Il restauro del Teatro Sociale
06 Mag 2009
VILLASOCIALE

CONVIVIALE DEL 6 MAGGIO 2009
La dottoressa Valeria Villa illustra i lavori di ristrutturazione

Nell'immagine: Valeria Villa con Enzo Pomentale


Mentre stiamo per iniziare la conviviale, arriva uno sms da Roberto Dotti, in Ghana con il Presidente: "Ieri caldo terribile oggi temporali equatoriali. Già contattato Ospedale. Oggi paghiamo dogana e avremo il container domani." Il service dell'anno rotariano di Agterberg sta finalmente concretizzandosi.
La relatrice di oggi è storico dell'arte, specializzata in conservazione e restauro e da oltre 20 anni è attiva nel settore dei beni culturali. Ha fatto parte del gruppo di esperti  che si sono occupati del teatro Sociale. Proprio questa coesione dei soggetti coinvolti nell'opera, esordisce Villa, tra i quali non vanno dimenticati gli Architetti Luca Ambrosini e Marco Longatti, Francesco Peronese e tutta la società dei Palchettisti e Barbara Minghetti per As.li.co. - oggi tutti presenti -, ha  contribuito ai lavori di restauro, realizzati da quattro Ditte in Associazione temporanea d'impresa con incarichi ben definiti.
Il Teatro Sociale è una struttura di gran pregio (la sola volta è di 370 metri quadri) e gli interventi sono stati complicati dai diversi supporti su cui si è dovuti intervenire: legno, cartapesta, stucchi. Ulteriore sfida è stata la tempistica: non si doveva infatti interferire con la stagione programmata, quindi si è lavorato da giugno a settembre per due anni. Mentre la Relatrice parla, scorrono le immagini che testimoniano lo stato di conservazione preesistente, i tecnici al lavoro ed i risultati finali.
Il restauro è stato di grande rilevanza soprattutto per tre aspetti:
- la valenza tecnica degli interventi e delle tecniche adottate, che ha visto all'opera Restauratori altamente qualificati, in particolare per quanto concerne la cartapesta dorata. Le foglie d'oro originali, per esempio,  erano di spessore consistente e risultavano, dopo la pulizia,  troppo brillanti. Si è resa necessaria quindi una "velatura" per dare equilibrio al risultato finale;
- l'aspetto scientifico, un po' il cuore del lavoro di ricerca che consente di analizzare le cause del degrado per poter intervenire con maggior precisione;
- il risvolto umano, con grandi sinergie tra i soggetti interessati che hanno consentito la soluzione di problematiche non facili.
La conclusione è una considerazione di carattere generale: il restauro oggi rischia di "estinguersi" perché da margini esigui, gli specialisti sono sempre meno, soprattutto per interventi particolari su cartapesta e oro zecchino. Ma il patrimonio culturale esistente richiede che questa attività continui e si mantenga ad alti livelli e questo messaggio è, prima di tutto, destinato alla politica, che di fatto "gestisce" le ricchezze del nostro Paese. Como si è dimostrata sapiente e coraggiosa, anche se il merito va ai privati, perché il teatro Sociale è di proprietà della Società dei Palchettisti.
Sollecitata ad intervenire dalla Relatrice, Barbara Minghetti sottolinea come siano stati importanti, per il buon esisto del progetto di ristrutturazione, la passione e l'entusiasmo di tutti coloro che hanno operato. Lo stesso fervore che muove, ogni giorno, tutto il gruppo di As.li.Co., con il quale è riuscita a rilanciare la gestione del Teatro Sociale facendolo "vivere" per l'intero anno. 
Pomentale, che sostituisce per l'occasione Agterberg (in Ghana), invita quindi ad intervenire Francesco Peronese, Presidente della società dei Palchettisti. Peronese ricorda come i lavori siano iniziati 10 anni fa con interventi urgenti sul tetto e sulle strutture portanti, cui seguirono le facciate, gli infissi, gli impianti di sicurezza, la volta, prima di arrivare a quelli più recenti sugli stucchi. I Palchettisti rispondono sempre alle richieste avanzate dall'Associazione, dimostrando grande attaccamento al "loro" Teatro" (Gorini, uno dei Soci, ha un sussulto ricordando gli investimenti fatti in tutti in questi anni e limita il suo commento a "..Dracula era un dilettante"..) e nei progetti futuri c'è la riqualificazione della facciata posteriore con il recupero dell'area attualmente destinata a parcheggio. E' già stato indetto il relativo bando e la Regione dovrebbe finanziare, con la Fondazione della comunità comasca, gran parte delle spese necessarie. Si realizzerebbe così un sogno inseguito a lungo, un altro "atto d'amore" nei confronti della Città e del suo Teatro.
E' quindi la volta di Luca Ambrosini, l'Architetto che ha coordinato i lavori. Il primo anno si intervenne sulla parte scenica, il secondo ed il terzo (in realtà limitati ai soli due mesi estivi in cui il Teatro è rimasto chiuso) sulle decorazioni e gli impianti. Nel frattempo è stato restaurato il velario e nel corso dell'estate prossima verranno ultimati i lavori lasciati in sospeso. Grande merito va alla Società dei Palchettisti, che dalla fondazione del Teatro è sempre riuscita - affiancata poi anche dalla Società del Casino - a stare al passo con la storia di Como, mantenendo in buono stato di conservazione e addirittura ampliando il Teatro, nel 1868,  in funzione delle mutate esigenze della Città: un'esperienza evolutiva  pressochè unica per un Teatro di proprietà privata come il Sociale.
E' poi la volta di Bocchietti, che ripercorre la storia del teatro attraverso la Società dei Palchettisti, che nacque come associazione "Odescalchi e i suoi Soci" prendendo in gestione il Broletto nel 1764 ed attraversando circa 40 anni della vita Comasca sotto due "dominazioni": Maria Teresa d'Austria prima e Napoleone poi. L'associazione cedette quindi il Broletto al Comune, ottenendone in cambio il vecchio castello medioevale su cui venne realizzato il Teatro in due anni (dal 1811 al 1813), con l'inaugurazione il 28 agosto1913. Nel 1811 l'Associazione cambiò la denominazione in "Società dei Palchettisti" e da allora, forse dissanguati ma orgogliosi, i Soci si sono presi cura di questa parte così importante della cultura comasca.
Franco Brenna, ottenuto il chiarimento che i lavori attualmente in corso davanti al Teatro sono per ridisegnare la piazza, togliendo i parcheggi e realizzando un'area verde per consentire una miglior visione dei monumenti circostanti (Duomo, Teatro e Casa del fascio), si complimenta con tutti per l'eccellente recupero e per l'attività del Teatro, chiedendo quale sarà invece la sorte del Politeama. E' Peronese a chiarire che la proprietà del teatro, una s.r.l. detenuta per la maggioranza dal Comune di Como e per un 20% da un'ottantina di soggetti privati, fu a suo tempo coinvolta in un accordo di programma con il Sociale per la sua riqualificazione. Ma proprio le difficoltà d'ordine societario, legate alla compagine sociale, hanno impedito in tutti questi anni al Comune persino di far redigere un progetto, non avendo risorse finanziarie per procedere alla ricapitalizzazione della Società. Sarebbe auspicabile che il problema venisse risolto, per dare alla Città un altro spazio per spettacoli che sicuramente non sarebbe in concorrenza con il Sociale, potendo diversificarne l'utilizzo anche tramite il Conservatorio di Como. A Brenna, che suggerisce l'intervento di tutti i Club di servizio a supporto del progetto, Pomentale ricorda che l'Associazione "I Club", che appunto riunisce i Club di servizio provinciali, esaminò a suo tempo la possibilità di "sponsorizzare" la riqualificazione della facciata posteriore del Sociale, ma alla fine non se ne fece nulla. Forse l'idea potrebbe funzionare coinvolgendo solo i Club cittadini, comunque numerosi, magari con una cessione delle quote comunali della s.r.l. a privati  per cercare di creare una nuova "Società dei Palchettisti" per il Politeama: purtroppo la politica sembra non accettare che il privato possa far meglio del pubblico.
Minghetti ricorda che il Sociale è praticamente l'unico Teatro privato attivo in Italia (Mantova è chiuso è a Bergamo stanno cercando di donarlo al Comune).
Longatti, condividendo l'idea di far rinascere il Politeama, si pone tuttavia il dilemma della sua gestione. Forse sarebbe il caso che tutti i soggetti interessati all'iniziativa coinvolgano anche la cittadinanza in un dibattito pubblico per far emergere tutte le problematiche e tentare di trovare una soluzione. Non basta infatti restaurare l'immobile, che potrebbe mantenere una destinazione multifunzionale: bisogna trovare risorse e sinergie per farlo funzionare sempre e per mantenerlo poi in buono stato.
..Soci per "Società dei Palchettisti 2" cercasi, Gorini è avvisato!

Angela Corengia

 

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