I campi elettromagnetici e la nostra salute
15 Apr 2009
delia

CONVIVIALE DEL 15 APRILE 2009
Stefano D'Elia parla dei problemi connessi alle comunicazioni mobili

Nell'immagine: Stefano d'Elia e Giovanni Agterberg


L'ingegnere elettronico Stefano D'Elia lavora alla Vodafone Italia dal 1998 e dal 2003 è il responsabile del settore "Campi Elettromagnetici". Il testo che segue è tratto dal materiale che ci ha fornito a corredo della sua relazione.
"I campi elettromagnetici e i loro effetti sulla salute sono un argomento largamente dibattuto: nonostante le rassicurazioni della comunita' scientifica e dell'Organizzazione Mondiale della Sanita', esistono timori che si sono concentrati soprattutto sugli impianti per la telefonia cellulare, le cosiddette stazioni radio base.
Ufficialmente l'OMS dichiara tra l'altro: "Negli ultimi 15 anni  sono stati pubblicati vari studi che esaminavano una possibile relazione tra trasmettitori a radiofrequenza e cancro. Questi non hanno fornito nessuna evidenza che l'esposizione ai campi generati dai trasmettitori aumenti il rischio di cancro." E ancora: " "Anche se non si prevedono effetti sulla salute dovuti alle stazioni radio base […], l'OMS promuove ancora ricerche, per stabilire se vi siano conseguenze per la salute da parte delle esposizioni, più alte, dovute ai telefoni mobili". Resta comunque elevata la  preoccupazione del pubblico, non solo in Italia.
Un campo elettromagnetico è un fenomeno fisico che si manifesta in una regione dello spazio in cui c'è tensione elettrica: ad esempio la regione di spazio in cui vi sono apparecchi elettrici o antenne per radiodiffusione e telefonia mobile. Altra forma di energia elettromagnetica, fondamentale a tutte le forme di vita, è la luce solare. Ogni campo elettromagnetico è costituito da due grandezze (entrambe variano periodicamente nel tempo): il campo elettrico e il campo magnetico.
L'onda elettromagnetica è una particolare modalità con cui si manifesta un campo elettromagnetico, le cui caratteristiche dipendono dai seguenti parametri:
- la frequenza, espressa in Hertz (Hz), che rappresenta il numero di oscillazioni complete compiute al secondo;
- la lunghezza d'onda (?), espressa in metri, che corrisponde alla distanza tra due massimi e due minimi dell'onda;
- il periodo, espresso in secondi, che corrisponde al tempo necessario a compiere un'oscillazione completa. In natura esiste un elettromagnetismo di fondo generato dalla Terra e dalla sua atmosfera che, nel corso dell'evoluzione, ha consentito lo sviluppo degli organismi viventi coesistendo con tutti i sistemi biologici. Al naturale livello di fondo si è aggiunto, al passo con l'evoluzione della tecnologia, l'elettromagnetismo delle sorgenti legate alle attività dell'uomo. Le emissioni a cui siamo maggiormente esposti sono presenti all'interno delle nostre case, generate dagli elettrodomestici da cui siamo circondati e che utilizziamo quotidianamente come la lavatrice, la lavastoviglie, l'aspirapolvere, la televisione, l'asciuga capelli, il rasoio elettrico, ecc.
I campi elettromagnetici possono provocare diversi effetti biologico - sanitari, la cui portata dipende da numerosi fattori (in particolare la frequenza e l'intensità di campo), sempre riconducibili al passaggio di corrente elettrica indotta.
Vi è una sostanziale differenza tra i due effetti: un effetto biologico si verifica quando l'esposizione provoca qualche variazione di uno o piú parametri che caratterizzano il funzionamento della cellula o del sistema biologico; un effetto di danno alla salute si verifica quando l'effetto biologico è al di fuori dell'intervallo in cui l'organismo può normalmente compensarlo, e ciò porta a qualche condizione di detrimento della salute.
L'esposizione umana ai CEM è caratterizzabile tramite alcune grandezze dosimetriche che esprimono la quantità di energia depositata all'interno dell'organismo e la densità di corrente.
Il SAR (Specific Absorption Rate) rappresenta l'energia depositata nell'unità di tempo (ovvero la potenza depositata) nell'unità di massa corporea per effetto Joule. Il SAR è quindi una misura di quanto si riesce a scaldare un materiale sotto l'azione di un campo elettromagnetico, e contiene l'informazione sulle caratteristiche dispersive del materiale.  Periodicamente, diverse commissioni internazionali si riuniscono per
rivedere tutte le conoscenze scientifiche sui campi elettromagnetici: i risultati sono le revisioni scientifiche.
I limiti fissati dagli organismi internazionali sono basati sugli unici effetti accertati. Sono stati ipotizzati alcuni effetti a lungo termine, che sarebbero legati non alla deposizione diretta di energia (dissipata con meccanismi di tipo termico) ma ad una interferenza o effetto diretto su specifiche funzioni biologiche che, se ripetute nel tempo, porterebbero ad un peggioramento della salute.
Sono stati addottati fattori di sicurezza rispetto ai livelli di esposizione al di sotto dei quali nessun effetto dannoso è stato riscontrato:
- fattore di riduzione per i lavoratori = 10
- fattore aggiuntivo di riduzione per la popolazione = 5 (Tot. 50)
I fattori di sicurezza introdotti dalle linee guida internazionali tengono conto delle ancora incomplete conoscenze su alcuni aspetti dosimetrici e di possibili fattori peggiorativi della risposta biologica tra cui:
- influenza di condizioni ambientali severe, quali: temperatura, umidità;
- elevata attività fisica;
- azione di alcuni medicinali che possono compromettere la tolleranza termica;
- esposizione prolungata;
- diversa sensibilità in funzione dell'età: neonati, bambini, anziani;
- possibile stato di salute compromesso.
Nel 2009 il Comitato Scientifico per la Valutazione dei Rischi sanitari Nuovi e di Recente Identificazione (SCENIHR) ha pubblicato il suo terzo rapporto su "Effetti sanitari dell'esposizione a campi elettromagnetici".
Il Comitato, creato dalla Direzione Generale per la Salute e i Consumatori (DG SANCO) della Commissione Europea, è stato incaricato di valutare periodicamente i risultati della ricerca scientifica e giudicare se, alla luce di questi, rimanga o meno valida la Raccomandazione Europea per l'esposizione della popolazione generale a campi elettromagnetici, emanata nel 1999.
L'opinione attuale, adottata il 19 gennaio 2009, aggiorna la precedente del 2007. Secondo il gruppo di esperti che ha redatto il rapporto, i circa 200 nuovi studi pubblicati non modificano il giudizio espresso in precedenza, secondo il quale non vi sono indicazioni convincenti di pericolosità dei campi elettromagnetici per nessuno degli intervalli di frequenza presi in considerazione (campi statici, campi a frequenza estremamente bassa, campi a frequenza intermedia e campi a radiofrequenza).
Queste le conclusioni dell'OMS sui telefoni cellulari.
- "Guida automobilistica: la ricerca ha chiaramente dimostrato un aumento del rischio di incidenti stradali in connessione all'utilizzo di telefoni cellulari durante la guida (siano essi tenuti in mano o usati con dispositivi "a viva voce")."
- "Interferenza elettromagnetica: quando i telefoni cellulari sono utilizzati in prossimità di dispositivi medicali (tra cui pacemaker, defibrillatori impiantabili e certi apparecchi acustici) è possibile che si provochino interferenze. Sono potenzialmente possibili anche interferenze tra telefoni cellulari e dispositivi elettronici degli aerei."
-  "Le attuali informazioni scientifiche non indicano la necessità di particolari precauzioni per l'impiego dei telefoni cellulari. Se i singoli sono preoccupati, possono scegliere di limitare la propria esposizione o quella dei loro figli, limitando la lunghezza delle telefonate o utilizzando dispositivi a viva voce o auricolari per tenere il cellulare lontano dal corpo e dalla testa."
-  "L'evidenza scientifica non indica alcun bisogno di involucri o altri "dispositivi assorbenti" da applicare al telefono cellulare. Il loro impiego non ha giustificazioni di carattere sanitario e l'efficacia di molti di questi dispositivi non è comprovata."
La normativa italiana fissa il  limite di esposizione 20 V/m (1 W/m2);  il valore di cautela, obiettivo di qualità, è di 6 V/m (0.1 W/m2) ed introduce un ulteriore fattore di sicurezza (pari a 45 per il GSM 900 MHz, pari a 100 per l'UMTS) che si aggiunge a quelli introdotti dalla U.E. I limiti in vigore in Italia sono i più restrittivi al mondo.
Ogni richiesta di permesso per una nuova stazione radio base o per la modifica di una stazione radio base esistente deve essere corredata da un documento specifico, detto Analisi di Impatto Elettromagnetico (AIE), che comprende:
- parametri radio elettrici (potenza trasmessa, caratteristiche delle antenne);
- misure del campo EM pre-esistente (ad es. da altre sorgenti già in essere);
- calcolo del campo elettromagnetico atteso dopo che la stazione radio base sarà installata (valori misurati + valori calcolati);
Il rilascio delle autorizzazioni da parte del Comune si basa sul parere ambientale rilasciato dall'Agenzia Regionale di Protezione dell'Ambiente (ARPA) competente per territorio. Le Agenzie Regionali di Protezione dell'Ambiente (ARPA), oltre ad essere l'ente preposto all'approvazione delle AIE, effettuano costantemente misure sul territorio (senza il coinvolgimento dei gestori controllati) su richiesta dei Comuni, della magistratura o di singoli cittadini. La correttezza dei processi messi in atto dagli operatori radio mobili è testimoniata dai dati degli enti di controllo: a fronte di decine di migliaia di controlli all'anno su SRB, i superamenti dei limiti dal 1998 ad oggi sono stati pochissimi (quasi sempre dovuti al contributo contemporaneo di sorgenti radio-TV), e le relative azioni di risanamento si sono già concluse.
La Direttiva Europea "RTTE" 1999/5/EC del marzo 1999  prevede che tutti i prodotti commercializzati (telefoni cellulari) all'interno dell'UE garantiscano "the protection of the health and the safety of the user and any other person".  A seguito della Direttiva, l'UE ha dato mandato al CENELEC (European Committee for Electro technical Standardization) per la definizione di norme tecniche armonizzate per garantire la conformità dei telefoni cellulari ai limiti di esposizione internazionali. L'applicazione di questi standard, assieme a quelli sulla compatibilità elettromagnetica e sulla sicurezza elettrica, consente la marcatura CE dei telefoni cellulari.
La parte finale della relazione riguarda le garanzie fornite nello specifico da Vodafone, ma si può concludere che per tutti i telefoni acquistati bisognerà verificare che le informazioni sui campi elettromagnetici siano sempre presenti - e richiamate in sintesi all'inizio del manuale d'istruzioni - insieme con i  livelli di emissione,  le precauzioni da utilizzare per i portatori di pacemaker, l'eventuale distanza di sicurezza, laddove necessaria, per l'uso a contatto con il corpo (body-worn), anche nel caso di data-card, telefoni portati in tasca e utilizzati con auricolari."

Stefano D'Elia

 

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