Il Parlamento della legalità: un progetto di giustizia per i giovani
28 Apr 2010

CONVIVIALE DEL 28 APRILE 2010
Le iniziative della Onlus in Lombardia nelle relazioni della Psicologa Manuela Ponti e del Dottor Paolo Bignoli della Polizia di Stato

Un'altra collaborazione con il Rotaract, la conviviale organizzata dal giovane Franco Renzetti (Consigliere del RTC Como), che - in qualità di coordinatore provinciale del "Parlamento della legalità" - ci ha portato due relatori per illustrare l'attività della Onlus per i giovani in Lombardia.


Abbiamo presentato  "Il parlamento della legalità" sul bollettino dello scorso mese ed il suo scopo primario è quello di avvicinare i ragazzi ai concetti di diritti e doveri, così come ci spiega la psicologa Manuela Ponti, responsabile dei progetti attivati in Lombardia.
La prima iniziativa è stata con l'Istituto Mapelli di Monza, con l'addestramento di un gruppo di ragazzi che sono entrati a far parte della Protezione civile. L'intento è quello di introdurre il concetto di "utilità sociale" nelle attività dei giovani, che contemporaneamente imparano ad agire nella legalità ed a capire cosa significhi diventare buoni cittadini, prendendo coscienza di diritti e doveri. Si parte anche da piccole cose, come il recupero di valori che un tempo erano considerati normali: la pulizia del marciapiede o la spalatura della neve davanti a casa, il rispetto e la cura degli spazi pubblici. Di fronte a generazioni che crescono condizionate dai modelli dei media -  in particolare televisivi - e che si dimostrano impreparate, considerando la sempre più giovane età in cui si manifestano i problemi, di fronte ai fenomeni di alcolismo e droga, è indispensabile partire sempre più precocemente con il percorso di informazione. In questo ambito si muove "Il parlamento della legalità", per esercitare un cambiamento radicale attraverso iniziative che coinvolgano in primis i giovani, che devono sentirsi responsabili del futuro loro e del mondo che li attende.
Paolo Bignoli è Ispettore della Polizia di Stato (che ha aderito a livello nazionale al progetto) presso la Squadra mobile di Milano. Racconta l'esperienza sua e dei colleghi nelle scuole milanesi, dove hanno descritto la loro attività di Operatori di forze dell'Ordine ma  hanno anche ascoltato i ragazzi, raccogliendo le loro esperienze,  le loro richieste, le loro idee. Su Monza poi hanno lavorato per un anno e mezzo cercando di sviscerare con i giovani i problemi delle bande giovanili e del teppismo calcistico. Su richiesta degli stessi studenti il discorso si è ampliato al fenomeno mafioso in generale ed a quello del doping sportivo, facendo emergere la necessità di incrementare le iniziative. E' ancora Manuela Ponti ad illustrare il progetto che ne è scaturito, denominato BUM BUM da una canzone appositamente scritta da due DJ di Radio 105, che attraverso la musica (con video trasmessi dalle emittenti ascoltate dai giovani e concerti) si vuole intervenire in 60 Provincie. L'idea è quella di organizzare appunto concerti con famosi cantanti che si prestano a collaborare, preceduti dalla presentazione dell'iniziativa da parte dei due DJ e seguiti da discussioni con i ragazzi.  A scuola si continuerà poi il percorso con i professori, per raccogliere alla fine tutte le esperienze. Hanno poi dato disponibilità anche le più importanti  squadre sportive milanesi (Inter, Milan e Armani basket), in particolare relativamente al problema del doping.
Capsoni anticipa la Relatrice con la relativa domanda: l'aiuto che può dare il Rotary è quello di partecipazione a livello "sociale", con la diffusione delle informazioni ad Enti ed Imprese (lo scopo è anche quello di ottenere dei finanziamenti) per ampliare il più possibile la diffusione del progetto.
Per ultimo il ringraziamento di Franco Renzetti, che è entrato entusiasticamente a collaborare al progetto dopo che il fondatore del Parlamento della Legalità - il Prof. Nicolò Mannino - ha tenuto una relazione al Rotaract . Auspica che anche il nostro Rotary possa "dare una mano" a far conoscere questa esperienza, che interessa tutto il Territorio nazionale.
Terraneo è finalmente lieto che ai giovani si cominci a parlare anche di doveri, dopo che per anni hanno imperversato solo i diritti e Dugoni fa cenno alla propria esperienza (è dal 1985 che si occupa di tossicodipendenze - anche all'interno dei SERT - e di disagio giovanile) per condividere la bontà delle iniziative, partendo dall'educazione nelle scuole primarie e senza dimenticare interventi anche a favore dei genitori, che devono avere conoscenza  dei problemi e delle dinamiche giovanili per affiancare i ragazzi nel coinvolgimento come parte attiva del loro divenire. In quest'ottica a Como, per esempio, è in corso un progetto che coinvolge l'Istituto socio-pedagogico in attività all'interno delle carceri.
Ponti ne condivide le osservazioni, facendo rilevare come in questo caso non si tenda a ridurre il danno di un problema (come fanno normalmente le "politiche sociali") ma si cerca di promuovere il "benessere" dei giovani per prepararli al futuro.
E' Capsoni a chiudere: "adesso passiamo alla fase pratica!"

 

Angela Corengia

 

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