Lechler spa: un'Azienda una Famiglia
03 Giu 2009
manoukian

CONVIVIALE del 3 giugno 2009
La visita allo stabilimento ed il racconto dei Manoukian

Nell'immagine: Agop e Aram Manoukian con Marcello Campisani


Trasferta a Camerlata per visitare la Lechler spa, Società che fa capo alla famiglia Manoukian. E' il nostro socio Aram ad accoglierci nella bella struttura adiacente la fabbrica, dove scopriamo - dalle immagini e dagli oggetti esposti - dove vanno a finire le vernici che qui si producono: caschi da motociclisti, splendide imbarcazioni, carenature di moto e tanto altro.
Ci introduce al suo mondo mostrandoci dapprima un filmato realizzato da Federchimica, dal quale apprendiamo - tra l'altro - che l'industria chimica è all'avanguardia per l'aspetto ecologico e per la sicurezza sul lavoro: massima attenzione quindi alla tutela della salute dei lavoratori e dell'ambiente.
Lechler, che ha compiuto 150 anni in buona salute, è un'industria che non produce ma trasforma, con un fatturato di circa 100 milioni di euro e più di 500 dipendenti. Opera in due sedi (Como, dove si producono vernici a solvente e Foligno per quelle ad acqua), ha 4 filiali nel mondo ed il suo mercato è costituito per il 40% dal "car-repair", per 1/3 dall'industria plastica, per il 5% dalla nautica ed il resto dal settore decorazione e casa. Ha 57 rappresentanze in Italia e 47 nel Mondo, prevalentemente in Europa, esporta in più di 50 Paesi. Utilizza tecnologie assolutamente all'avanguardia, con prodotti a basso impatto ambientale sia in fase di realizzazione che nell'impiego. A Merlotti Aram chiarisce che il settore del car-repair non è quello automobilistico in senso stretto, che necessita di grandi quantità perché l'impiego è robotizzato, ma quello della riparazione, appunto, che esige un'enorme gamma di colori, quantità ridotte e caratteristiche differenti in base al clima. Pecisa poi, su domanda di Capsoni, che in Cina fu impiantata una sede circa 10 anni fa per gli inchiostri serigrafici, successivamente ceduta con un'operazione di spin-off; oggi esiste solo un ufficio commerciale che si occupa del mercato cinese, peraltro con interessi limitati non potendo competere con il mercato locale (esistono prodotti "taroccati" Lechler!).

lechler

Iniziamo quindi il percorso attraverso la fabbrica divisi in due gruppi, accompagnati dai responsabili della produzione e del laboratorio: dal magazzino delle materie prime si accede al reparto successivo, dove le polveri dei colori vengono mischiate alle resine. Ogni procedimento subisce un controllo; enormi serbatoi, collegati tra loro attraverso una giungla di tubi, accolgono, lavorano e distribuiscono poi i prodotti sino alla fase finale dell'introduzione in lattine o contenitori di plastica e dell'imballaggio robotizzato. L'ultimo reparto visitato è il laboratorio, dove vengono effettuate tutte le analisi per la certificazione di qualità dei vari passaggi.
In sala mensa, dopo il pranzo, Aram ci spiega come il processo produttivo sia molto più complicato di quello che appare; è necessario effettuare costantemente investimenti anche per rispettare norme di sicurezza ed ambientali (controllo dei fumi per esempio) e, in un periodo di stretta creditizia, ciò diviene più complicato anche per un'Azienda sostanzialmente "sana".
E' poi la volta dello "Zio", il Presidente del Consiglio di Amministrazione di Lechler spa Dottor Agop. Ripercorre la nascita dell'attività, che nulla aveva a che fare con i Manoukian: nel 1858, infatti, fu Cristopher Lechler, farmacista tedesco, a ideare una vernice per la lamiera zincata, che poi brevettò. Il figlio Paul da impulso quindi all'attività sotto il profilo commerciale e, alla morte del padre, dona l'azienda a due dipendenti, riaprendo poi, dopo un anno, come Paul Lechler.
Nel 1899 i Successori Lechler vengono a Como, strategica per la presenza della dogana e della ferrovia, aprendo una filiale, ma l'interesse dei tedeschi inizia a ridursi sino a che cedono l'Azienda (per 3.000 lire) a tre Dirigenti (tra cui il Rag. Giuseppe Brizzolara, bisnonno di Aram), finanziati dal Banco Edoardo Clerici - che divenne poi Banca Amadeo - attraverso il reperimento di risorse tra investitori comaschi. I tre soci mantengono ciascuno l'8% del capitale e, dal 1911 al 1965, la Banca esercita il controllo sulla Società, che cresce strettamente coesa con la Città.

lechler1

Aram prosegue poi sottolineando come la caratteristica che ha accompagnato Lechler nella sua storia è l'armonia dei Soci, che - pur confrontandosi continuamente - hanno sempre adottato decisioni unanimi. Ancora oggi, dopo 150 anni, la famiglia continua sulla stessa linea. Una delle poche eccezioni del panorama comasco, in cui le successioni sono spesso difficoltose. E' ancora il Dottor Agop a "raccontare" come entrarono i Manoukian in Lechler. La storia si riallaccia alla drammatica diaspora degli Armeni dopo il genocidio da parte dell'Impero Ottomano: Onnik, stabilitosi con la famiglia in Svizzera, si laurea in chimica al Politecnico di Zurigo e nel 1925 risponde ad un'inserzione del "Corriere della sera" per sostituire un chimico francese in Lechler, a Ponte Chiasso. Dopo la sua assunzione la Società ha un nuovo impulso sotto il profilo tecnico, con un'innovazione del catalogo dei suoi prodotti. Una figlia di Brizzolara sposa poi un Manoukian, un'altra un Bruschi. I due nuovi rami della famiglia si suddividono le mansioni in Lechler, acquisendo poi il controllo della Società; successivamente i Bruschi escono lasciando unici azionisti i membri della famiglia Manoukian, oggi alla quarta generazione. Tutto questo ed altro ancora è raccontato nel bel libro che ci viene donato, scritto dal Dottor Agop in occasione dei 150 anni della Lechler.
Una bella testimonianza di imprenditoria che porta Como nel mondo, con un segreto: la famiglia. Una grande famiglia, unita e discreta, che non ama apparire ma rende onore alla Città che ha accolto il suo primo rappresentante.
Per l'interessante conviviale e ..per tutto il resto ringraziamo "i Manoukian".

Angela Corengia

 

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