Il linguaggio dei simboli
17 Mar 2010

CONVIVIALE DEL 17 MARZO 2010

L'affascinante mondo del simbolismo visto da Enrico Ostinelli

Ritorna come relatore il nostro ex Socio Enrico Ostinelli per parlarci di un argomento curioso. Chi si occupa di "denti" ci ha tuttavia abituato ad una conoscenza eclettica (la cucina e il Lario di Pupi, il golf di Aurelio e le cartoline di Enrico Levrini, i multi-interessi di Franco), come se questa Professione (e così è giusto che sia) lasci ampi spazi per "vagare" altrove. La capacità di simbolizzare è antica quanto la storia umana e ogni cosa che appartiene alla natura o al lavoro dell'uomo ha due significati: uno concreto e uno simbolico. Il linguaggio dei simboli è quindi universale: spazia dalla croce (simbolo precristiano di salvezza ma anche egizio di vita)  alla mezzaluna (emblema dell'Islam per la vittoria degli Ottomani sui Macedoni, che avvenne all'apparizione della luna); ancora: dal numero 7 come simbolo di ordine cosmico e spirituale (a motivo delle fasi lunari, dei giorni della creazione, dei pilastri della sapienza per l'Islam o di perfezione per Ippocrate), fino ai segnali stradali, alle carte da gioco e ai contrassegni dei partiti politici.
Per Dante le tre belve all'inizio della Divina Commedia (la lonza, il leone e la lupa) rappresentano i vizi della lussuria, della superbia e dell'avarizia; la falce è sì l'attrezzo che taglia le spighe durante la mietitura ma al contempo è il simbolo del tempo nell'eterno ciclo della natura e può rappresentare la morte.
Le immagini simboliche appartengono a un linguaggio particolare che rivela a noi le porte del mistero. Il termine deriva dal greco Symbolon , che in origine era un oggetto diviso in due e serviva come segno di riconoscimento: il possessore di una delle due parti poteva mostrare come quella che aveva corrispondesse all'altra. Nella Grecia antica il simbolo divenne una rudimentale carta d'identità costituita da una parte di una conchiglia divisa in due. L'ente pubblico conservava una metà e la persona aveva l'altra, da esibire per il riconoscimento. Da qui il simbolo divenne un segno di individuazione con il quale si identificavano gli affiliati a gruppi di artigiani o a società segrete.
Già presso i Pitagorici esistevano simboli, gesti e frasi che non erano riconoscibili se non ai membri delle scuole mistico-filosofiche. Anche le Religioni assumono un segno di individuazione: la croce per i Cristiani, la mezzaluna per i Mussulmani, l' om per gli Induisti, la stella di Davide per gli Ebrei, così come già gli dei avevano adottato oggetti che li identificavano (l'anfora per la dea Cerere che rappresentava abbondanza e generosità della terra , il tirso  per l' allegria e la festività di Dioniso, l'ancora per Spes in segno di speranza, salvezza, stabilità e fedeltà).
Sotto l'influenza delle religioni misteriche il simbolo divenne qualcosa di segreto, un'allusione, una espressione cifrata che non doveva essere detta direttamente, ma riconosciuta. I Cristiani perseguitati adottarono il simbolo del pesce (Ichthys è acronimo di Iesus Christos Theou Yios Soter, Gesu' Cristo figlio di Dio Salvatore), gli Eleusini la spiga (crescita e fertilità), l' acacia per i Massoni, elementi comunemente usati o visibili, ma il cui significato criptico è noto solo agli iniziati.
Per gli antropologi ogni simbolo può essere considerato chiuso, in un certo senso, perché riferito alla società in cui è nato e adottato. Così nella preistoria le costellazioni erano considerate misteriosi animali divini, i pianeti che si inseguivano nel cosmo erano carri, si ricercava nel firmamento il presagio di ciò che era terreno. Un esempio sono le pitture rupestri nella grotta di Lascaux,  che propongono un simbolismo astrale interessante: sulle pareti a volta circolare si possono riconoscere riproduzioni delle costellazioni zodiacali , il Capricorno, lo Scorpione, il Toro  posto nel mezzo della via lattea. Importante è la disposizione delle incisioni, che riproduce la mappa del cielo al solstizio d'estate: il sole al tramonto penetra nelle grotte illuminando i dipinti. Sicuramente sotto questa volta stellata venivano tenute cerimonie religiose, rendendo questo un luogo di culto.
La teoria del simbolo attesta che ogni cosa - sia essa concreta o astratta - può acquisire un'altra forma o dimensione reale, a volte più comprensibile; la sua funzione può anche essere quella di definire "il mondo", come per esempio il palo sacro di una tribù nomade di Aborigeni australiani che, piantato in terra, rappresenta il centro del'universo. il simbolismo del palo permette a queste tribù che si spostano continuamente di vivere sempre al centro di un cosmo organizzato, comprensibile e di essere sempre in comunicazione con gli dei.
Nel tardo medioevo e nel rinascimento si usarono i simboli sia in senso aperto che complesso: Raffaello, per esempio, esegue un ritratto di una dama con il Liocorno, animale fantastico, per definire la castità. Nello stesso periodo, da un'arte minore, nacque un mazzo di carte da gioco originale, di origine sicuramente simbolica: i Trionfi, oggi più noti come  Tarocchi. Oggi si sono deviate le interpretazione dei significati iniziali,  attribuendo i tarocchi all'esoterismo egizio. In realtài sono il risultato popolare della grande arte simbolica del quattrocento italiano, sono immagini tratte da un repertorio figurativo che faceva parte dell'universo culturale dell'epoca, in cui compaiono i simboli delle virtù (forza-giustizia e  temperanza), del cosmo (luna, stelle, mondo, tempo divenuto l'eremita), del potere temporale e spirituale ( imperatore e imperatrice, papa e papessa), della condizione umana( giocoliere, matto, l'appeso, gli amanti) e del destino (ruota della fortuna, morte e giudizio). Si trattava di un passatempo edificante che metteva in mano ai giocatori simboli potenti su cui meditare e riflettere. Famoso il mazzo di Tarocchi del Mantegna, composto da 50 incisioni che simboleggiano i mestieri, i principi etici e i ruoli sociali: dal mendicante al papa, Apollo, le 9 muse, le dieci scienze con le 7 arti liberali, l'astrologia, la filosofia e la teologia, i principi cosmici, i principi etici incarnati nelle sette virtù ed infine i dieci cieli. La successione delle carte riproduce una scala che sale dalla terra al cielo, dall'alto di questa scala la Prima causa governa il mondo, senza intervenire direttamente ma tramite diversi intermediari, in modo che la potenza di Dio si trasmetta alle creature inferiori fino al mendicante. Letta al contrario la scala insegna che l'uomo può elevarsi gradualmente nell'ordine spirituale e risalire dal suo stato infimo fino alla contemplazione della pienezza di Dio. Il significato di tutte le carte era ben conosciuto dai giocatori di allora, così come l'interpretazione del futuro attraverso la loro successione nel gioco.
Il doppio gioco dell'immaginario sembra senza fine, ai Tarocchi si aggiungono anche i Talismani che avevano il potere di evocare e stimolare le virtù dell'anima, sintonizzandole con le potenze mitologiche e astrali benefiche. Gli affreschi simbolici del palazzo Schifanoia a Ferrara hanno la stessa funzione dei tarocchi del Mantegna.
Le immagini che accompagnano la relazione ci mostrano poi un affresco enigmatico della villa dei Misteri di Pompei, che descrive una cerimonia di iniziazione ai misteri, probabilmente dionisiaci. In una scena secondaria si può vedere un sileno con la testa voltata di lato che tiene in mano un vaso: un satiro vi guarda dentro specchiandosi, un altro tiene in mano una maschera che vi si riflette. Lo specchio  rappresenta l'illusione, ma è anche il simbolo della coscienza di sé, del proprio io e del posto dell'io nel mondo. Nel vaso del sileno l'illusorio gioco di figure riflette la realtà da cui tutto si diparte e in cui tutto si congiunge. Il variopinto mondo dei simboli è il riflesso di una realtà culturale in cui si specchia e si riflette la forza della tradizione.  Importante  per una corretta lettura, come asserisce Carl G .Jung, è inserire il simbolo nel contesto storico e culturale dove è nato.
Enrico ricorda poi la nascita del Rotary ed il contesto nel quale di sviluppò per arrivare ad analizzarne il simbolo: la ruota dentata. Persone di diversa professione, origine e religione si riuniscono ed a rotazione ospitano presso la loro abitazione gli altri membri del Club. Da qui la rappresentazione attraverso la ruota, che nella prima versione ricordava quella del carro dei pionieri. Nelle versioni successive compaiono le nuvolette ad indicare il movimento, il progresso del Rotary, che - dopo la nascita del primo club non anglosassone a Cuba - aggiunge alla propria denominazione "International". Fu modificata la ruota dei pionieri in ruota dentata, con 24 denti, 6 raggi e la gola interna per la chiavetta. Questi simboli rappresentavano la società industriale, il moto attivo che, attraverso i denti, trasmette energia ad un infinito numero di altre ruote dentate, con una gola per la chiavetta che, bloccando l'albero, permetterà che questo trasmetta l'azione ultima e concreta.
Purtroppo i simboli non vengono interpretati sempre correttamente; taluni cercano di leggervi significati diversi. E' il caso di chi ha voluto vedere nella ruota rotariana il simbolo del KKK o di interpretazioni curiose del biscione dell'Alfa Romeo o della raffigurazione sulla moneta da 1 euro. Addirittura qualcuno ha voluto leggere nel logo della Microsoft una svastica, forte forse anche del fatto che la pianta degli edifici della sede americana la ricordano.
Enrico conclude con un ricordo all'amico Luigi Marucci, che identificava nella cintura di Orione - che secondo teorie avvincenti avrebbero ispirato l'allineamento delle piramidi di Giza - la nuova casa della "sua" Graziella.
Intervengono quindi Giorgio Bordoli e Siani, con precisazioni sui simboli rispettivamente dell'Alfa Romeo e del Pontefice dei Tarocchi e Carli Moretti che chiede conferma del significato del numero 5, che rappresenterebbe l'uomo e la donna, quindi la perfezione. Il nostro amico Bob precisa poi che, secondo l'interpretazione di un suo Docente, i numeri arabi starebbero ad indicare il totale degli angoli presenti nell'originale scrittura degli stessi (1= un angolo, 2= due angoli ecc.).
Provocatoria la domanda di Pomentale sul motivo che ha spinto Enrico a rassegnare le dimissioni. Ostinelli chiarisce che il suo concetto di "servizio" è in primo luogo la disponibilità personale verso gli altri, con un coinvolgimento quindi di ciascuno prima ancora che del Club nel suo insieme. Lo spirito è un po' quello che ha trovato in altre Associazioni (il "Pane quotidiano", per esempio, che attraverso l'opera di soli 6 volontari distribuisce pasti a 2.400 persone); la convivialità è sì elemento importante, ma non a scapito appunto del "fare".
Campisani chiude con il suono della campana, affermando - molto diplomaticamente - di accettare la critica: nessun dibattito, tempo scaduto..

Angela Corengia
(grazie anche agli appunti di Enrico Ostinelli)

 

Prossimo Evento


"Festival della Luce 2024 - Franco Brenna e Giulio Casati
Inizio: 15.05.2024, 12:30
Luogo: ristorante Antica Darsena del Palace Hotel
Presentazione del nuovo "Festival della Luce"

Calendario Eventi


«   Maggio 2024   »
lumamegivesado
  1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
  

Area Riservata



Bollettini

Segreteria

Lun - Mer - Ven
dalle 9.00 alle 12.00

Rossella Tondù
Tel. 031 264656
segreteria@rotarycomobaradello.it

Riunioni del Club


Tutti i mercoledì non festivi
ore 12:30


Ristorante Antica Darsena
Palace Hotel


Lungo Lario Trieste 16
22100 Como


tel. +39 03123391
fax +39 031303170


Nel caso di riunione effettuata in giorno o ora diversi, l'accoglienza ad eventuali ospiti è garantita dalla presenza di un socio, delegato dal Consiglio.