La magia della luce
19 Nov 2009

CONVIVIALE DEL 19 NOVEMBRE 2009
Una performance teatrale del Fisico Professor Paolo Di Trapani

Grande serata quella della conviviale dedicata alla relazione del Professor Paolo Di Trapani, Docente alla Facoltà di Fisica dell'Università dell'Insubria. E grande è la difficoltà nel dover sintetizzare il suo intervento, perché parla di scienza e di conoscenza, di luce e di buio, di cielo e di sole, di Dante e Leonardo, di Van Gogh e Caravaggio, di incredulità e perdono.

Il tutto in una vera e propria performance teatrale, con esperimenti che più che dimostrazioni sono magie, con citazioni della Divina Commedia e Platone, con la proiezione di immagini straordinarie perfettamente in sintonia con la base musicale, che da assordante si fa dolce - quasi impercettibile -  per accompagnare l'ultimo raggio al tramonto prima del buio.
"IO SONO FATTO PER LA CONOSCENZA!" esordisce nella sala buia, illuminato da uno spot. E poi luce come metafora della conoscenza, turaccioli come elettroni, colori che si compongono e scompongono, trasparenze che mutano forma e tonalità, bagliori che penetrano tra il fogliame… domande. "Di che colore è l'aria?", "come si forma un'immagine?", "cosa stiamo vedendo?" alle quali i nostri tentativi di risposta sono maldestri. Perché ogni spiegazione porta all'esperienza della luce, che riesce a riprodurre una casetta greca attraverso una lente ma anche un forellino, che ha necessità di buio per emergere con maggior forza, come già aveva percepito Leonardo. Aria, per noi trasparente, che muta colore in funzione dell'atmosfera, volute di fumo bianche ma anche azzurre, cerchi concentrici di pennellate a rappresentare la luce emanata da un autoritratto-sole.
SOLE! Che divide lo spazio sui quadri dell'impressionismo  e del concettuale con il CIELO. SOLE! che "..quando Beatrice in sul sinistro fianco vidi rivolta e riguardar nel sole.." penetra nello sguardo di Dante che la sta guardando, perché  gli occhi sono la casa della luce e la luce riflette, rifrange, genera cerchi concentrici attraversando superfici trasparenti graffiate, si trasforma in lame penetranti come i raggi disegnati dai bambini, nasconde ombre, crea atmosfere.
Luce che, catturata dal materiale innovativo realizzato dal Mago Di Trapani e dai suoi Maghetti (come il Dottorando Matteo Clerici che lo assiste negli esperimenti), si diffonde all'interno di ambienti imitando il sole: si torna alla scienza, perchè il viaggio attraverso la pittura, la letteratura, la fotografia, la filosofia, la musica.. da lì è partito. 
Invano Alberto Longatti vuol far dire a Di Trapani che la sua scelta di analizzare molti quadri di Van Gogh è legata all'innovativa capacità dell'Artista di rappresentare la luce, con uso dei colori che produce quasi un effetto ottico, pennellate autonome che si allontanano dagli impressionisti e dai paesaggi illuminati dei vedutisti. Di Trapani sfugge a qualsiasi definizione, dice di non essere un esperto avendo con l'arte un approccio naif. Ama la tranquillità del fuoco e delle onde, che mutano e si riproducono all'infinito quasi a rispondere al mistero del tempo; è' il senso di quest'ultimo che forse trova in Van Gogh. Federico Canobbio inserisce un livello interpretativo anche teologico, "luce" in senso neo-platonico. "Forse.." ammette Di Trapani ribadendo l'esigenza di conoscere: la sfida è costruire una tecnica che aiuti a comprendere.
E mentre Campisani non perde l'occasione per declamare qualche verso della Commedia, a conferma del pensiero del Professore, Gandolfi ritrova lo stesso compagno folle del Ghislieri di Pavia, che vagava sui tetti del collegio mentre gli altri studiavano, che azzannava il mastodontico cane del Rettore facendolo fuggire tra i guaiti. "Aveva cominciato lui.. " si scusa Di Trapani, allargando i ricordi a quando girava per la Facoltà a piedi scalzi per sentire il contatto con la terra. E ancora giustifica la scelta di Vilnius (Lituania), dove ha vissuto per tre anni come titolare di Cattedra al Dipartimento di elettronica quantistica,  con la luce, che nei Paesi nordici non è molta - a causa del sole più basso - ma ricca di colori. Sembra passare in secondo piano la grande tradizione di Vilnius nel campo della ricerca sul laser; più importante, per il Professor Di Trapani, l'umanità di un popolo schiacciato dalla storia, un popolo di eroi, un po' duro ma temprato.
Davvero una serata straordinaria che purtroppo molti hanno perso, rinunciando a conoscere una piccola parte di scienza e un grande personaggio.

 

Angela Corengia

 

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