previsioni errate (peraltro segnalate a suo tempo alla precedente Amministrazione in Consiglio comunale). Si sono riaperte le trattative con Multi per una progettualità diversa, dopo aver preso atto che il vecchio programma non è più sostenibile anche sotto il profilo economico. Si cerca un minor impatto edilizio senza rinunciare a una grande area di sosta, al verde e al miglioramento della viabilità; la destinazione deve prevedere anche housing sociale, porzioni destinate al commercio e a servizi per il vicino polo di sant’Abbondio dell’Università dell’Insubria.
-    Patrimonio: è stata adottata la scelta di alienare cespiti non strategici per l’erogazione di servizi comunali; il primo passo ha riguardato le due farmacie (non c’è più motivo perché il Comune faccia l’imprenditore in questo settore); più lenta la dismissione di altri immobili ad uso commerciale, perché i relativi bandi sono complessi. Avendo deciso di non aumentare le aliquote di IRPEF e IMU questa è la via per reperire risorse. L’Assessorato sta poi lavorando sulla verifica dei contratti esistenti, accertandone la regolarità e identificando le occupazioni senza titolo; in fase di definizione anche le pendenze con le associazioni sportive che hanno esposizioni talvolta elevate.
-    Istruzione: è’ stato adottato il nuovo regolamento per gli asili nido, che consente di eliminare le liste d’attesa. Sono poi stati riannodati i rapporti con scuole e università e si è riattivato il tavolo per la realizzazione del Campus a San Martino.
-    Sociale: il problema del disagio sta esplodendo, con sempre più situazioni di grave difficoltà. Ci sono circa 100 alloggi comunali che vanno ristrutturati e un analogo numero di famiglie in liste d’attesa per l’assegnazione. L’offerta è comunque insufficiente, perché il problema è ancora più vasto; si stanno studiando strade per far rimettere sul mercato i moltissimi appartamenti sfitti di proprietà privata.
-    Lavoro: l’Amministrazione non è istituzionalmente preposta a questo settore, che versa comunque in grave difficoltà. L’apporto che è in grado di dare è legato ai servizi che possono essere demandati a Cooperative sociali (manutenzione del verde, dei cimiteri ecc.), in sostituzione di sussidi di lavoro. Purtroppo la situazione, gravissima per quel che riguarda i giovani che spesso però hanno l’aiuto dei genitori, è ancor più complessa per i 40/cinquantenni con famiglie a carico e privi di ammortizzatori sociali. Il Comune purtroppo non può dare risposte.
-    Impianti sportivi: la situazione di degrado generale è conseguente alle mancate manutenzioni e adeguamenti; tutto è fermo agli anni 70/80 e molti impianti sono irrecuperabili. Tra questi il Palazzetto di Muggiò, che tuttavia non è conveniente ripristinare: ci sono infatti impianti soddisfacenti in comuni limistrofi (es. Cantù) e l’esigenza di Como – 1.500 posti – è soddisfatta dal Palasampietro, sul quale si stanno dirottando le richieste. Il problema, in generale, dovrà essere affrontato con il CONI.
-    Lavori pubblici e viabilità: con le risorse a disposizione si cerca di lavorare al meglio, procedendo per priorità sui casi di maggior degrado. Sul fronte della mobilità c’è stata, purtroppo, una battuta d’arresto sul progetto di ZTL del centro conseguente all’emergenza Darsena. Una volta agibile il lungolago, si procederà – se pur per gradi – con la pedonalizzazione di tutto il centro.
-    Cultura: per la grande mostra di Villa Olmo erano effettivamente attesi risultati diversi dal punto di vista dei visitatori; sotto il profilo qualitativo si sono però avuti riscontri rilevanti, anche a livello internazionale, il che convince della bontà della scelta. Sono stati riannodati i contatti con il territorio, identificando le iniziative che vanno mantenute vive – e quindi sovvenzionate. La cultura non è – ne può essere – una spesa accessoria, ma spesso le emergenze costringono a finanziare priorità diverse.
Veloce l’esposizione di Lucini, che vorrebbe tuttavia un dialogo con i presenti. E’ Marcello Campisani – reduce dal semestre greco – che apre gli interventi: “Illudiamoci che arrivino risorse dal Governo centrale, quindi cerchiamo innovazioni rivoluzionarie per salvarci dal disastro” è il suo appello. Franco Brenna vorrebbe essere più cattivo, ma consapevole che le colpe non siano riconducibili a questa amministrazione e che la situazione sociale debba essere assolutamente prioritaria, focalizza qualche piccolo problema: le colonnine davanti al Sagrato di Sant’Abbondio (immediata la replica di Lucini, deve provvedere la Curia), i giardini della stazione centrale, la zona franca, i progetti di Como per l’Expo, l’utilizzo dei 7,5 mil. messi a disposizione dalla Fondazione Cariplo. Bocchietti lamenta l’assenza di un progetto “grandioso” che ridia valore all’intero mercato immobiliare; il Campus potrebbe andare in questa direzione, ma per il Polimi è un progetto strategico?
Le repliche di Lucini: per le rivoluzioni ci sono pochi margini, perché i problemi sono enormi e le soluzioni costituiscono spesso già una rivoluzione; sicuramente è necessario “alzare la testa” dal quotidiano e cercare di guardare avanti con determinazione (purtroppo anche Ticosa e Lungolago sono il “quotidiano” e vincolano il futuro). Il bilancio di previsione, per i motivi accennati, è estremamente prudente, ma Lucini  auspica provvedimenti centrali puntando anche sulla presenza di due ex sindaci nella compagine governativa.
Per la stazione centrale: ha personalmente accertato che durante il giorno la situazione dei giardini è dignitosa, anche se spesso ci sono tracce dei bivacchi notturni con conseguente sporcizia. Si stanno comunque sollecitando le Ferrovie per la riqualificazione della stazione e, con i fondi della tassa di soggiorno, si rifarà l’illuminazione.
Replicando a Bocchietti, fa rilevare che la perdita di valore degli immobili non è un problema circoscritto a Como; purtroppo in passato si è rinunciato ad alcune opportunità che hanno agevolato zone limitrofe (le sale cinematografiche per esempio). E’ comunque d’accordo sul fatto che il Campus costituisca una prospettiva di sviluppo importante e con questo obiettivo si lavora con tutti i soggetti interessati, proponendo anche la fruibilità pubblica del parco. A questo proposito precisa che ci sono ancora difficoltà sul fronte del progetto da sottoporre a Fondazione Cariplo per avere il finanziamento di 5mila euro (in particolare l’Insubria non ha ancora sciolto la riserva circa il trasferimento in Via Velleggio); il Presidente Maroni, anche in questo caso, ha contribuito in modo determinante alla soluzione dei problemi connessi con la destinazione dell’area. Per non perdere comunque l’opportunità di ottenere finanziamenti per il territorio (il termine per la presentazione delle richieste scadrà il 15 novembre), verrà presentato quello che Lucini definisce il “piano B”, cioè una ristrutturazione importante di Villa Olmo, del parco e delle serre, nell’ottica di un obiettivo culturale e turistico di grande impatto.
Capsoni, pur condividendo l’indirizzo di conservazione del territorio, chiede che aree di proprietà comunale, attualmente non edificabili nel PGT, possano divenire utilizzabili per costruzioni di qualità. L’ALER, poi,  è proprietaria di terreni disponibili per housing sociale.
Roncoroni, riferendosi ai problemi connessi con le difficoltà finanziarie, fa rilevare come sulla cultura la scelta elitaria della Mostra di Villa Olmo 2013 abbia causato perdite consistenti: non si è tenuto conto dei risultati importanti raggiunti dalla precedente Amministrazione su questo fronte. Sollecita inoltre una politica che offra opportunità di lavoro, in particolare nel settore del turismo culturale.
A Capsoni Lucini, pur ritenendo ragionevoli le sue osservazioni, conferma le scelte di salvaguardia del territorio, che non si può svendere per “fare cassa”; si preferisce alienare immobili non funzionali all’attività comunali. L’adozione del PGT è stata affrettata per evitare il blocco totale, per cui molte cose possono ancora essere migliorate. Sulla mostra di Villa Olmo: il progetto non ha voluto essere “contro” la linea della passata Amministrazione, che ha dato, nelle edizioni più recenti, buoni risultati (dopo un avvio difficoltoso, che causò qualche “buco”). Qualche dubbio sulla ricaduta, in termini d’indotto effettivo, sul territorio: gli operatori economici – commercianti, albergatori – non hanno segnalato risultati inferiori del 20%, rispetto al 2012 (le presenze di quest’anno sono state 1/5 di quelle precedenti). Non necessariamente un’iniziativa culturale deve essere un progetto di marketing; la mostra rientra in un programma più vasto che è partito dalla valorizzazione di una realtà importante del territorio e che si svilupperà su altre due edizioni, con contenuto culturale elevato – anche se non semplice.
Conclude con risposte a Brenna (nessuna competenza sulla zona franca, vorrebbe eliminare anche Livigno) e a Campisani, che considererebbe rivoluzione abbattere la burocrazia del 99%: gli iter complessi – comuni a tutto il Paese – possono causare fughe oltre confine; semplificazioni sono auspicabili a livello nazionale e l’Amministrazione locale cerca di fare la sua parte.
Angela Corengia

 

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Inizio: 08.05.2024, 14:00
Luogo: Dopo le visite alle mostre pranzo conviviale al ristorante Antica Darsena
Visita in S.Pietro in Atrio e Broletto con Massimiliano Mondelli presidente dell'Accademia Pliniana

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