La visita alla mostra “Lafayette Park, Detroit”
10 Lug 2013


CONVIVIALE DEL 10 LUGLIO 2013

L'Architetto Angelo Monti illustra il progetto di Mies Van der Rohe

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Nell'immagine: l'Architetto Angelo Monti con Roberta Peverelli

Un uragano e qualche pecca organizzativa turbano seriamente l’avvio della prima della serie di conviviali previste presso le Serre del Grumello, ma è la squisita disponibilità dell’amico , collega e relatore Arch. Angelo Monti, accompagnato dalla moglie D.ssa Patrizia Zerbi, a salvare la serata.
Non tutti , sotto il diluvio, riescono a raggiungere le Serre, dove è allestita la mostra itinerante, curata dal Prof. Adalberto dal Bo, già ospitata in prestigiose strutture, che ha come tema l’ insediamento di Lafayette Park a Detroit, 1955-1960, frutto del lavoro comune del genio dell’architettura Ludwig Mies Van der Rohe, insieme al collega Ludwig Hilberseimer, al paesaggista Alfred Caldwell ed al giovane intellettuale Herbert Greenwald.
I coraggiosi e fortunati presenti possono cogliere tutti i ricchi contenuti della mostra , immagini, elaborati grafici, plastici, insieme alla descrizione puntuale e di altissimo livello critico e conoscitivo che l’Arch. Monti ne fa e generosamente replica , fuori programma, nelle sale della Villa, dove è allestito il convivio, che diventa così una tradizionale serale.
La mostra, organizzata dall’Ordine degli Architetti che ha investito risorse per l’allestimento, offre l’opportunità di approfondire diversi temi dell’architettura e dell’urbanistica non così lontani da noi, sebbene si collochino in un tempo e in un luogo lontani. Il progetto riguarda una vasta area centrale di Detroit, nel momento esplosivo di “Motor Detroit”, cuore della produzione dell’auto: l’auto cambia radicalmente il modello urbano, il limite che aveva, viene rotto dall’auto.
Una legge federale del 1949, volta alla promozione di programmi di rinnovamento delle città americane, consente lo svuotamento di uno slam che lascia un vuoto di 23 ettari, e dopo un primo tentativo operato da un comitato di cittadini che si arena, l’intervento di un giovane e colto finanziere dà la svolta alla costruzione di un nuovo modello di città contemporanea.
Questi, Herbert Greenwald, aveva già chiesto la collaborazione di Mies a Chicago e decide di proporre un intervento immobiliare decisamente innovativo, che così può essere sintetizzato: la ricostruzione di un’area urbana partendo dal presupposto che il connettivo – che in una città europea è costituito da strade e piazze- è il parco. Un modello di inserto contro tendenza, fondato sul principio che le auto, nella città delle auto, non entrano, e pensato  per arginare il progressivo allontanamento di un numero significativo di abitanti della Middle class, attirati dai sobborghi esterni alla città, da una vita più sicura e tranquilla resa possibile dall’auto.
Il modello è attraente, poiché propone una “mixitè” urbana attraverso tipi edilizi differenti, a torre, a schiera , a corte, inseriti nel parco, che costituisce un progetto nel progetto, opera del celebre “collega” paesaggista Caldwell, , a garanzia della perfetta integrazione fra architettura ed impianto vegetale. Chi vive nelle torri gode del mare verde sottostante, chi abita nel parco lo vive con uno straordinario e ricercato contatto con la natura. La vasta estensione a parco collega le diverse parti dell’insediamento e si pone come elemento collettivo per eccellenza, è la sede delle attività comuni e degli edifici di interesse pubblico; le strade sono collocate ad un livello inferiore così da eliminare  in buona parte le automobili dalla vista.
La qualità dell’habitat diviene centrale e la lezione del progetto è di estrema attualità , secondo l’arch. Monti, poiché la crisi contemporanea che stiamo vivendo deve lasciarci un segno per costruire in modo consapevole.
La realizzazione del progetto rimane incompiuta, poiché il giovane promoter muore in un incidente aereo nel 1959, tuttavia rimane un modello concreto di lavoro messo a punto dal genio congiunto di Hilberseimer, in fuga insieme a Mies dalla Germania nazista verso gli Stati Uniti, e del grande paesaggista, attivi congiuntamente e dediti all’insegnamento nel prestigioso Illinois Institute of Technology.
Ringraziamo l’Arch. Monti, al quale facciamo omaggio di uno  storico volume di architettura , scelto dall’insostituibile Camillo, ma c’è tempo per un commento provocato da Franco Brenna sulla questione lungolago: la città, secondo Monti, è esausta di questa privazione, quasi comprensibilmente nichilista, il progetto recentemente presentato è misurato, molto modesto nel decoro e con tutti i limiti di un progetto di fattibilità, d’altro canto la crisi ci sta tristemente imponendo la necessità di reinterpretare al ribasso l’intervento sul territorio, una sorta di ritorno all’umiltà contro la collezione di micro monumenti, che sono la negazione della città. Chiude con la constatazione, che invita tutti a verificare, che a differenza di molte altre città d’acqua europee Como “non tende  verso l’acqua” , verso il lago, la visuale è interrotta dalla piattaforma ora collocata ad una quota più alta. Auspichiamo comunque che il progetto decolli e con un affidamento regolare.

Roberta Peverelli
 

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"Il Catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura " Massimiliano Mondelli
Inizio: 08.05.2024, 14:00
Luogo: Dopo le visite alle mostre pranzo conviviale al ristorante Antica Darsena
Visita in S.Pietro in Atrio e Broletto con Massimiliano Mondelli presidente dell'Accademia Pliniana

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