Il nuovo linguaggio dell'Istruzione primaria a Como
23 Set 2009

CONVIVIALE DEL 23 SETTEMBRE 2009
L'Assessore Anna Veronelli parla della prima scuola di creatività

Impossibile trattenere Franco Brenna, che sostituisce Marcello impegnato per lavoro a Milano. Nel presentare Anna Veronelli, ormai amica del nostro Club, che definisce - per i numerosi progetti attuati e per l'entusiasmo che la contraddistingue sempre - uno dei migliori rappresentanti della Giunta, non manca di lanciare una pietra nello stagno della vicenda paratie.

"Speriamo che la scuola di creatività sia un laboratorio culturale che possa aiutare a prevenire interventi abominevoli come quelli del muro realizzato..": la pietra è in realtà un macigno, più precisamente un piccone, che raggiunge direttamente il lago alzando un'onda che scopriremo essere di proporzioni gigantesche. "Questa conviviale" continua "è l'occasione che vogliamo dare, con la complicità dei rappresentanti della stampa presenti, per dire basta! Siamo violentati e presi in giro; pensare ai propri muri, come vorrebbe l'Assessore, è proprio pensare a questo muro, che è della Città e dei suoi Cittadini. Quindi prendiamo il piccone ed abbattiamolo!". Un fiume in piena trattenuto per dar spazio ad Anna Veronelli, che si presenta letteralmente come un cane bastonato. "Se avessi le orecchie lunghe sarebbero abbassate, se avessi la coda sarebbe tra le gambe. Sono preoccupata come voi, speriamo che cambi qualcosa..", replica.
Vuole iniziare la sua relazione come era solita fare quando insegnava all'Università, con una domanda: cosa si intende per creatività? Le risposte arrivano da più parti, diverse tra loro e tutte condivisibili, lasciando poi spazio alle definizioni tratte da Veronelli da Devoto-Oli e Garzanti.
Due anni fa è stato ideato, nell'ambito del suo Assessorato,  il progetto di questa scuola innovativa, quando ancora non si sapeva che l'Unione Europea avrebbe dedicato il 2009 proprio alla creatività ed alla comunicazione. Con perfetto tempismo la scuola ha aperto i battenti, in Via Perti, proprio quest'anno.
L'idea è nata dall'esigenza di "fornire" ai bambini un pensiero diverso, dopo aver constatato che due indagini demoscopiche identificano i creativi con artisti o con operatori in campo pubblicitario. Ogni giovane ha caratteristiche diverse, che genericamente sono orientate alla produzione del bello (per la donna) o allo studio scientifico per trovare soluzioni (per l'uomo). I creativi non di professione lo sono per se stessi e difficilmente ne beneficia la società, sempre più appiattita sui canoni televisivi. E' sembrato quindi necessario "investire" sulle nuove generazioni, per dare un taglio diverso al metodo d'istruzione con lo scopo di garantire l'emersione delle proprie capacità. Il filmato che segue è una relazione che Sir Ken Robinson, un esperto di creatività, ha tenuto durante un incontro di T.E.D. (che sta per "Technology, Entertainment, Design" e vuole identificare le  tre aree che insieme contribuiranno a dare forma al nostro futuro), dove alcuni dei maggiori protagonisti, per elaborazione intellettuale o per esperienza professionale, a livello internazionale sono invitati a presentare le idee a cui sono appassionati. Sir Robinson, in sintesi, ritiene che si stia applicando un procedimento educativo al di fuori delle creatività singole, ignorando totalmente attitudini personali e diversi tipi di intelligenza.
La scuola di Via Perti, ancora in fase sperimentale e quindi aperta a miglioramenti, nasce proprio con lo scopo di fare della creatività uno stile di pensiero e di adottare metodologie diverse per rapportarsi con la realtà. Ogni giorno bambini e insegnati - e con loro di riflesso i genitori - imparano ad affrontare problemi per trovare anche soluzioni diverse, lasciando libera la capacità di ciascuno di esprimere la propria intelligenza senza aver paura di commettere errori. La scuola è a tempo pieno (la seconda, a Como, dopo quella di Via Fiume), con 37 ore e mezza settimanali - mensa compresa -  dal lunedì al venerdì. Ai due insegnanti statali per classe, che cureranno le materie base tradizionali (comprese 2 ore d'inglese e 2 ore di attività motorie), si aggiungono i laboratori organizzati dal Comune con i numerosi partner che collaborano all'iniziativa: dal Teatro Sociale al Conservatorio, dall'Accademia "Giuditta Pasta" alla Fondazione di Minoprio, dal Teatro dei burattini di Como allo chef Momi ed ai Musei civici. Vi sarà poi un collegamento con la creatività del territorio "che produce", attraverso Confartigianato Imprese, il Museo della seta, la Fondazione Ratti, il tutto per consentire uno sguardo a 360° sul mondo della creatività e non solo.
Il progetto è seguito da esperti per moduli specialistici e tra un anno i primi risultati verranno discussi con i genitori.
Il primo ad intervenire è Panini, che - premettendo di condividere l'idea che i giovani d'oggi imparano prima di tutto il "copia e incolla" - si chiede se non sia prematuro, senza solide basi culturali, che ai bambini della scuola elementare si lascino queste libertà, con il rischio che si credano dei mostri d'intelligenza e si trovino disadattati nelle scuole superiori. Veronelli replica che l'insegnamento sarà comunque rigoroso, nell'ambito di regole "sociali" che non devono essere dimenticate (educazione, rispetto ecc.) e di programmi educativi delineati con le materie tradizionali. Diverso solo il metodo che si offre per apprendere.
Gandolfi, ricordando che in quest'ottica si mosse già Maria Montessori, condivide il progetto, sottolineando tuttavia che il problema maggiore sarà costituito da quegli insegnanti che vorranno resistere nella propria mediocrità. Riformare tutta la scuola, prima di cambiarne i sistemi, diviene quindi l'esigenza primaria.
D'accordo Veronelli, che ricorda che questo è anche  negli obiettivi del Ministro. Ad oggi tutti i problemi connessi a questa innovazione sono stati messi a fuoco, consci che si sta attuando una sperimentazione e quindi aperti a qualsiasi idea che possa contribuire a migliorare. Aspettare una riforma sarebbe stata una perdita di tempo, perché avere insegnanti preparati non è cosa che si possa imporre semplicemente con una legge. In questo progetto gli insegnanti sono entusiasti perché si sentono coinvolti in prima persona nell'esperienza, con un obiettivo di crescita sia loro che dei bambini. Sono affiancati, nel percorso, da un pedagogista che li ha prima preparati e li segue costantemente e dallo psicologo scolastico.
Dugoni osserva come la scuola di creatività sia importante anche per gli insegnanti, che devono essere consci che oggi i ragazzi non sanno pensare e vanno quindi stimolati in tal senso. Un analogo esperimento venne attuato negli anni '80 a Reggio Emilia negli asili "Diana", che oggi sono riconosciuti a livello internazionale come modello d'insegnamento.
Longatti, nell'augurare alla nuova scuola di poter realizzare gli encomiabili propositi, vuole sottolineare la condizione degli insegnanti, sottoposti a pressioni costanti ed a riforme pressochè continue che modificano ogni volta gli schemi d'insegnamento. I problemi delle classi  multietniche sono totalmente posti a carico degli insegnanti ed i genitori interferiscono continuamente nel lavoro svolto. Tutto questo per uno stipendio modesto, considerando che alle ore di insegnamento vanno aggiunte quelle per l'aggiornamento, la preparazione delle lezioni, la correzione dei compiti, le riunioni periodiche, le pratiche burocratiche che devono espletare. L'insegnante è solo; ben vengano gli esperimenti locali che ne possano valorizzare la figura ma la società deve prendere coscienza del loro disagio e dell'importanza che assumono nel percorso formativo dei giovani.
A conclusione della conviviale, Veronelli ci lascia con una frase del Sociologo Domenico De Masi: " La fantasia è la scintilla che ci distingue dagli animali. Mai come oggi abbiamo bisogno di creatività: per sfamare sei miliardi di esseri umani, pe consentire al progresso scientifico e tecnologico di proseguire nella sua bella corsa liberatrice, per accrescere la ricchezza e distribuirla equamente, per costruire un nuovo modello di vita capace di conferire senso all'agiatezza dei fortunati e speranza ai dannati della terra, per estendere la pace e l'allegria, per assaporare fino in fondo la gioia perenne della bellezza. Ma la capacità di creare è una pianta delicata, da assecondare con fantasia e concretezza, con trepida cura e scientifica competenza".
Nel ringraziarla, Franco le assicura che saremo sempre al suo fianco nelle sue iniziative per migliorare la qualità della vita a Como, …abbattimento del muro compreso!

 

Angela Corengia

 

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