La mostra di Mario Tosatto a Lenno
27 Ott 2010
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CONVIVIALE DEL 27 OTTOBRE 2010
Visita alla "Libera Associazione culturale - L.A.C." - Casa Brenna - Tosatto

(Nell'immagine: la Casa Brenna-Tosatto a Lenno)


Altra trasferta per le conviviali itineranti di Roberto Dotti, questa volta per visitare la mostra allestita da Franco e Roberta Brenna e dalla neonata L.A.C. nella Casa Brenna-Tosatto di Campo di Lenno. In una splendida giornata (trattandosi dei Brenna non potrebbe essere diverso!) l'edificio, recentemente ristrutturato, si staglia contro il cielo blu a dominare lo spettacolo del lago e dei colori autunnali: già questo vale il viaggio. Roberta ci accoglie all'ingresso della casa, sulle cui pareti autoritratti e foto d'epoca ci introducono nella mostra dedicata a Mario Tosatto.
E' il Curatore Alberto Longatti a guidarci alla conoscenza di questo insolito Artista, zio di Franco e padre di Antonio, che ha lasciato la casa e 1.600 opere a Franco. Eredità raccolta con l'idea di continuare il percorso del cugino, ampliando le finalità ma mantenendone lo spirito.
"Mario Tosatto 1885-1913. Lo sguardo interrotto" è il titolo della mostra e del bel volume pubblicato per l'occasione. Una vita breve (morì a ventisette anni camminando per le strade di Como) ma intensa, perché fu pittore, scultore e architetto. Vicentino d'origine, approdò sul Lario come antesignano "designer" della falegnameria Brenna, si imparentò con la famiglia sposando Sofia (ebbero due figli) ed affiancò l'attività professionale alla sua passione per l'arte. La sua versatilità intellettuale è straordinaria: passa dalla pittura realistica post-impressionistica alla scultura che da' risalto ad una materia fragile, ad un'architettura quasi senza regole, priva di disegni e con spazi molto articolati. Il suo talento è testimoniato dalle opere - poche - che tuttavia compendiano la sua frenetica attività, quasi avesse il presagio di avere a disposizione poca vita. Tra queste anche quadri di scuola, belli e meno belli, studi sulla materia nel tentativo di superare la bidimensionalità, sculture che si avvicinano all'impressionismo, dettagli architettonici suggestivi (il lucernario a mezza luna). La casa, che non riuscì a vedere finita e fu poi completata a cura della moglie, passò poi al figlio Antonio, chimico (resta famoso il commento alla foto che Pupi scattò visitandolo in Ospedale dopo un incidente che gli devastò il viso: "il cugino Antonio dopo un brillante esperimento"), che continuò sulle orme del padre con grande passione. La casa ospitò artisti ed intellettuali e  divenne museo delle opere di Mario.

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Franco, stimolato da Roberta e Teresita, oltre che dagli amici che lo hanno affiancato in questa straordinaria esperienza (tra tutti il fido architetto Milko Caprani, ma anche Collina e Longatti), ha forse esagerato nel restauro dell'edificio, andando oltre - immagina - quello che Pupi e Antonio avrebbero fatto (te butet via i daneè..). La casa Brenna-Tosatto diventa sede di manifestazioni culturali, mostre e incontri, ma ospiterà anche - nei quattro deliziosi appartamenti realizzati - artisti e non, amanti del Lago,  che vorranno trascorrervi un periodo di studio, riflessione, lavoro o anche solo dolce riposo.
Dopo il saluto di Franco visita alla casa, attraverso la scala (con balaustra in ferro battuto su cui domina un'inquietante figura zoomorfa) che ne collega i piani ma anche salendo i gradini di nuova realizzazione che raccordano diversi livelli;  gli arredi sono in gran parte quelli originali, affiancati tuttavia da mobili attuali tra i quali spiccano le lampade di Ingo Maurer e il "misultin table" (nell'immagine),

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disegnato da Cristoforo Mantegazza e realizzato da artigiani locali, come peraltro tutto l'intervento di recupero.
Nell'appartamento più grande è stata ricavata una bella cucina "professionale", dove Roberta vorrebbe ospitare una scuola gastronomica ma non solo: la sua idea è quella di coinvolgervi i giovani nell'ambito di un progetto sui disturbi dell'alimentazione, in particolare l'anoressia.
Quindi arte (anche culinaria), cultura, valorizzazione del territorio e uno sguardo "oltre": davvero un progetto fantastico che, non abbiamo dubbi, avrà il successo che merita.
Pochi passi per raggiungere "Il Griso", dove ci si abbuffa con agoni in salsa verde e alborelle fritte seguiti da polenta e stufato e paradell: roba da inaugurare con un pisolino i letti e divani di Casa Brenna-Tosatto!
Grazie a Franco e Roberta e a tutti coloro che li hanno sostenuti (in primis i "Vecchi" che, malgrado i borbottii, ne saranno fieri).

Angela Corengia

 

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