Le prospettive dell'economia comasca
20 Mag 2009
desantiseconomia

CONVIVIALE DEL 20 MAGGIO 2009
L'analisi di Paolo De Santis sul futuro del Territorio

Nell'immagine: i Presidenti dei cinque Club del Gruppo Lario con Paolo De Santis


Conviviale in Interclub dei Rotary del Gruppo Lario al Grand Hotel di Tavernola, con una partecipazione notevole ma, soprattutto, la presenza di tutti i nostri soci onorari: Casati, De Santis (che è anche il relatore), Landriscina e Luraschi. Famiglia al completo con un ospite di riguardo, il professor Paolo Di Trapani (docente dell'Insubria e dell'Università di Vilnius in Lituania) che - come genio della fisica della luce - è già stato coinvolto dal nostro Franco Brenna in uno dei suoi fantastici progetti per la Città.
Dopo l'aperitivo e la cena ci spostiamo nell'interessante struttura dell'auditorium adiacente l'Hotel, una costruzione dall'architettura innovativa, in parte sospesa sopra una vasca d'acqua, che offre uno spettacolo di luci attraverso le ampie vetrate a taglio.
De Santis presenta un quadro economico della situazione del nostro territorio, un'anteprima dei risultati dell'analisi del primo trimestre effettuata dalla Camera di Commercio di Como introdotta da considerazioni di carattere generale.
Che il mondo sia cambiato lo dimostra il raffronto 1999 - 2009 delle prime (per capitalizzazione) dieci Banche nel Mondo: allora tutte americane o anglosassoni, oggi indiane, cinesi, spagnole ed un sensibile arretramento di quelle occidentali. 
De Santis considera la recessione attuale del tipo a "U", che tende ad avere una durata media di due anni e che abbiamo già vissuto in occasione  della crisi del petrolio. Una ripresa dovrebbe quindi essere possibile già a metà del 2010, dopo che tutta l'economia occidentale ha avuto crolli nel P.I.L.
L'Italia, secondo un concetto mutuato dall'economista Fortis, ha "un'economia forte in un sistema debole", con un elevato debito pubblico, un deficit energetico, un divario tra nord e sud ed un sensibile differenziale della pressione fiscale rispetto ad altri paesi. Per contro gode di buoni punti di forza nell'economia reale, nel basso indebitamento privato, nel sistema bancario sostanzialmente solido, in un complesso sociale efficiente. Siamo gli ultimi in Europa con il maggior debito pubblico, ma siamo i migliori con il minor debito privato. Un esempio: il debito per acquisto della casa è in Italia pari al 17%, mentre nel regno Unito raggiunge l'85%.
Passando all'esame dei dati della Lombardia, la produzione industriale ha subito sensibili decrementi del PIL in prevalenza nelle Province interessate da comparti specifici (Brescia -14%, Como, al secondo posto - 13,2%), anche se da qualche settimana stanno risalendo le aspettative sulla domanda (fonte Unioncamere).
Ecco allora che si rende assolutamente necessario risalire la china e le aree strategiche su cui intervenire possono essere la formazione, la ricerca di capitale umano, la competitività delle Imprese e la qualità della vita.
Cosa serve a Como per competere: un "Sistema Como", infrastrutture, idee e creatività.
Cosa c'è: il Sistema Como è oggi rappresentato dagli Enti locali, dalle associazioni di categoria, da tutte le realtà che agiscono sul territorio. Ancora: Sviluppo Como, il braccio finanziario e operativo voluto e finanziato dalla camera di Commercio; Sviluppo Impresa, l'azienda speciale di Camera di Commercio che si occupa di formazione, innovazione e tutela ambientale; IComo, iniziativa attivata dal Centro Volta per il trasferimento tecnologico  presso le Imprese del Territorio (attualmente impiega 4 ingegneri a disposizione delle aziende per "dialogare" sui processi di ricerca e di innovazione); l'Università dell'Insubria con il Politecnico e Univercomo; il CLAC nel settore del legno-arredo; il Tessile e il Sistema fieristico rappresentato da Lariofiere e Villa Erba.
Cosa sta nascendo: il chilometro della conoscenza, percorso che congiungerà Villa Olmo a Villa Sucota attraverso Villa del Grumello; il parco scientifico-tecnologico di Lomazzo realizzato attraverso ComoNext; il progetto Plinius del Centro Volta per rendere balenabile il primo bacino del Lago; Futurimpresa, una Società di gestione del risparmio senza finalità di lucro della Camera di Commercio milanese che ha aggregato anche Brescia, Bergamo e Como per lanciare un fondo di 80 milioni di euro da investire su aziende delle quattro Province.
Cosa manca: un sistema d'accoglienza  efficiente ed il campus universitario; un progetto di logistica adeguato per il trasporto delle merci; un'Agenzia di promozione turistica; un sistema finanziario, attraverso una SGR, che coinvolga imprenditori per capitalizzare nuove imprese.
Problema a parte sono le infrastrutture: ci saranno l'estensione della banda larga e, ormai quasi certamente, la terza corsia dell'A/9 (nel 2015?) e la Pedemontana.
Dovrebbero esserci la Varese-Como-Lecco, le Ferrovie più efficienti, la variante Tremezzina Colonno-Griante.
E ancora le idee, con i settori in cui si può lavorare in termini di sviluppo che sono:
- la nautica, con tutta la filiera del settore (tessuti, arredi, meccanica ecc.);
- il verde, che oggi costituisce già un'importante realtà con 2.500 addetti;
- il cinema, non solo set per interni ed esterni ma scuola, in parte già realizzata con Dreamers che accoglie 13 studenti;
- i bambini, con Como for Children, un progetto del Polimi di Como che vuole rivedere metodi didattici ed avere gli asili migliori d'Italia;
- la luce, con una migliore illuminazione ma soprattutto con impiego di nuove tecnologie a basso consumo.
Bisogna poi far emergere una nuova classe di "professionisti della creatività" - per attirare capitale umano - e Como può farcela. Già un gruppo di giovani imprenditori ha lanciato il progetto ComOn, che si sta mettendo in gioco con manifestazioni per evidenziare la creatività emergente.
Tutto quanto detto è realizzabile, ma sarà necessario non abbassare la guardia con le Istituzioni territoriali e l'Imprenditoria e continuare a stimolarne gli interventi.
Infine un sogno: un centro di "energia". Oggi Como sta vivendo una situazione di degrado generale e per uscirne si può ipotizzare di rivedere il sistema energetico cittadino, dall'illuminazione - con un'idea da realizzare con il Centro Volta (e qui entra in gioco il Professor Di Trapani) - alle fonti meno inquinanti. E tutto questo ci porterà a dire orgogliosamente "I am from Como".
Al Dr. Helzel, primo dei presenti a prendere la parola, che ricorda il progetto dell'Alptransit che la Svizzera sta realizzando e che rileva la necessità di una conseguente sistemazione viaria e ferroviaria da parte nostra, De Santis replica che sarà un intervento sicuramente prioritario.
Capsoni sposta la visione sulla politica, che non sembra giocare in tutti questi progetti un ruolo propositivo. Inoltre il Comune, con i suoi uffici, non è in grado di gestire urbanisticamente il piano del territorio. In parte De Santis condivide, anche se rileva che la Camera di Commercio - più agile in quanto struttura non pubblica -  ha buoni rapporti con le Istituzioni locali, anche se a volte con fatica; si riesce comunque a portare avanti iniziative comuni, magari in tempi più dilatati.
E' poi il Professor Di Trapani a evidenziare come in alcune Città nel mondo, cita ad esempio negli Stati uniti, siano gli Imprenditori edili a finanziare la realizzazione di complessi scolastici. La domanda è conseguente: è ipotizzabile pensare a soluzioni analoghe da noi? La risposta di De Santis lascia uno spiraglio aperto, a condizione che si mettano in gioco tutte le parti in causa sul territorio, compresi i Cittadini.
Chiude gli interventi Ubaldo Moschioni, il Presidente del RC Como, con una serie di considerazioni:
- venuto meno il ruolo di difesa del Territorio, nel Comasco si assiste ad un degrado totale, ambientale e urbanistico;
- a proposito di luce, l'unica fontana luminosa esistente, quella di Viale Geno, è sempre spenta;
- per realizzare un centro dell'energia solo la Camera di Commercio può  fare da traino al progetto, anche per quanto concerne realizzazioni a basso impatto energetico e ambientale;
- dopo la visione di una slide dove si immagina lo Stadio trasformato in pista di ghiaccio, si augura che non vengano effettuati interventi "shock".
De Santis lo tranquillizza: il rispetto per l'ambiente e l'utilizzo di sistemi per contenere i consumi energetici fanno comunque parte di ciascuna iniziativa intrapresa e lo Stadio.. è semplicemente un messaggio, che dimostra come si possa cambiare.
Grazie davvero a Paolo De Santis, che come al solito riesce a stordirci con le sue vulcaniche iniziative. In un periodo in cui si sente prevalentemente parlare di crisi, ascoltare un ottimista ed avere la certezza, conoscendolo, che non sta sognando, è un regalo immenso.
Ma soprattutto deve essere uno stimolo per tutti noi.

Angela Corengia

 

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