La Poesia e il Tempo
14 Apr 2010

CONVIVIALE DEL 14 APRILE 2010
Un viaggio nel tempo con Antonio Sala attraverso il  linguaggio della Poesia

"Tirato per i capelli", come lui stesso ammette, per la defezione all'ultimo momento dell'Ospite previsto, Antonio Sala ha anticipato la sua relazione "pur senza avere avuto il tempo di prepararla adeguatamente".

L'argomento insolito, per noi, non lo è per lui, di cui conosciamo ed apprezziamo la sensibilità e la profonda cultura, non solo in campo letterario.
Non è semplice riassumere il fluire pacato delle parole di Antonio, che coniuga concetti ed emozioni con lo scandire di versi presi qua e là nel mare magnum della poesia: "vaga la terra come canto senza meta.. vela alla deriva nel placido universo" è il suo esordio per condurci nell'infinito, nel silenzio.
Quel silenzio assordante che, dopo la Creazione di ombre e luci, di terra e acque, dell'uomo "a mia immagine e somiglianza", costringe al regalo del pensiero e della parola ("vai e dai il nome agli animali...")  per una nuova creazione dell'universo.
Il tempo è l'incostante varietà del pensiero che cambia attorno alla realtà variegata dell'essere.  Non si muovono gli oggetti, ma il tempo relativo che abbiamo in noi; si muove la parola, che vive e muore, incarnando pensieri che il tempo uccide, per poi rinascere per uccidere il tempo.  Parola che ha come regina la poesia, messaggio universale che contiene il tutto: il poeta è un privilegiato che ne ha accesso, parlando a nome di tutti.
Il tempo nei pensieri trova una scansione e la poesia è in grado di ricreare sensazioni ed emozioni anche lontane. Antonio cita versi del IV secolo, ancora attuali, o la malinconia di alcuni autori che nasce dall'incapacità di arrivare all'assoluto. Ancora: Dante (..è l'ora che volge al desio..) o  Saffo, che addirittura trasforma  la disperazione in consolazione (..simile a un dio sembra chi ti siede accanto..), stemperando così l'odio verso chi le ha rubato la compagna. E collegandosi all'amore recita versi di Catullo, che non dimostrano i duemila anni trascorsi, di Petrarca per Laura e poi di nuovo Dante con Beatrice (l'amore sublimato, quindi eterno) e con Paolo e Francesca (sentimento che da passione diviene dolore, con la morte che divora il tempo riportando l'uomo all'eternità). Nella poesia il tempo scorre invisibile ed è cantato con angoscia (Foscolo in "A Zacinto", che si apre addirittura con tre negazioni: ne più mai) o con la dolcezza di Leopardi (Silvia, rimembri ancor..); attimi fermati dalle parole che li rendono immortali. Dante, come un profeta, parte da un istante preciso (Nel mezzo del cammin di nostra vita..), ritorna al passato e disegna poi l'ascesa e quello che verrà, come una nuova creazione.
La poesia del tempo riproduce il nostro rapportarci all'atmosfera: la primavera che illumina la vita di Leopardi (..per li campi esulta..) o la solatia Romagna di Pascoli, o l'identificarsi con il paesaggio di Carducci, che si perde nella "nebbia"  ma riemerge scosso ("urla e biancheggia..").
La parola è il vero miracolo attraverso il quale ci distinguiamo da tutti gli altri esseri e la punizione di Dio, quando l'uomo supera il limite, è quella di confonderlo per ripartire da zero (l'episodio della Torre di Babele).
La conclusione, con l'ultimo frammento della relazione "il tempo della poesia" è sintetica: è SEMPRE il tempo della poesia".
Lascia incantati la relazione lieve e profonda di Antonio, che Campisani definisce "nobile cuore", aggiungendo che quando le parole toccano in un unico istante l'anima e la mente sono poesia.
Chiamato in causa dal Presidente, Longatti ci riconduce alle grotte degli uomini primitivi ed ai primi disegni: immagini che - come le parole - costituiscono tracce di memoria. Probabilmente una mano femminile ha impresso il profilo del suo amato disegnandone l'ombra proiettata su una pietra dalla luce del fuoco, lasciando il suo "poetico" messaggio d'amore. Un'altra forma per trasmettere la realtà ed i sentimenti, anche se la parola costituisce il più esplicito dei linguaggi.
Siamo grati ad Antonio, che  ci ha accompagnato in un percorso  lungo quanto l'esistenza dell'umanità e ci ha dato prova che nulla è cambiato: la "poesia", ora come allora, imprime nel "tempo" pensieri e  passioni lasciando tracce di vita.

 

Angela Corengia

 

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