CONVIVIALE DEL 31 MARZO 2010 La tradizionale benedizione di Don Giovanni Meroni
Introdotto da Marcello Campisani come "il Prete meno Prete che conosca", è tornato - come ormai da tradizione pre-pasquale - Don Giovanni Meroni, il Parroco itinerante della Val d'Intelvi. Dice che non vuole "tirarla lunga", sottintendendo forse "la predica", così porta in dono a ciascuno di noi una copia del libricino "Lettera ai cercatori di Dio", il messaggio per la Pasqua 2009 della Conferenza episcopale italiana. Dentro un'immaginetta con una croce non tradizionale, perché raffigura Gesù morto e risorto.
Non è facile star dietro ai pensieri di Don Giovanni, perché più che altro lascia parlare il cuore, in un susseguirsi di domande, riflessioni, meditazioni ad alta voce con un filo rosso che le accomuna: il messaggio di speranza di Cristo. Ricorda un'esortazione di Papa Benedetto XVI che invita a tornare a guardare il Crocefisso, quindi - per un Sacerdote - con le spalle al popolo. Ma da Prete di paese, abituato ad ascoltare problemi e trovare soluzioni, risolve a suo modo la questione: basta mettere il Crocefisso sull'altare, perché la gente va guardata negli occhi. Gesù risorto rappresenta la speranza, la speranza è verità. "Ma cos'è la verità?", chiede più volte, lasciando attimi di silenzio per una risposta che nessuno di noi ha il coraggio di dare, o forse non sa dare, almeno secondo i criteri di Don Giovanni ("non tiriamo fuori questioni filosofiche.."). Ci aiuta con un altro dei suoi splendidi aneddoti sui bambini dell'asilo (ricordate quello dello scorso anno della bimba che sgridò la mamma perché non le aveva detto che Gesù era morto?):"Gesù è morto in croce per noi".. "anche il mio nonnino è morto, adesso è in Paradiso" .. "e sai cosa fa il tuo nonnino? Guarda il volto di Gesù".. "Ah, chissà com'è contento.." Il bambino ha capito, ha dato un volto alla speranza, alla verità. E ancora "ma cos'è la verità?". Continuiamo a non rispondere. "Si toglie dalla vita Cristo e lo si porta per le strade, nella processione del Venerdì santo": lo si avvicina a noi nel momento della sua massima sofferenza. "Ma cos'è la verità?" e questa volta Don Giovanni riporta la domanda di Pilato, alla quale Gesu' non risponde. Pilato non vuole risposte, vuole vedere un miracolo: non gli importa nulla di Cristo e meno ancora della verità. E' una sfida o forse - più semplicemente - curiosità. Ma Gesù non fa miracoli per essere apprezzato. Nella Chiesa si sta vivendo un momento delicato: troppe polemiche hanno "fatto perdere il filo"; si pensa al sacramento del Sacerdozio come rispetto delle regole, in realtà deve essere uno stile di vita (per inciso metterebbe al muro i pedofili e sparerebbe loro con una mitraglietta, ma perché si sente buono, è Pasqua..). Gesù, davanti a Pilato, ha insegnato che non vuole essere apprezzato ma imitato, anche se non è facile; la vita cristiana deve essere un modo di pensare, soprattutto in un momento di grande difficoltà nel quale non si hanno più punti di riferimento (non ci si fida di nessuno, delusi dalla Chiesa, dai Politici) e si rischia di essere travolti da una sorta di totale anarchia. Sembra diffondersi sempre più una sorta di ateismo - se pur consapevole - che in maniera sfrenata va alla ricerca di Dio e dell'anima; filosofi e teologi si fanno domande (e soprattutto pubblicano libri) cercando di dare delle risposte. Si mette in dubbio l'esistenza di Dio perché la nostra fede è ferma all'ultimo Sacramento ricevuto (forse la Cresima da ragazzi), ma la fede va coltivata sempre, dobbiamo crescere ad imitazione di Cristo. Giovanni XXIII ripeteva che la verità non è un randello da far roteare come si vuole, la sete di verità fine a se stessa non porta da nessuna parte. La verità deve essere speranza, la speranza è Gesù Cristo, il Dio più vicino a noi perché è con noi, come noi, sofferente e "solo come un cane". Che spesso non comprendiamo, soprattutto quando ruba la vita a chi non merita di morire, perché è difficile credere. Il nostro percorso deve essere ricerca per poter portare delle risposte, quando sarà il momento "e sempre che dall'altra parte ci sia" (scherza sul Capo Don Giovanni), al Padreterno. "La mia nonnina è contenta?".. "No, è nella gioia".. "cos'è la gioia?".. Te lo spiego tra qualche anno.."
Angela Corengia
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