La Città nuova – Oltre Sant’Elia
13 Mar 2013
rotary_baradello_13_mostra

CONVIVIALE DEL 13 MARZO 2013
Luigi Cavadini e Marco De Michelis  presentano la mostra di Villa Olmo 2013
Nell'immagine: Luigi Cavadini, Giacomo Colombo e Marco De Michelis


Prima dell’attesa relazione che ci introdurrà alla nuova mostra di Villa Olmo, l’A.G. Roberto Dotti ci informa che Ron Burton – RC Norman, Oklaoma - sarà il nuovo presidente del R.I., con il motto “VIVERE IL ROTARY – CAMBIARE VITE”. Ricorda poi i seminari distrettuali in corso per la formazione dei presidenti, cui è stata delegata quella dei soci.
Colombo introduce poi l’Assessore Luigi Cavadini, “uomo giusto al posto giusto”, considerando la sua grande cultura e conoscenza del mondo dell’arte, di cui si occupa da sempre.
Cavadini, prima di parlare della mostra, desidera sottolineare l’impegno significativo affrontato con questo progetto, che entra in una nuova logica che non vuole mostre “spot”, singoli eventi tra l’altro confinati a Villa Olmo. L’idea è stata quella di partire da un grande artista comasco, Antonio Sant’Elia (più conosciuto all’estero che a Como) per sviluppare un programma triennale che ci porti a conoscere l’idea di Città, con un percorso che parte dal 1913 per arrivare a quella che vogliamo prospettare per il futuro. C’è quindi dietro un programma per valorizzare anche Como, sia attraverso un suo artista tra i più importanti, che con diverse sedi della mostra (oltre a Villa Olmo anche la Pinacoteca – dove saranno esposti una cinquantina di disegni della collezione comunale – e Confindustria – con schizzi di proprietà degli eredi); una proposta che non si esaurisce quest’anno ma proseguirà sino al 2015, con un’esposizione dedicata alle tematiche dello spazio urbano che “vorremmo” per il futuro. Questo “ampliamento” sulla città nasce dall’esigenza (dopo aver verificato, attraverso dati effettivi raccolti – per esempio – tra i commercianti, la scarsa ricaduta in termini d’indotto su Como delle mostre precedenti) di “far entrare” i turisti in città, prima che riprendano la via dell’autostrada o si disperdano sulle rive del lago.
Il titolo è stato preso da una serie di disegni che Sant’Elia presentò nel 1914; l’ultima mostra sull’artista risale al 1991 e si tenne a Venezia, curata dal Professor De Michelis affiancato da Alberto Longatti e Luciano Caramel; sponsor fu il cavalier Antonio Ratti e Cavadini ne curò la comunicazione.  Da lì sarebbe dovuta venire a Como, ma ci arriva solo ora.
Passa quindi la parola al professor Marco De Michelis, ordinario di storia dell’architettura all’università di Venezia (ben conosciuto a Como perché direttore della Fondazione Ratti), che Cavadini descrive come uno degli esperti più attenti ai rapporti architettura-arte, oltre che profondo conoscitore delle opere di Sant’Elia.
De Michelis, che proietta le immagini tratte dal catalogo, ha accolto con entusiasmo l’idea prospettata da Cavadini, che analizza un percorso di cento anni di visioni urbane, dai primi disegni futuristi di Sant’Elia del 1913, con opere inedite, dipinti, disegni, modelli, filmati e installazioni di artisti di fama mondiale.
Il percorso espositivo si apre, nella prima sala, con “La Città nuova”, una serie di dodici disegni che Sant’Elia aveva presentato alla mostra milanese “Nuove Tendenze” nel 1914 e che riassumevano le visioni urbane che il giovane architetto aveva formulato per il futurismo. La sua idea di Città venne quindi raccolta da altri grandi architetti, le cui opere sono presenti nelle sale successive. Tra questi Le Courbusier (con la “Città contemporanea per tre milioni di abitanti”) e Wright (“Broadacre City”, la città ideale americana), sino ad arrivare agli anni 70 con le idee dei gruppi radicali italiani Archizoom – più estreme, con il concetto di città-fabbrica - e Superstudio,  che più moderatamente salva le forme elementari per costruire di tutto. In mezzo i disegni e i plastici delle fantasie urbane degli anni del dopoguerra di Constant e Friedman, degli inglesi di Archigram, di Fuller e Isozaki (le città sospese, New Babylon, i coni rovesciati).  
La Città diventa protagonista anche nelle opere di artisti come Boccioni (la “Città che sale”) e Sironi (i silenzi e delle periferie), Leger (la città in divenire, con le impalcature), Citroen e Moholy-Nagy, esposte alla mostra.
In una delle sale è proiettato un trailer, prodotto per l’occasione,  del film Metropolis  di Fritz Lang, girato sugli sfondi delle scenografie visionarie (che rimandano a Sant’Elia) di Erich Kettelhut, di cui sono presenti i bozzetti utilizzati per girare le scene. Il film viene proiettato anche in versione integrale.
Il percorso testimonia poi l’idea di città futura riscoperta solo da 10/15 anni, dopo che era stata ignorata per un lungo periodo, rappresentata da alcune opere-chiave della ricerca artistica di Chris Burden (lo sterminato plastico “Pizza City”) o dal video della cinese Cao Fei, che ci porta nella sua città sospesa nello spazio virtuale di Second Life, dove ci sono evidenti tracce di presente e passato ma non di futuro.  Interessanti poi le opere di Yongliang, che ricrea la megalopoli di Shanghai sullo sfondo idilliaco di un paesaggio cinese e di Hoeller, che ha ricostruito un progetto fantastico “rubato” alla tesi del 1928 del sovietico Krutilov per una città volante.
Da non dimenticare poi i cinquanta disegni di Sant’Elia (scelti tra i 160 di proprietà comunale) esposti in Pinacoteca, una vera ricchezza cittadina finalmente visibile. A questo proposito va ricordato l’importante contributo del RC Como, menzionato in apertura da Cavadini, che ha messo a disposizione del Comune 48.000 euro (poi incrementati dalla Fondazione della comunità comasca) per la realizzazione del catalogo a cura di Longatti e Caramel e per l’approntamento della piattaforma multimediale in touch-screen con tutte le opere di Sant’Elia e il relativo commento.
Apre gli interventi Ambrosoli che, pur apprezzando il progetto a largo respiro sui prossimi anni, teme che la mostra sia “di nicchia” e chiede quali iniziative siano state intraprese per pubblicizzarla. Risponde Cavadini, accennando alla sua esperienza trentennale nel campo della comunicazione di mostre artistiche: illustra la capillare campagna studiata in tempi e luoghi di particolare appeal (metropolitana di Milano nel periodo pasquale, per esempio) o sui principali quotidiani con segnalazioni e interviste, oltre ai numerosi contatti con studiosi, giornalisti di settore e critici d’arte (l’importante rivista d’arte Flash Art ha già dedicato due pagine all’evento). Per tutta la durata della mostra ci sarà copertura mediatica sulla stampa nazionale e specializzata. Non ritiene poi la mostra un intervento di “nicchia”, anche se prudenzialmente non sono previsti i numeri di visitatori delle passate edizioni (ma l’evento ha anche un costo inferiore). Fare cultura significa offrire qualcosa che ci faccia apprendere nuove conoscenze; nel caso di questa mostra, poi, la logica è stata quella di partire dalla valorizzazione di un patrimonio cittadino (Sant’Elia) per entrare nel mondo dell’arte contemporanea, un po’ più lontana rispetto alle altre.
Elisabetta Broli, presidente Inner-weel, vuole fare un paragone con le mostre di Gaddi per notare come il costo sia comunque elevato (780.000 euro rispetto al milione di edizioni altisonanti, di sicuro maggior impatto). Replica Cavadini, facendo rilevare che il maggior peso è quello per i costi fissi (trasporti, assicurazioni, guardiania, comunicazione); per avere le opere non sono state sostenute spese, cosa che invece avveniva nelle precedenti edizioni. Sono stati utilizzati gli allestimenti della mostra dello scorso anno, contrariamente al solito perché venivano sostituiti ogni volta, ma soprattutto si sono chiusi preventivamente tutti i contratti con gli sponsor, per avere la certezza della copertura economica.  Inoltre questa mostra è anche un investimento per il Comune, in quanto già richiesta da importanti musei nel mondo.
A Pomentale, che chiede come sia stato risolto il problema di spostamento tra le due sedi, Cavadini chiarisce che verranno istituiti trasporti navetta, all’inizio almeno durante i fine settimana. L’idea sarebbe però quella di pubblicizzare un percorso che, attraverso la passeggiata a Lago, lambisca le costruzioni razionaliste su Via Puecher sino al monumento ai Caduti e Tempio Voltiano, per poi accedere dal lungolago al centro. Il biglietto d’ingresso vale per le due mostre e può essere utilizzato anche in giorni diversi; i gruppi e le associazioni arrivano quasi sempre in giorni feriali e hanno propri mezzi.
Capsoni si complimenta ma chiede di non dimenticare gli altri “giganti” del territorio (Magistri Cumacini, Razionalisti) e Roncoroni rileva come ci sia discontinuità con il passato, che aveva dato buoni risultati, temendo di poter mantenere in futuro questa nuova linea di avanguardia. Brenna è invece entusiasta: trova la mostra originale (anche perché “non comperata già impacchettata”), di grande lungimiranza e con il merito di valorizzare un artista comasco di portata internazionale; la speranza è che anche la città sia “visibile e vivibile” (più pulita e accogliente) e che le mostre abbiano maggiori orari di apertura.
Cattaneo ha una sola perplessità, che esprime con un concetto molto tecnico riferendosi alla rivoluzione cibernetica che, dagli anni 70, ha modificato il concetto di spazio.
A tutti replica Cavadini: assicura che gli orari saranno continuativi dalle 10 alle 20 e in taluni giorni alle 22, sperimentalmente anche in Pinacoteca. In contemporanea ci saranno altre mostre, tra cui quella di Cesare Cattaneo (già esposta a Roma con grande successo) a San Pietro in Atrio e un’esposizione di Design, con oggetti comuni, al Broletto.
Rispetto al passato c’è forse discontinuità, ma solo perché in precedenza si trattava di mostre singole; ritiene che non si possa lavorare solo per flash, ma bisogna porre attenzione a percorsi culturali che creino un interesse continuo e abituino a cogliere il valore anche del nuovo. Le mostre non possono essere costruite per blocchi ma “raccontate”: è questo l’obiettivo che, con De Michelis, si è voluto raggiungere, andando a identificare il filo conduttore e cercando, in giro per il mondo, quello che si voleva in mostra.
Non possiamo che condividere, con Cavadini e De Michelis, l’entusiasmo per questo evento davvero coraggioso, nella speranza che i risultati siano ancora migliori delle previsioni.

Angela Corengia

 

Prossimo Evento


Riunione sospesa per festa nazionale
Inizio: 01.05.2024, 14:00
Luogo: sospeso
La consueta conviviale del mercoledì è sospesa perchè è la festa dei lavoratori

Calendario Eventi


«   Aprile 2024   »
lumamegivesado
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
     

Area Riservata



Bollettini

Segreteria

Lun - Mer - Ven
dalle 9.00 alle 12.00

Rossella Tondù
Tel. 031 264656
segreteria@rotarycomobaradello.it

Riunioni del Club


Tutti i mercoledì non festivi
ore 12:30


Ristorante Antica Darsena
Palace Hotel


Lungo Lario Trieste 16
22100 Como


tel. +39 03123391
fax +39 031303170


Nel caso di riunione effettuata in giorno o ora diversi, l'accoglienza ad eventuali ospiti è garantita dalla presenza di un socio, delegato dal Consiglio.