Le eroine di Carla, scrittrice e poetessa
20 Mar 2013
rotary_baradello_13_carlamusa

CONVIVIALE DEL 20 MARZO 2013
Alberto Longatti e Gianfranco Scotti ricordano Carla Porta Musa Carla Porta Musa
Nell'immagine di Giulia Farinacci: Alberto Longatti, Gianfranco Scotti, Livia Porta e Giacomo Colombo


Doveva essere una festa per il compleanno di Carla Porta Musa, i 110 anni che avrebbe compiuto il 15 marzo. E’ invece una serata di ricordi, con Colombo che esordisce rammentandola ospite a una conviviale. In quell’occasione la già quasi centenaria scrittrice, riferendosi al suo primo viaggio fuori dall’Italia nel 1916, disse che i giovani devono girare il mondo per aprire la propria mente e fare esperienze di vita: “mandateli all’estero”, fu l’invito lanciato ai presenti.
Sullo schermo scorrono le immagini scattate dal fotografo Gin Angri in occasione dell’ultima intervista che la Signora Carla rilasciò lo scorso anno allo scrittore Mauro Fogliaresi, mentre Alberto Longatti, che non vuole fare una serata commemorativa, ci porta a scoprire l’evoluzione della sua scrittura, che si è arricchita e diventata sapiente, letteraria, con il passare degli anni. Ha trovato un filone dominante della sua opera, in genere definita autobiografica: i luoghi possono essere quelli della sua vita, ma i personaggi hanno una loro autonomia, che si costruisce man mano che il racconto procede. Le figure femminili hanno una caratteristica comune: sono donne in maniera diversa, ma tutte inserite in situazioni a volte conflittuali, personaggi inquieti che cercano di crearsi serenità, quasi per alleggerire la vita degli altri. Il racconto si evolve in storie di famiglie, anche allargate; talvolta sono una vera e propria serie (trilogie toscane e di Chiara). I libri non hanno progetti alle spalle, Carla li costruiva pensandoli e iniziando velocemente a scrivere l’incipit, che entrava direttamente nella storia. La sua scrittura muta da momenti raccontati in prima persona, quasi confessioni, a una forma poco descrittiva, che interiorizza i personaggi e i loro rapporti con il mondo esterno. Bravissima a condensare i racconti, semplici ma raffinati, una scrittura adatta a essere pubblicata sui giornali: molti punti, poche virgole. Le frasi le nascevano in testa e poi le scriveva su un quaderno, a matita – per poter cancellare.
“Virginia 1880” nasce sull’emozione delle letture di Fogazzaro, Austen, James: è il quadro ottocentesco di un mondo legato da convenzioni–costrizioni, in cui si muovono personaggi di famiglie benestanti. Descrive un’idea di donna che cerca la propria autonomia, con accenni di ribellione, all’interno di una gabbia dorata fatta di ipocrisie. Il romanzo è acidulo, polemico, quasi una denuncia; oggi molto più comprensibile e vicino a un ruolo femminile che Carla ha anticipato. Gianfranco Scotti legge brani da “Virginia 1880”, che Alberto commenta con la trama del romanzo: una prima parte che ci presenta il personaggio attraverso episodi quotidiani, che ci fa presagire un racconto “rugiadoso” in un ambiente privilegiato. E una seconda parte in cui il sogno viene meno: un matrimonio sbagliato che porterà alla rovina, con un finale tristissimo. Il personaggio si mantiene però integro, il male viene dall’esterno; una critica severa a un mondo corroso.
Dopo il 1955 Carla aggiunge un’altra forma di scrittura: brevi ritratti presi dal vivo, poesie che nascono nella sua mente “di notte, fra le dita, come farfalle”.  Continua a raccontare le storie di famiglie e nel 1965 nasce la trilogia fiorentina, che torna sull’idea di una giovane donna, Dorotea, con un salto d’epoca nel 900. Nel primo libro si esprime in prima persona, tracciando una figura ribelle che reagisce in modo incontrollabile alla separazione dei genitori (ben delineata nella lettura di Scotti).  E’ uno dei romanzi più felici, immediato e fresco, con un fondo di ironia; la protagonista prende la mano, mettendo in ombra gli altri. Nel secondo libro cerca di descrivere meglio l’ambiente in cui le storie si snodano; il racconto è fatto dalla madre, da un altro punto di vista quindi, con al centro sempre Dorotea. Nel terzo poi si amplia ad altri personaggi.
Un’altra trilogia, quella di Chiara, verrà negli anni dal 1995 al 1998. Al posto della ragazzina una donna che subisce contraccolpi disastrosi; la trama è complessa, non più descrizioni di momenti ma situazioni complicate, storie anche parallele e un finale triste. Il secondo volume prende il filo del primo romanzo per raccontare dell’eredità che la protagonista lascia, con una prima parte descrittiva che poi diviene epistolare. Altro finale triste nel terzo libro, con uno spiraglio di rinascita dei personaggi “successori”, che vanno a chiudere il cerchio della storia: sentimenti, più che fatti, ben espressi nelle letture di Scotti. Libri che hanno la struttura di un romanzo, con una trama che si sviluppa su più generazioni.
Carla scriverà poi altre cose, tra cui un libro per ragazzi e brevi racconti per la Domenica del Corriere, poi raccolti in un’antologia. La lettura di uno di questi ci testimonia la raffinatezza e l’ironia di cui Carla è maestra, ma soprattutto ci dimostra quanto non fosse ripetitiva, capace di passare da storie tristi all’umorismo puro. Le ultime letture di Scotti sono alcune poesie, immagini di grande grazia che Alberto definisce i “pensieri più nascosti di Carla”.
Tenero è il ricordo della mamma di Livia Porta: “era un grumo di cose che sono rimaste tutte dentro”.
Ironico, ma con l’idea di voler ancora godere della sua presenza, il commento di Giacomo Colombo: “ci ha lasciato presto”, anche se Livia osserva che ultimamente era stanca. Ancora Colombo, che ha vissuto in Via Musa, ricorda – prima di chiudere la serata - la tenacia di Carla nel volere la via intestata al padre.
Il presidente ha voluto fare un omaggio, anziché al nostro Alberto Longatti - che è ormai relatore frequente - alla moglie: mai fiori più adatti alla circostanza, perché Carla festeggia il suo compleanno. Auguri quindi a lei e all’altra Carla, che abbiamo ricordato con grande affetto.

Angela Corengia

 

Prossimo Evento


"Festival della Luce 2024 - Franco Brenna e Giulio Casati
Inizio: 15.05.2024, 12:30
Luogo: ristorante Antica Darsena del Palace Hotel
Presentazione del nuovo "Festival della Luce"

Calendario Eventi


«   Maggio 2024   »
lumamegivesado
  1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
  

Area Riservata



Bollettini

Segreteria

Lun - Mer - Ven
dalle 9.00 alle 12.00

Rossella Tondù
Tel. 031 264656
segreteria@rotarycomobaradello.it

Riunioni del Club


Tutti i mercoledì non festivi
ore 12:30


Ristorante Antica Darsena
Palace Hotel


Lungo Lario Trieste 16
22100 Como


tel. +39 03123391
fax +39 031303170


Nel caso di riunione effettuata in giorno o ora diversi, l'accoglienza ad eventuali ospiti è garantita dalla presenza di un socio, delegato dal Consiglio.