Como e il suo territorio: prospettive di sviluppo
12 Giu 2013
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CONVIVIALE DEL 12 GIUGNO 2013
Il futuro visto dai protagonisti dell'economia e della cultura comasca
Nell'immagine da sinistra: Filippo Arcioni, Giorgio Carcano, Giacomo Colombo, Jean Marc Droulers, Fulvio Alvisi e Angelo Monti


Avrebbe dovuto essere il Governatore Maroni il relatore della serata, al Circolo del Golf di Villa d’Este di Montorfano, ma a pochi giorni dalla conviviale ci è stato comunicato che non avrebbe potuto partecipare e Colombo ha precettato gli amici del RC Como Carcano e Arcioni per svolgere l’argomento della serata. Numerosi gli ospiti comunque presenti, malgrado conoscessero la defezione del Governatore (l’elenco è riportato tra le presenze del mese), disponibili a intervenire apportando il loro contributo.

Apre Filippo Arcioni – AD di Como Next -, che ha partecipato alla recente assemblea di Assolombarda nel corso della quale Maroni ha trasmesso una sferzata di orgoglio: o ci si piange addosso o si va avanti in modo positivo, pensando di invertire il senso di marcia.

Arcioni cita il guru dei mercati Warren Buffet: «È solo quando scende la marea che vedi chi sta nuotando nudo” , per osservare che Como non è “rimasta nuda” all’inizio della crisi, malgrado  l’assenza di un’azienda leader e di una banca locale che facessero da traino all’economia del territorio.  Pur nella consapevolezza che dobbiamo competere con la Svizzera, che ha benefici fiscali e formalità amministrative irraggiungibili, è necessario mettere in campo le risorse che abbiamo e valorizzarle: questo è ciò che la Camera di Commercio ha fatto, stanziando una somma importante (5 milioni) e coinvolgendo nell’apporto finanziario tre banche e un gruppo di Associazioni per arrivare a 20 mil. di euro. Sono nati “Sviluppo Como”  e il Parco tecnologico di Lomazzo,  ulteriormente finanziati dalla Fondazione Cariplo e da mutui, in sinergia con le Università e le Istituzioni. Viene poi costituita “Como venture”, per raccogliere sul territorio capitale di rischio per le start-up (5 mil.) e con queste premesse affrontiamo l’EXPO 2015. Anche bellezza, storia, cultura costituiscono carte vincenti con le quali attirare i visitatori stranieri e in questo senso si muovono recenti iniziative come il Festival della luce del Centro Volta, quello della Musica dal Teatro Sociale e quello del cinema di paesaggio di Lake Como. Purtroppo siamo penalizzati da errori del passato (tra tutti paratie e Ticosa), ma è necessario avere comunque una visione positiva a 360 gradi.

Carcano – Presidente di Como Next - apre il suo intervento con una notizia positiva: è stata accettata la candidatura per ospitare la riunione dei Parchi mondiali del 2015. Proprio in giornata è arrivata una delegazione cinese per visitare il Parco di Lomazzo, che ospita 62 aziende contro le 20.000 dello Zhongguancun Science Park di Pechino (1,5 mil. di addetti su una superficie che è pari a 1/3 di quella della provincia di Como), che contende con Mosca e Poznan la candidatura a sede dell’incontro. Con l’occasione la delegata cinese ha lasciato un piccolo omaggio per Filippo Arcioni – oggi assente -: un’inquietante chiavetta in ceramica per pc, che si sospetta possa spiare o, peggio ancora, distruggerne il contenuto, di cui Carcano si libera con sollievo  consegnandola all’interessato.

Carcano identifica con la mancanza di progetti chiari le difficoltà a reperire i finanziamenti sul territorio: un esempio è il Campus di San Martino, di cui si parla da anni senza tuttavia presentare un programma di utilizzo concreto, che consenta la redazione di un piano economico-finanziario. Un’eccezione è invece il Teatro Sociale, per il quale i soci privati hanno identificato interventi con il relativo budget, ottenendo la copertura degli investimenti.

Sul fronte delle infrastrutture, Como ha la fortuna di avere due sistemi ferroviari che, messi a regime, possono costituire un’occasione di sviluppo unica, sia per l’accoglienza turistica che per l’aspetto commerciale. Oggi le merci che viaggiano su treni sono irrilevanti, rispetto al trasporto su gomma che tuttavia la Svizzera ostacolerà con l’entrata in funzione dell’Alp- transit: bisogna quindi identificare rapidamente un luogo dove poter trasferire i container sui vagoni per tenere in vita il nodo di Como. In parallelo si deve trovare soluzione allo stato di degrado della stazione di San Giovanni, prima dell’EXPO 2015.

E’ ancora Arcioni a sottolineare la funzione di “Impresa” del Teatro Sociale, che ha un fatturato di oltre 7 milioni e impiega ben oltre 100 addetti, a dimostrazione che con la cultura si può “produrre”. Ricorda poi l’inaugurazione del “Kilometro della conoscenza”, che unisce con un ponte Villa Olmo a Villa Sucota passando per le serre del Comune e Villa del Grumello, attuale sede della scuola di alta specializzazione del Centro Volta. Cultura e formazione devono quindi costituire atout decisivi per lo sviluppo del territorio.

La parola passa quindi a Jean Marc Droulers, presidente di Villa Erba. Il polo espositivo è costato alla comunità circa 45 milioni e non ha ancora trovato un equilibrio economico-finanziario. Mostre e congressi favoriscono un indotto considerevole, sia per gli ospiti che poi si disperdono sul territorio che per le aziende coinvolte. Il 2012 dovrebbe aver invertito il trend negativo, con un nuovo sistema gestionale che dovrà tener conto dell’effetto leva dell’EXPO 2015 (sono previsti 6 milioni di visitatori esteri in 180 giorni). E’ tuttavia necessario organizzare l’accoglienza sul territorio e calmierare i prezzi e teme che su questo fronte si sia ancora in ritardo.

E’ poi la volta di Fulvio Alvisi, tra l’altro vice presidente di camera di Commercio e presidente del CLAC. Cita l’enorme patrimonio di conoscenze artigianali per evidenziare la creatività del territorio, che va coordinata e sostenuta. Vanno definite le priorità, che devono partire dall’occupazione - in primis quella giovanile. L’esperienza del polo di Lomazzo ha creato 350 posti di lavoro e dimostrato che, andando verso l’innovazione, si crea dinamismo e competitività. Oltre al tessile il territorio ha il patrimonio del legno-arredo, entrambi settori in cui creatività e know-how consentono di poter stare sul mercato. Queste sono quindi le direzioni verso le quali indirizzare capitali e risorse, in sinergia con i poli universitari, le altre scuole (Conservatorio, Accademia Galli-IED) e il centro Volta: va definito un programma comune per rendere attrattiva la Città, che deve poter accogliere anche stabilmente gli studenti stranieri e non temere la fuga dei nostri cervelli, trattenuti anche grazie alla collaborazione con le Imprese. Essere concreti e umili: questo il messaggio di Alvisi; Como è conosciuta nel mondo per la Villa di Clooney, approfittiamo di questo vantaggio per diffondere anche le altre risorse del territorio, che non possono prescindere dai giovani e dalla cultura.

Angelo Monti, presidente dell’ordine degli architetti, ritiene che la città abbia la consapevolezza dei temi che vanno recuperati: cultura, formazione, promozione del turismo, mobilità adeguata possono trovare posto nelle risorse ambientali che devono costituire potenzialità economiche. Gli architetti hanno il dovere di riconoscersi parte della società civile, anche in termini critici ma costruttivi. C’è poco tempo per garantire uno sviluppo sostenibile alla nostra società, ma ci sono le condizioni per “fare sistema” (termine un po’ abusato che va tuttavia recuperato concretamente). E’ necessario capire cosa si vuole per la Città, quali le scelte culturali, pensare alla transnazionalità del territorio, prendere atto che Como può essere uno straordinario modello per altre realtà, attraverso un’oculata trasformazione urbana. A questo proposito informa che, grazie alle capacità di correlarsi messe in campo dagli Enti, Como è stata riconosciuta come uno dei tre modelli nazionali per la sperimentazione di Urban-pro, entrando nel progetto di rigenerazione urbana che gode anche di finanziamenti europei.

E’ poi Giuseppe Colangelo, Rettore dell’Insubria, a evidenziare la necessità che una buona istruzione debba passare attraverso la collaborazione con le Imprese. In quest’ottica sono orientati gli sforzi del polo universitario, che ha ottenuto, tra l’altro,  che proprio a Como – a sant’Abbondio - la Banca d’Italia presenti il rapporto sull’economia della Lombardia. In quest’occasione arriveranno i rettori delle università regionali più importanti e si svilupperanno le opportunità di tenere seminari di alto livello, che potranno portare anche studiosi da altre parti del mondo. Per Como, oltre al polo scientifico, c’è il dipartimento umanistico, per il quale si sta studiando una specializzazione in diritto tessile (fashion law), in collaborazione con Milano Bicocca, Statale e Piemonte orientale e varie Istituzioni: una grande opportunità per avvicinare l’università alle esigenze del territorio. Altra iniziativa, con Univercomo, è quella di favorire l’accesso allo studio universitario a studenti con famiglie meno abbienti attraverso borse di studio.

Conclude la carrellata degli interessanti interventi Maria Brovelli, pro-rettrice del Politecnico di Milano a Como. Ritiene fondamentali gli aspetti sinergici con alcuni soggetti del territorio, che hanno portato all’esperienza di Como Next. Anche il progetto per il Campus universitario a San Martino ha fatto un passo avanti, perché finalmente si è creato un “tavolo” tra i soggetti che devono essere coinvolti. Questo obiettivo è tra le priorità del Polimi, perché amplia la possibilità di attrarre studenti dall’estero. Il futuro della città, la sua crescita anche economica, devono passare attraverso il coinvolgimento dei giovani, che portano nuove idee ed entusiasmo; per questo è necessario investire su di loro e sulla cultura e il Campus è una buona occasione per farlo.

Il Presidente, ringraziando i partecipanti, apre il dibattito ma nessuno interviene, perché i relatori hanno in maniera esaustiva affrontato quasi tutti gli argomenti connessi alle prospettive del territorio; è stato particolarmente apprezzato il pragmatismo e la concretezza dei contenuti, che non ci hanno fatto rimpiangere Maroni se non per le eventuali risposte “ufficiali” a molte delle sollecitazioni emerse.

Angela Corengia

 

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