A che punto siamo arrivati...
30 Apr 2008
Luraschi

CONVIVIALE DEL 30 APRILE 2008 
Giorgio Luraschi analizza il livello di insipienza dei nostri giovani alla luce dello stupidario d'esame.

Nell’immagine: Giorgio Luraschi con Massimo Scolari


E' una cosa poco impegnativa, quasi divertente, che avrei potuto meglio intitolare "castigat ridendo mores", che significa censurare e condannare una realtà del nostro tempo, con il sorriso sulle labbra ed il tono scherzoso. Dunque nessuno si scandalizzi, semmai ricordiamo quello che nello Zibaldone dice Leopardi, e che oggi ripete la psicanalisi: "Chi sa ridere è padrone del mondo come chi sa morire".
E' un argomento che, tra l'altro, rientra a buon diritto nell'anno rotariano dell'amico Massimo Scolari, che  è stato proficuamente incentrato sui giovani.
A dire il vero qualcosa per lui ho già fatto portando al Rotary Baradello due studenti di Giurisprudenza a parlare dei loro problemi; hanno riscosso un grande successo per la chiarezza delle idee e la lucidità dell'eloquio, ma non vorrei che si fosse insinuata l'idea che tutti siano come loro: vi assicuro che trovarne anche solo una decina del loro livello, fra i 2000 e passa iscritti alla mia facoltà, sarebbe un' impresa alquanto ardua.
Io ho insegnato in tante università, a partire dal 1966 (Statale, Pavia, Cattolica, Parma), ma a Como credo di aver intravvisto il fondo (e suppongo di sapere anche il perché: scuole medie deficitarie, pochi licei, pragmatismo dei genitori, assenza di collegi universitari). In Istituzioni di diritto romano da anni non promuovo quasi più nessuno, e, quel che è più incredibile, facendo quasi sempre la stessa domanda.
Comunque la decadenza è generalizzata e in caduta libera e, più o meno, riguarda tutte le scuole e le Università italiane.
I protagonisti di questa decadenza, e quindi dello stupidario che vi sottoporrò, sono, è vero, gli studenti, ma i responsabili sono altri, è quella genìa di ministri della pubblica istruzione e dell'università (di ogni colore politico) che dal '69 ad oggi hanno fatto di tutto per distruggere progressivamente la scuola e l'università. Le tappe di questa devastazione le conosciamo: scuola media unica, liquidazione del latino, di quasi tutti gli esami, compreso quello di settembre, dei voti, laurea  = titolo legale, liberalizzazione dell'accesso all'università, crediti e debiti formativi (una trovata cervellotica), laurea triennale, corsi sperimentali, dove si insegna tutto e non si impara niente, reclutamento (spesso ope legis) del personale docente ecc.
I nomi di quei ministri andrebbero ricordati senza pietà, ma qui li taccio per carità di patria. Comunque credo siano tristemente noti. Il loro disegno perverso era  quello di annientare la cultura nella convinzione, verissima, che un gregge amorfo e decerebrato faccia meno paura e  si comandi meglio. Si parlava di uguaglianza, di democrazia ed invece era demagogia bella e buona, che si prefiggeva esclusivamente di eliminare (per i motivi appena detti) ogni traccia della antica, sana e perfino evangelica meritocrazia (parabole dei talenti e dei vignaioli). Livellamento al basso pareva, e pare, la parola d'ordine.
Ma il peggio doveva ancora venire con  chi, ad esempio, dopo aver demolito l'università, inventando il tre più due ed i crediti, tentò di liquidare anche il Liceo Classico (l'ultima oasi felice), definendolo come "la scuola che corrompe e disabitua alla manualità". A lui si deve anche la contrazione della Storia antica ad un solo anno (la sua stessa coalizione lo ha poi opportunamente "trombato").
Il successore nel dicastero lo ha però forse superato, indicando la filosofia che dovrebbe informare la scuola di ogni ordine e grado: le tre "i"(inglese, internet, impresa o innovazione: io sarei da rottamare) e, di conseguenza, togliendo la storia antica dalle medie ed anticipandola (cioè affossandola) alla 5 elementare.
Quello che costoro auspicano è il trionfo della tecnologia (male intesa e peggio usata) che, con l'abbandono di carta e penna, sta provocando un ottundimento generale (lo dicono i medici), nonché una sciocca e ostinata esterofilia, che non tiene conto delle nostre qualità e magari anche dei nostri limiti (da noi la laurea triennale non serve, mentre nel resto d'Europa pare abbia avuto successo).
Si sta, insomma, affermando la concezione utilitaristica della cultura, che è l'aberrazione massima: l'informatica, l'inglese servono, la storia e l'italiano no. Con quali esiti lo sappiamo da una indagine dell'UE: quanto a preparazione degli studenti siamo in Europa al 36° posto su 46 sistemi scolastici esaminati. Dimenticavo l'ultimo ministro, in due anni non ha fatto niente e quel poco (nuove regole per i concorsi di ricercatore) alcuni giorni fa è stato bocciato dalla Corte dei Conti.
Qualcuno dirà: ma lo stupidario d'esame non è poi così indicativo. Fra l'altro in una materia come la tua, fuori dal tempo, zeppa di nomi strani e per giunta spesso in latino potrebbe essere solo il sintomo di una insipienza settoriale, quasi giustificabile, che, al più, porta ad una mancanza di nozioni non essenziali alla vita ed alle professioni. Inoltre sono fatti sempre accaduti.
Ed invece non è vera né l'una né l'altra cosa. Intanto prima degli anni settanta i nostri Maestri (nati ai primi del '900) di barzellette ne raccontavano due o tre al massimo e neppure tragiche. Quella che andava per la maggiore era sullo ius suffragii, che venne definito come il diritto ad avere onoranze funebri. Oggi invece assistiamo ad un pauroso crescendo in quantità e qualità.
Eppoi lo stupidario d'esame raccolto da me e da tanti altri colleghi  non denota solo l'incapacità di apprendere il diritto romano,  di cui si può forse fare a meno, non solo la totale ignoranza del latino, della storia e della filosofia, di cui pure forse si potrebbe fare a meno (ma che figura i giudici della corte di appello di Venezia, che hanno dichiarato di non essere tenuti a capire un certificato medico tedesco, dove la diagnosi era in latino e si parlava di "contusio bulbi"), ma anche dell'italiano (le tesi ve le raccomando), della logica elementare, dell'uso della ragione, del buon senso, del gusto della ricerca, della curiosità, di cui, invece, nella vita di tutti i giorni non si potrebbe assolutamente fare a meno.
Dico "potrebbe" perché invece constato che spesso i protagonisti dello stupidario si sono laureati, sono diventati tranquillamente avvocati, giudici, notai, funzionari, imprenditori ecc. Ed ecco allora la nota più pessimistica: evidentemente la vita (come si diceva una volta) non ha fatto e non fa per niente giustizia della loro impreparazione, della loro dabbenaggine, della loro mancanza di volontà e serietà. Anzi, al mondo d'oggi il diverso non è l'ignorante, il parassita fortunato, lo scansafatiche, ma la persona seria, colta ed impegnata.
E questo perché il livellamento al basso ha trionfato, e il gregge ha imposto la sua nuova gerarchia dei valori, che si traducono nella ricchezza, nel potere, nella visibilità, nel "melius videri quam esse". Poco importa se chi li detiene dice ripetutamente Romolo e Remolo, se un ex ministro fa risuonare spesso un lacerante "le cose che ho parlato prima", se tanti parlamentari, come hanno dimostrato le Jene, non sanno nulla di nulla (Consob, Afghanistan ecc.), se al concorso per magistrato è stato ammesso all'orale un numero di candidati inferiore ai posti disponibili e se negli scritti si è parlato di Corte di giustizia dell'Aiax, se pochi operatori del diritto sanno cosa vuol dire tautologico, sillogismo, dialettico, retorico ecc., se il nuovo parlamento è invaso come mai da gente  fiera di dire che di politica non sa niente. Per i giovani sono comunque loro, complici i mass media (altri mostruosi corruttori),  gli esempi da seguire.
E allora, caro Giorgio, se è così perché ti scaldi tanto? Perché la speranza è l'ultima a morire, perché la cultura, i miei amici libri, i miei amici greci e latini (antichi, si intende) mi hanno sempre fatto tanta compagnia, specie in questi 4 anni tremendi di malattia, dandomi una forza da leone, perché i corsi ed i ricorsi nelle vicende umane sono un dato di fatto e la storia (non la vita) prima o poi farà giustizia.
Ad un politico che all'inaugurazione dell'Università, sapendo che insegno diritto romano, mi disse, con un ghigno satanico: "Eh caro professore, la sua materia è purtroppo (ma godeva nel dirlo) compresa fra i rami secchi da potare", io, non troppo sommessamente, ho ricordato che nei suoi 2780 anni di vita il diritto romano ne ha visti cadere di stati, di regni ed anche di ministri, restando sempre vivo ed esemplare.
Un' ultima considerazione: qualcuno potrà dubitare di alcune incredibili risposte, ebbene di tutte ho la documentazione, con tanto di generalità e di numero di matricola dell'autore, ma soprattutto ho qui presenti alcuni testimoni: il prof. Lazzarini, il Gen. Cardiello e la dott. ssa Pozzi. Dei colleghi che me ne hanno inviate tante da ogni parte d'Italia mi fido ciecamente.
Ed ora facciamoci quattro risate, con alcuni esempi!
Lumaconi (invece di Lucumoni); Pompiniano (invece di Papiniano); Mitridate re del Congo; Attalo re di Bergamo; Giuliano la Prostata; lo schiavo Stico diventa lo schiavo Stitico; i Xviri diventano gli ics viri o i per viri; il papero (invece di papiro) di Ossirico aveva il retto lungo 2.000 metri; focaccia di ferro (invece che di farro); profumus boni iuris (invece di fumus); nei contratti consensuali c'entra il sesso; il comodato è un istituto creato dall'imperatore Commodo; il matrimonio è un contratto fra due o più persone; garanzia contro l'evirazione (invece di evizione); le classi sociali in Roma erano i patrizi ed i play boy; gladietor; l'escursione (invece di escussione) dei testimoni; nel processo all'attore spettava l'azione, al convenuto la contraccezione; nei rescritti la firma dell'imperatore era fatta con la calce (invece di in calce); i Romani contavano gli anni avanti Cristo, noi dopo Cristo; il Codice Gregoriano è una raccolta di canti religiosi; Cannibale per Annibale, con tanto di guerra Cannibalica; sella  scurrile (invece di curule); i legati erano gli schiavi imprigionati; i diritti reali riguardano il re e la sua famiglia; a domanda: differenza fra persona fisica e giuridica, il candidato risponde: la persona giuridica è lei , professore, la persona fisica sono io; a domanda: le origini di Roma, il candidato, semplificando arbitrariamente i dati, risponde: i Romani  erano bastardi e nacquero da una puttana.
E naturalmente potrei continuare a lungo... 

Giorgio Luraschi

 

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"Il Catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura " Massimiliano Mondelli
Inizio: 08.05.2024, 14:00
Luogo: Dopo le visite alle mostre pranzo conviviale al ristorante Antica Darsena
Visita in S.Pietro in Atrio e Broletto con Massimiliano Mondelli presidente dell'Accademia Pliniana

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