Cellule staminali: le nuove frontiere della medicina
17 Giu 2009

CONVIVIALE 17 giugno 2009

Eugenio Gandolfi il punto di vista del chirurgo plastico

Prima della relazione del nostro Eugenio, la presentazione del nuovo Socio Michele Tomaselli (peraltro vecchia conoscenza in quanto responsabile marketing di Bennet) da parte di Claudio Bocchietti, che ne sottolinea le qualità sportive ("elegante sciatore, ottimo tennista e buon golfista, ma scarso calciatore") senza dimenticare il suo impegno a favore di progetti umanitari.
Brusio di compiacimento tra i soci (di sesso maschile) quando alle spalle di Gandolfi compare la prima delle slides che corredano la relazione: un già discreto lato B di fanciulla, con qualche imperfezione, affiancato dallo stesso decisamente  migliorato dopo il "trattamento" di cui Eugenio ci parlerà. Questo a testimoniare quanto bravo sia, il nostro relatore, a catturare l'attenzione dei presenti ancor prima di intrattenerci sulle sue conoscenze applicative - nel campo della chirurgia estetica - delle cellule staminali.
Le staminali fanno parte di ogni nostro organo o tessuto e sono cellule che si possono differenziare. Quelle "embrionali" si ricavano prima dell'insediamento dell'embrione nell'utero e sono le più facilmente manipolabili, in grado persino di generare un intero organismo. Lo stadio successivo (cioè quando l'embrione si è insediato nell'utero) produce le "fetali". Con la nascita del bambino si è in presenza di cellule "neo-natali", ricavabili dal cordone ombelicale, sino ad arrivare alle cellule "adulte" che ciascuno di noi ha nel proprio organismo.
In Italia è vietato utilizzare le cellule "embrionali" conservate sino all'entrata in vigore della legge 40 e tuttora giacenti presso numerosi Istituti. La ricerca su queste ultime è piuttosto arretrata: si sa che possono avere un utilizzo benefico ma possono portare anche alla creazione di cloni; le riserve di natura etica ne limitano quindi lo studio e le modifiche normative vietano l'impiego di quelle "abbandonate".
Più conosciute invece le cellule adulte. Il tessuto più ricco è quello adiposo (è la rivincita degli obesi! n.d.r.), che si presenta stratificato come una cipolla, all'interno del quale si trovano le nicchie più utilizzabili e trasportabili. Una caratteristica delle cellule staminali è che più sono vicine più si differenziano e potrebbero  essere utilizzate per un gran numero di patologie, solo in parte studiate e applicate. Se ne conoscono anche i limiti: non si può seguirne l'evoluzione e gli effetti collaterali sono ancora ignoti.
Dopo questa premessa di carattere generale, Eugenio entra nello specifico delle applicazioni in quella che definisce la "periferia della medicina", la chirurgia estetica, illustrando - soprattutto grazie alle immagini proiettate - i risultati da lui ottenuti con l'utilizzo di tessuto adiposo.  Gli impieghi, prima ancora che estetici, sono finalizzati a risanare piaghe, ferite difficili, traumi e cicatrici, anche radiologiche. Poi si arriva al rimodellamento della figura e all'ingrandimento del seno, con frequenti effetti non solo estetici (il trapianto conferisce un aspetto più naturale rispetto alle protesi), ma anche sotto il profilo ormonale. Tutto questo è oggetto di scambio di conoscenze a livello internazionale, soprattutto attraverso l'Associazione scientifica Stemedica di cui Eugenio fa parte come rappresentante italiano per la chirurgia estetica.
La ricerca sulle cellule staminali è molto più avanzata in Russia, che fu il primo paese ad utilizzarle - se pur in gran segreto - per la cura di gravi patologie (ora si sa che vennero impiegate per curare un ictus di Brezhnev). Qui però, per mancanza di fondi, ha subito una battuta d'arresto, mentre negli Stati Uniti (dove - sotto la Presidenza Bush, che non voleva perdere l'appoggio delle case farmaceutiche - venne sostanzialmente vietata) Obama l'ha rilanciata finanziandola. Si può parlare quindi di un momento storico importante, dopo una giusta cautela dei Medici, in cui si può effettuare una ricerca seria anche sotto il profilo etico, studiando protocolli soprattutto per l'utilizzo delle cellule embrionali.
Purtroppo in Italia, dall'agosto del 2007, la normativa ha bloccato di fatto la ricerca, limitandola agli Enti pubblici senza peraltro finanziarli. Nella vicina Svizzera invece è possibile, sotto la supervisione di un Comitato etico, l'impiego di tessuto adiposo a fini terapeutici anche su muscoli e ossa.
Le immagini che in conclusione ci vengono mostrate sono attestazioni di "miracoli" conseguenti all'impiego di staminali: guarigione da doppio ictus, ripresa di capacità intellettive in un caso di alzheimer e motorie in una tetraplegia, sconfitta di diabete. Casi tutti documentati scientificamente attraverso appunto l'associazione Stemedica.
Prosegue Eugenio rispondendo alle domande di Manoukian (per il momento la ricerca nell'ambito della lotta al cancro, condotta sulle cavie, sembra non funzionare), Ambrosoli (le cellule trasferite nel nuovo organismo si collocano dove servono in maniera spontanea), Brenna (nel campo delle malattie neurologiche si sono già  impiegate le staminali) Arcioni (in Italia è persino vietato che il tessuto adiposo prelevato esca dalla sala operatoria) e Pierpaoli (non esiste sufficiente casistica sui risultati nei casi di paralisi cerebrale infantile, per il momento si sono avuti alcuni effetti negativi).
Una curiosità: già si assiste ad un mercato orientale (Cina, Corea) di staminali, con il conseguente "pellegrinaggio" - in assenza di regolamentazioni precise - di malati di qualsiasi tipo.
Chiude Akuma, che dal punto di vista radiologico può documentare l'impatto positivo del trapianto di tessuto adiposo sulla prevenzione del tumore alla mammella: si può effettuare infatti la mammografia, spesso inefficace - se non preclusa - in presenza di protesi.
E tenendosi stretto il segreto dell'identità della fanciulla di cui compare anche in finale il lato B (etica professionale peraltro scarsamente apprezzata), Eugenio conclude ricordando che il mondo delle staminali è ancora in gran parte sconosciuto, anche se la ricerca  è in continua evoluzione.
Da oggi le prominenti pancette, sino a ieri considerate inestetismi, verranno viste con più benevolenza, perchè potremo diventarne donatori!

Angela Corengia

 

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