La televisione: quo vadis?
22 Apr 2009
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RIUNIONE CONVIVIALE DEL 22 APRILE 2009
Il Direttore di Canale 5 Stefano Donelli guarda al futuro dei media

Nell'immagine: Giovanni Agterberg, Massimo Donelli e Marcello Campisani


Massimo Donelli  ha percorso, nella sua lunga carriera, tutte le tappe del giornalismo, dalla carta stampata (quotidiani e settimanali) alla tv, passando per i siti internet. Attualmente è direttore di Canale 5 e la sua presenza oggi fa seguito all'invito di Rudy Tavana, di cui è amico.
Dice di rappresentare due razze in via di estinzione: quella della TV analogica, destinata ad essere soppiantata nel giro di 44 mesi e quella dei giornali su carta, che dovranno - almeno a livello locale - diventare multimediali. Ripercorre rapidamente le tappe di quella che definisce la rivoluzione digitale:
- 1965 Il  primo PC;
- 1969 Arpanet mette in rete 4 Università americane;
- 1975 la prima macchina fotografica digitale;
- 1983 il primo telefono cellulare;
- dal 1987 al 1991 GSM, MPS, WWW e GPS;
- 1994 TV digitale;
- 1995 TV su PC;
- 2001 Ipod;
- 2008 switch-off analogico  (TV digitale che sostituisce le trasmissioni tradizionali) in Sardegna.
Una sorta di "evoluzione della specie" che ha sicuramente modificato il nostro modo di vivere. Abbiamo conquistato grande libertà ma al contempo siamo costantemente controllati perché "lasciamo tracce" ovunque. Difficile definire se siano maggiori i rischi o le opportunità. Sicuramente c'è stata una sorta di "inversione della conoscenza" dai più giovani, che hanno assorbito rapidamente i cambiamenti, ai più anziani. Il mondo, attraverso la rete,  è diventato accessibile a tutti, con possibilità di costruire aggregazioni sociali o cercare lavoro ovunque. Obama ci ha addirittura costruito la sua vittoria elettorale, con un "porta a porta" digitale che ha convinto un numero considerevole di americani ad andare a votare. Le conoscenze diventano illimitate, anche a livello di informazione e di intrattenimento. Ecco quindi che il giornalista non può ignorare la rete, sia come fonte da cui attingere notizie in tempo reale che come metodo di diffusione altrettanto rapido. Addirittura ciascuno di noi potrebbe essere giornalista e cameramen, come frequentemente succede in occasione di eventi ripresi con il telefono e messi poi in rete o trasmessi ad altri. Sempre più si incrociano i due piani dell'informazione (giornalista e utente), le notizie sono facilmente verificabili, la carta stampata diviene superflua perché i fatti si possono conoscere direttamente dalle fonti. Donelli prevede che tra 5/6 anni i giornali saranno tutti in rete, ma resterà un cartaceo di copie ridotte e molto più costoso. Ecco quindi una trasformazione necessaria per la sopravvivenza dei quotidiani.
Anche la TV, che con il satellite ha già mutato il criterio di fruizione, con il digitale svilupperà ancora di più la possibilità di diventare interattiva e ciascuno potrà crearsi il proprio palinsesto. Malgrado tutto, conclude Donelli, vede il futuro in maniera ottimista: non spariranno i giornali come non sono spariti i libri e non sparirà la televisione come non è sparita la radio.
Più pessimista Longatti, che apre gli interventi facendo rilevare come un'informazione così vasta ed accessibile possa generare enorme confusione, con una grande quantità di opinioni anche in contraddizione.  Il vecchio quotidiano "schierato" da in qualche modo al suo lettore la certezza di trovare un accordo di massima sui commenti ed il modo di porre le notizie. Condivide invece, per la lunga esperienza acquisita "sul campo" , l'ottimismo sulla sopravvivenza degli attuali mezzi di comunicazione, pur con forme e pubblico diversi. L'analisi trova d'accordo Donelli: la rivoluzione in corso provoca perdita di certezze senza mostrare, allo stato,  nuove prospettive. Il giornale resterà e darà indicazioni, ma dovrà essere ovunque e tutte le informazioni fruibili in qualsiasi istante. Inevitabilmente i media si sovrapporranno, con un travaso tra un mezzo di comunicazione e l'altro. Il potenziamento del giornale in rete potrà forse colmare anche l'abisso che oggi lo separa dai giovani.
Gandolfi  si aggancia proprio a quest'ultima considerazione, perché oggi i ragazzi passano molte ore davanti al computer e vi sono grosse opportunità di fare anche formazione. E' tuttavia anche un rischio, perché la rete diviene incontrollabile. Teme anche che l'informatica non riesca ad essere all'altezza di questa rivoluzione e conclude con una battuta: i giornali non si potranno più stampare per mancanza di carta. Concorda Donelli sul ritenere che attualmente vi sia un grande "disordine" informatico, mentre l'obiettivo deve essere quello di semplificare. Per quanto riguarda l'utilizzo della rete da parte dei ragazzi pensa che si debba dar loro ogni opportunità, ma anche molto delle nostre attenzioni: il percorso educativo deve indirizzare le scelte e trasmettere senso di responsabilità.
Elisabetta Sallusti, giornalista de "L'Ordine" , ritiene internet uno strumento molto positivo, soprattutto per i giovani. Como potrà essere al centro del mondo, ma quali i cambiamenti in ambito pubblicitario per le Aziende comasche? La risposta di Donelli parte dalla considerazione che la concorrenza è un forte propellente per la competizione. Le compagnie editoriali dovranno trovare il sistema per sopravvivere con offerte personalizzate alle Aziende (un "tot a click"  per esempio), per consentir loro un'espansione attraverso un sistema multimediale. I siti web dei giornali avranno una rilevanza sempre maggiore, offrendo opportunità che dovranno essere colte. E poiché in internet  i contenuti sono gratuiti, salvo eccezioni, la sfida - di tutti - dovrà essere quella di dare di più.
L'ultima parola a Campisani, che comincia a preoccuparsi per il "palinsesto" del prossimo anno: strappa a Donelli la promessa di un ulteriore incontro, per parlare degli effetti di questa rivoluzione sulla democrazia.

Angela Corengia

 

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