I capolavori del Belvedere a Como
16 Apr 2008
ScolariCollinaGadd

CONVIVIALE DEL 16 APRILE 2008
Giuliano Collina ci introduce alla visita della Mostra di Villa Olmo.

Nell'immagine: Massimo Scolari, Giuliano Collina, Gianna Ratti e Sergio Gaddi.


La nostra incontenibile Gianna Ratti non finisce mai di stupire: aveva promesso una sorpresa, per la serata ormai tradizionale al Bennet - dedicata alla presentazione della mostra di Villa Olmo - e.. sorpresa è stata: il buffet offerto è tutto dedicato alla cucina valtellinese, pizzoccheri compresi. Per non parlare degli ospiti d'eccezione che ha invitato, rotariani "doc" del Ticino, di Sondrio e di Milano e addirittura Bob Krieger, il famosissimo fotografo che - tra l'altro - ha scattato l'immagine di Gianni Agnelli che compare sul volume edito da Skira  in occasione della bella mostra di fotografie e filmati (oltre a Krieger sono esposte opere di Harari, Lessing, Newton) sull'Avvocato.
E' la signora Giusi Moro, organizzatrice della cena e titolare, con il marito rotariano, di un'Azienda che produce prodotti alimentari tipici valtellinesi, che apre la serata parlandoci appunto della sua attività. Dopo aver saputo tutto su bresaole e taneda è la volta di Giuliano Collina.
Come al solito parte un po' "largo", cercando di inquadrare la mostra anche nel percorso seguito dall'Assessore Gaddi, che dopo aver dedicato tre edizioni dell'evento ad Artisti singoli (Mirò, Picasso e Magritte) ha accolto dapprima le opere del Museo di Belgrado ed ora di quello del Belvedere di Vienna. Non ci troveremo quindi ad ammirare solo opere di un periodo storico  (la pur importante secessione viennese) o una ricca selezione dei tre Artisti principali (Klimt, Schiele e Kokoschka), ma parte della nutrita collezione permanente del Museo, che "abbraccia" (anche da qui forse il titolo della Mostra) un periodo temporale più vasto. Tutte opere comunque di Artisti viennesi che non subirono l'influenza dei movimenti nati in Francia,  a cominciare con quelli che si rifecero all'arte veneziana del 600 e "toccando" tutti i periodi successivi, dal Biedermeier al Classicismo e Romanticismo sino appunto alla grande rivoluzione figurativa della Secessione e dell'Espressionismo, in una progressione temporale che ben descrive lo sviluppo artistico austriaco.
Le prime sale  espongono i movimenti legati al neoclassicismo barocco, legate alla storia religiosa o mitologica, poi - dal 700 - la pittura diventa descrittiva con i rappresentanti dell'illuminismo ed i loro paesaggi minuziosi analizzati a volte freddamente. Nel Romanticismo il modello è il gotico, con il suo desiderio di comunicare con l'infinito. Le luci e le ombre in risalto danno l'idea dell'introspezione psicologica che ritroviamo in  Sigmund Freud;  la natura acquisisce violenza e maestosità sottintendendo la passionalità che accompagna l'esistenza umana, con la luce che modula l'interesse e non "cataloga" più. Vi sono anche tre opere che vengono definite da Giuliano orribili, giustificate però dalla necessità di rappresentare quel periodo assolutamente decadente che genera poi il Secessionismo e l'Espressionismo.
Ecco quindi le opere di Klimt, con le sue galline ed i paesaggi analitici ed attenti, i tessuti che diventano forme autonome, qui presente con opere di rilievo come il bel ritratto di Johanna Staude.  E poi Schiele con l'"Abbraccio", che sembra riassumere la sua pittura fatta di erotismo ed introspezione, con grande risalto alla fisicità dei corpi. Ed ancora Kokoschka, con la violenza del segno ben rappresentata nel "Tigone". Come sempre Giuliano ci proietta una selezione delle opere che ritiene più rappresentative, a corredo della "lezione" che ci accompagna  nel mondo del "Belvedere".
Sergio Gaddi, prendendo in conclusione la parola, conferma lo spirito di questa Mostra così come interpretato da Collina. Scherza sull'abilità che Giuliano gli riconosce di riuscire a portare a Como opere importanti ("questa volta forse perché la Direttrice è nuova") ed anticipa che sta già lavorando per il futuro. "Per fortuna la mostra sta andando bene.." conclude, provocando Collina che da sempre critica la brutta abitudine di voler raggiungere la copertura integrale dei costi: un avvenimento culturale non può essere condizionato dal numero dei visitatori!

Angela Corengia

 

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