Il Correggio a Parma
21 Gen 2009
FRANCOGIULIANO

CONVIVIALE DEL 21 GENNAIO 2009
La trasferta per la grande mostra dell'Artista con un piacevole intermezzo gastronomico

Nell'immagine: Franco Brenna e Giuliano Collina


E' ancora buio - e non potrebbe essere altrimenti, perché sono da poco passate le sei di mattina! - quando lasciamo l'area Bennet con il pullman per raggiungere Parma, ma la luce "notturna" a bordo consente di continuare a sonnecchiare.
Dopo una breve sosta-caffè per svegliarci, Giuliano Collina ci presenta l'Artista di cui andremo a visitare le opere - Antonio Allegri detto il Correggio (Correggio 1489 - 5 marzo 1534) - con il consueto percorso d'avvicinamento alla Mostra perché ci si possa "sintonizzare sulle sue frequenze". L'Arte figurativa è estetica e, come da sempre cerca di spiegarci, ha appunto frequenze diverse: da qui la necessità di essere disponibili a capire.
Bellezza è un concetto molto vasto adattabile a valori diversi e nel Correggio la bellezza è "grazia".
Non troviamo nelle sue opere contrasti, violenza, angoli o rilievi della materia ma continuità e fluidità  nelle forme e nei colori. La sua Arte non rientra nel "naturalismo" e non rappresentando la realtà si concede errori, creando quello che Borges definì "un mondo a parte, in più". La grazia sarà quindi protagonista delle opere che vedremo, con armonie di forme perfettamente inserite nello spazio e con colori che le esaltano.
Alla Pilotta, il palazzo del tardo cinquecento che si trova al Centro di Parma e che "contiene" anche il suggestivo Teatro Farnese, oltre alle opere del Correggio - provenienti dai Musei di tutto il mondo - vedremo anche quelle di altri Artisti del medesimo periodo, esposte per creare un quadro storico-artistico completo. Eccezionali anche i numerosi disegni ed interessanti le opere "profane" dell'ultima sala, gli amori di Giove (Danae, Ganimede e Io). In Duomo e nella Chiesa di San Giovanni avremo invece la possibilità di salire - grazie ad impalcature installate per l'evento - sino alle cupole, per vedere da vicino gli affreschi illuminati per l'occasione da Vittorio Storaro. Pittura sacra e profana si fondono, nelle opere del Correggio, passando dalla rappresentazione di figure sacre ai miti,  senza differenza nell'utilizzo della nudità, tanto da far dire ad un Committente della cupola della Cattedrale che era stato realizzato un "guazzetto di rane", per effetto dei numerosi angeli sgambettanti - completamente nudi - attorno a Maria assunta in cielo.
E' poi Franco Brenna, l'organizzatore di questa giornata sotto il profilo gastronomico, a darci informazioni più generali sulla Città (la "sua Parma", di cui si sente un po' cittadino per avervi trascorso gli anni dell'Università) e sulle prelibatezze offerte dalle Sorelle Picchi, dove andremo a pranzare.
La Città ci accoglie ancora un po' sonnacchiosa (non sono ancora le nove) in quello che Franco definisce il "clima di Parma", un po' nebbioso - quindi umido - e freddo. Ne sa qualcosa la nostra efficientissima Laura, che ha curato l'organizzazione della giornata e le prenotazioni, costretta a stare in fila per più di un'ora alla Pilotta per ritirare i biglietti, mentre noi visitiamo lo splendido Battistero e ci rifocilliamo, al calduccio, in una pasticceria con deliziosi dolci, dove qualcuno "si fa" di panini al burro e acciughe. Il gruppo poi si divide: la maggior parte di noi segue Giuliano, mentre alcuni si avvarranno delle guide della Mostra e di Franco.
Qualche attesa di troppo, che provoca il disappunto - peraltro signorilmente contenuto - di Laura e gli inevitabili nostri mugugni, per ritirare le audio-guide alla Pilotta e lasciare le borse, ma ne vale la pena, perché la Mostra è davvero splendida ed il nostro Giuliano, come sempre, ci consente di apprezzarla sino in fondo.  
L'intervallo gastronomico dalle "Sorelle Picchi", storica drogheria del centro, è decisamente di alto livello, con i tipici salumi serviti con gnocco fritto, i tortelli in brodo, lo stracotto di guanciale ed un vino che "scivola" piacevolmente senza lasciare postumi, malgrado le numerose bottiglie vuote lasciate sul campo. La digestione - senza problemi - si perfeziona correndo a San Giovanni (e salendo la lunga scala sino alla cupola - 20 metri sopra l'altare - con l'affresco che celebra l'Evangelista) e poi in Cattedrale. Anche qui si "ascende", come la Vergine rappresentata, sull'impalcatura  per ammirare appunto l'Assunzione in Cielo, ma Maria - contrariamente a noi che ci scopriamo alla fine un po' affannati - è trasportata da una nuvola. Gli affreschi sono davvero vicini, si possono quasi toccare, rendendo unica e forse irripetibile questa occasione.
Ritorno tranquillo e senza problemi e - chi ne avrà ancora il coraggio - cenerà a casa (magari con le prelibatezze acquistate dalle Sorelle Picchi).
Grazie davvero al Presidente, a Franco, a Giuliano ed alla Signora Laura, che ha superato brillantemente anche l'esame di "organizzazione gita" (ma la sua esperienza di guida turistica internazionale l'ha agevolata!).

Angela Corengia

 

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