Un Comasco al Viminale
19 Gen 2011
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CONVIVIALE DEL 19 GENNAIO 2011
Il Ministero degli Interni visto da Emilio Bordoli

Nell'immagine: Emilio Bordoli, il Prefetto Dottor Michele Tortora, Roberto Dotti e Giulio Casati


Emilio Bordoli è senza dubbio il nostro Socio più vicino al "Potere centrale",  da quando è stato chiamato al Viminale.
Ci porta l'esperienza di questi ultimi tre anni in cui, periodicamente, svolge la sua attività professionale nell'ambito di un incarico tecnico di controllo degli investimenti pubblici, in particolare dei fondi europei destinati al Ministero degli Interni. Quello che c'è da sapere sulla Commissione in cui opera (il NUVAL ) è descritto nell'opuscoletto che ci distribuisce; non vuole quindi scendere nei dettagli dell'incarico (Ministero degli Interni… Servizi segreti?), ma raccontarci un po' di cronache di Palazzo con gli occhi di chi può viverlo dall'interno.
Parte dall'edificio, appunto il Palazzo del Viminale, unica sede istituzionale concepita allo scopo nel 1911 e voluta da Giolitti per farne il polo governativo. Il progetto è dell'Architetto Manfredo Manfredi (lo stesso della ricostruzione del campanile di San Marco, dell'Altare della Patria, del Pantheon) ed è in  stile neo-cinquecentesco. Il Viminale venne inaugurato il 9 luglio 1925, costò 20 milioni di lire e fu edificato vicino all'istituto di Fisica (tuttora all'interno del compendio del Viminale), dove i Ragazzi di Via Pannisperna  avrebbero collaborato con Enrico Fermi alla scoperta che dette l'avvio alla realizzazione del primo reattore nucleare e della bomba atomica.  Fu sede del Capo di Governo, che era anche Ministro degli Interni,  sino al 1961; con la separazione dei ruoli il Primo Ministro si trasferì  a Palazzo Chigi.
Il Ministero degli Interni è l'ossatura del "sistema Stato", accentrando tutte le funzioni che ne garantiscono il corretto funzionamento e la sicurezza. E' costituito da cinque Dipartimenti:
-    Pubblica sicurezza, con a capo il Prefetto Antonio Manganelli, per l'attuazione delle politiche dell'ordine e della pubblica sicurezza, con funzioni di coordinamento tecnico-operativo delle forze di Polizia e la gestione dei supporti tecnici anche per le esigenze del Ministero;
-    Vigili del Fuoco, soccorso pubblico e difesa civile, con a capo il Prefetto Francesco Paolo Tronca, che si occupa anche delle politiche di protezione civile;
-    Affari interni e territoriali, con a capo il Prefetto Alessandro Pansa, per i rapporti con gli Enti locali e l'amministrazione generale del Ministero, con compiti di rappresentanza di Governo sul Territorio;
-    Libertà civili e immigrazione, con a capo il Prefetto Angela Pria, per immigrazione, asilo politico, cittadinanza e confessioni religiose;
-    Politiche del personale e risorse finanziarie, con a capo il Prefetto Giuseppe Amoroso, che si occupa di tutti i dipendenti del Ministero, di sviluppo di attività formative, di coordinamento dei sistemi automatizzati e di gestione delle risorse finanziarie per le esigenze del Viminale, sia correnti che relativamente agli investimenti.
Emilio ci sciorina tutti i curricula dei capi-dipartimento, una giaculatoria di incarichi ad alti livello e rischi, per sottolineare che il funzionamento dello Stato è in mano non alla politica ma a persone altamente competenti, che vivono in ufficio "con la camicia di ricambio" per essere sempre pronti a qualsiasi incontro, che lavorano senza orari e garantiscono massima disponibilità e reperibilità.
Qualche aneddoto,  come quando si perdeva tra i corridoi senza voler chiedere informazioni per non far la figura del Provinciale, o la visita della sala dell'Unità di crisi, fortunatamente inutilizzata ma sempre pronta ad ospitare riunioni di salvaguardia nazionale: un enorme locale, totalmente isolato e schermato, con i posti assegnati per ciascuna carica dello Stato.
Nei sotterranei, abbandonati dopo la fine della seconda guerra mondiale, uffici con i loro resti di scartoffie ma anche una testa di tre metri di diametro di Benito Mussolini, che non può essere più spostata se non abbattendo i muri, o due cunicoli che portano rispettivamente a Piazza Venezia e alla stazione Termini. E poi la vita "romana", che mischia turismo con quotidianità e attività della macchina statale e che scopriamo essere non così cara, come si può immaginare, per effetto degli sconti garantiti in molti negozi a pubblici dipendenti, collaboratori e rappresentanti istituzionali. Per concludere:  il quadretto di una cena, a Napoli, al termine della quale Ministro Maroni, Cardinale e Capo della Polizia cantano in napoletano a squarciagola con un menestrello caprese.
Prende quindi la parola il nostro Socio onorario, il Prefetto Michele Tortora, che era curioso di capire come un Professionista comasco (forse sottintendendo provinciale ma anche .. del nord) potesse vedere il Ministero degli Interni. Un giudizio "da dentro", di un esterno alla macchina dello Stato, che è risultato essere lusinghiero e corretto, anche se non sono state mostrate disfunzioni e crepe che sicuramente ci sono. Soprattutto è stata evidenziata, dalla relazione di Bordoli, la grande professionalità delle persone che operano con totale disponibilità nell'ombra, senza preoccuparsi dell'impatto mediatico.  Il Dottor Tortora conosce poco il "suo"  Ministero, avendo sempre operato "in periferia", e pensa che lavorare al Viminale possa costituire un valore aggiunto. E' tuttavia certo che anche i "distaccati" siano accomunati ai Colleghi romani dallo stesso spirito di servizio e senso delle Istituzioni: "siamo in buone mani", come ha concluso Bordoli, perché possiamo contare su persone che fanno il loro lavoro con dignità e senso di responsabilità.
Apre gli interventi Bruno Carli Moretti, che vuole notizie sui beni confiscati alla mafia e sui compensi dei funzionari pubblici. Bordoli chiarisce che gli immobili vengono ceduti agli enti locali per servizi di pubblica utilità, mentre il denaro confluisce nelle casse del Ministero del tesoro per poi ritornare, nella misura del 60% e un po' più lentamente, nelle casse degli  Interni. A questo proposito ritiene che i Rotary possano dare la loro disponibilità per collaborare alla gestione dei beni confiscati (ora demandata ad un'Agenzia costituita allo scopo),  che talvolta crea grossi problemi alle Pubbliche amministrazioni. Circa la domanda "birichina", come l'ha definita Bruno, assicura che gli stipendi dei Funzionari citati è persino offensivo (sui 7.000 euro mensili), se si considera l'impegno che viene loro richiesto e che tutti garantiscono. Ritiene che ad assicurare l'alta professionalità sia l'elevato senso dello stato, la molla che rende efficiente ed efficace il loro lavoro.
A Capsoni, che chiede chiarimenti circa la difesa civile, Bordoli risponde che il Viminale ha protocolli operativi sempre attivi ed è in costante contatto con i Prefetti locali. Al Viminale c'è la centrale di coordinamento nazionale dei Vigili del fuoco, collegata in tempo reale con le 100 centrali sparse sul territorio; in fase di Federalismo sarebbe impensabile demandare alle Regioni questo tipo di servizi.
Fulvia Bianchi, ringraziando il Dottor Tortora che ormai da un anno è a Como, si dice felice che il nostro Prefetto operi in periferia ed auspica che resti a lungo qui, avendo dimostrato grande disponibilità e competenza. E' appunto il Dottor Tortora a chiarire a Vittani che l'arma dei Carabinieri, che è un'entità storica italiana costituita per esigenze di presenza capillare sul territorio, fa capo, come gestione,  al Ministero degli Interni. A volte vi sono sovrapposizioni con la Polizia di Stato, anche se quest'ultima ha competenza sulle Città e le Aree urbane.

Angela Corengia

 

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