L'ISTITUTO CARDUCCI, PATRIMONIO DELLA CITTA'
17 Feb 2010

CONVIVIALE DEL 17 FEBBRAIO 2010
Alberto Longatti lancia un appello per i cento anni dell'Associazione

Oggi si parla al passato guardando al futuro, con Alberto Longatti, in occasione del centenario della nascita dell'Associazione Carducci che si festeggerà il prossimo 20 settembre. In realtà l'Associazione esisteva già con la denominazione "Pro-cultura popolare", fondata nel 1903 dall'Ingegner Enrico Musa, ma nel 1910 inaugurò la propria sede come Associazione Giosuè Carducci . L'edificio affiancò, in Viale Cavallotti, quello del Teatro Politeama inaugurato lo stesso anno, costituendo una sorta di polo cultural-popolare che si inseriva nell'ottica di dare impulso al turismo, dopo i fasti dell'Esposizione Voltiana del 1899.  L'Istituto Carducci aveva  già organizzato corsi serali per i lavoratori, creato una biblioteca circolante, offerto una serie di servizi (intrattenimenti per bambini, concerti, conferenze) che nel nuovo edificio trovarono una sede ideale, perché progettato proprio in funzione delle esigenze istituzionali dell'Associazione. Successivamente la biblioteca crebbe, sino ad arrivare agli oltre 40.000 volumi attuali; le aule ospitarono negli anni prevalentemente corsi per "mestieri", addirittura una scuola per massaie, divenendo un'Istituzione cittadina di grande popolarità (i soci, nel 1919, costituivano addirittura più del 7% della popolazione comasca). La gestione dei corsi riusciva a sovvenzionare, pur con la modesta entità della quota, l'attività culturale, che fu sempre molto attiva.
Negli ultimi anni il Carducci ha"cambiato pelle":  i numerosi corsi si sono ridotti a uno (disegno-acquarello-scultura), mentre continuano la stagione concertistica  (coordinata validamente da Maria Terraneo Fonticoli, già nostra socia ) e il ciclo degli incontri di varia cultura. I modesti introiti non riescono a sostenere le esigenze di una gestione che necessita di circa 110.000 euro annui, ripianandone solo la metà e lasciando al buon cuore dei benefattori  e a iniziative sporadiche il raggiungimento del pareggio. Il Carducci non vive, si limita a sopravvivere, occupando sì gratuitamente i locali della Sede (ora di proprietà del Comune per donazione), ma dovendo far fronte anche a spese di manutenzione straordinaria (oltre che a quelle ordinarie) che l'Amministrazione non è in grado di finanziare. Ma non si può lasciar agonizzare questo patrimonio - anche culturale -, che tra l'altro ha una sala per concerti di ottima acustica: si vuole fare del Carducci, proprio per ridargli nuova vita dopo cento anni,  la "Casa della cultura". 
Alcune Associazioni hanno trasferito qui la Sede (la Dante Alighieri, gli Amici dei Musei, l'Associazione Cinefili - che tra l'altro ha già in programma un Cine-club), altre ne seguiranno. Le sale potranno ospitare incontri, conferenze, readings, con l'auspicio che anche i giovani ne possano usufruire con le loro attività. La gestione deve diventare condivisa, sia sotto il profilo culturale che per quanto concerne le spese; le più urgenti sono quelle di messa a norma dell'impianto elettrico, per un totale di circa 20.000 euro (alcune parti dell'edificio sono già a norma). In questo quadro i due Rotary cittadini sono di fatto già inseriti, ma unicamente come fruizione di un locale: l'appello è che invece i Club partecipino alla vita del Carducci, contribuendo fattivamente alla sua rivitalizzazione anche entrando, eventualmente, nel Consiglio di gestione. Ad alcuni intervenuti (Terraneo, Roncoroni, Baj), Longatti chiarisce che la struttura è in comodato gratuito dal Comune, quindi le spese sostenute non possono essere trattenute su canoni che non si corrispondono. E' vero che la messa in sicurezza competerebbe al Comune, ma non è allo stato ipotizzabile che stanzi in bilancio cifre a tale scopo. A questo proposito Capsoni informa che già a suo tempo sollecitò l'intervento dell'Amministrazione (che, in quanto proprietaria, ha responsabilità penale in caso di incidenti), che garantì, senza poi far nulla, gli interventi necessari. Inoltre ricorda che un concerto organizzato dal Baradello fu praticamente "disertato" dai Soci. Circa la difficoltà di condivisione con il Como del locale da noi occupato, per carenza di spazio, Longatti assicura che si farà di tutto per ospitare adeguatamente le Associazioni.
Peverelli  lamenta  una comunicazione pressoché inesistente degli eventi che si tengono al Carducci (e Longatti condivide). La nostra Segretaria Laura provvederà in futuro a trasmettere a tutti i Soci il programma, ricordando che sono disponibili 40 tessere, corrispondenti al contributo che noi versiamo al Carducci.
Gandolfi  ritiene che sia nostro dovere partecipare attivamente, con apporto di idee e di progetti, alla vita dell'Associazione, quindi è indispensabile che si venga coinvolti anche a livello decisionale; a Como esiste un problema di fondo che è quello di una sorta di disinteresse culturale, che bisogna assolutamente combattere. Corengia, condividendo quest'ultimo intervento, crede che sia tuttavia fondamentale che, oltre alle idee, si apportino anche finanziamenti:  ogni socio Rotary dovrebbe versare una propria quota e fare in modo di trovare altri soci.  E' un primo passo per poter garantire un'immediata sopravvivenza e per dare dimostrazione, in concreto, che il Rotary c'è. A questo proposito l'attuale Consiglio ha dato incarico a Brenna  di organizzare - con il Como - un concerto per raccogliere almeno 1.000 euro a Club, con lo scopo di finanziare il bollettino dell'Associazione.
Brenna condivide, ricordando che il FAI (che vanta 80.000 soci) riesce con una quota annua di soli 40 euro a gestire tutto il cospicuo patrimonio che ha sul territorio italiano.
La conclusione a Longatti: "ho lanciato il sasso nello stagno, a voi aiutarci a cercare soluzioni".
Diamoci da fare!

Angela Corengia

 

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