La Commissione Paesaggio del Comune di Como
23 Mar 2011
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CONVIVIALE DEL 23 MARZO 2011
Fulvio Capsoni illustra l'attività della Commissione

Nell'immagine: gli Architetti Daniela Gerosa e Elisabetta Gandola, l'Ingegner Roberto Laria, Fulvio Capsoni e Roberto Dotti


Si parla ancora della Città con Fulvio Capsoni, Presidente della Commissione paesaggistica del Comune di Como.
Fulvio esordisce con l'articolo 9 della Costituzione italiana: "la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione." Ecco come nascono tutte le norme che si occupano di paesaggio, a partire dalla legge n. 1497 del 1939 definita la "madre" di tutte le leggi di tutela. Il concetto fondamentale è quello che l'interesse pubblico debba prevalere su quello privato in qualunque intervento che riguardi l'utilizzo del suolo e l'impatto con l'ambiente.
La Commissione Paesaggio è quindi stata insediata nello spirito di tali norme e opera in totale autonomia, anche dal Potere politico, dovendo solo ottenere il benestare della Sovrintendenza che è l'ultimo organo a decidere al riguardo. Ha esaminato, in poco più di un anno, circa 900 pratiche nel corso di 60 sedute, per un totale di oltre 450 ore che non vengono retribuite.
Cede la parola all'Architetto Elisabetta Gandola, dell'ufficio Paesaggio del Comune, che illustra i compiti demandati alla Commissione: devono essere esaminate tutte le iniziative che alterano l'aspetto esteriore dei luoghi nelle zone vincolate e tutelate.  L'iter della procedura comporta una tempistica di 150 giorni. Continua poi Capsoni per sottolineare gli ottimi rapporti della Commissione con gli Uffici comunali e la collaborazione in atto sulla stesura del PGT.
E' poi la volta dell'ingegner Roberto Laria, l'attuale Dirigente responsabile del settore edilizio, che ricorda come tutte le vecchie norme in materia di tutela paesaggistica fossero ben fatte; ciò è confermato dallo sviluppo edilizio che sino ad un certo punto ha tenuto conto delle esigenze di carattere estetico. Poi è cambiato il rapporto della gente nei confronti del territorio, motivato in parte dalla necessità di ricostruire dopo la guerra e, più recentemente, da esigenze di carattere finanziario delle Amministrazioni locali.
Oggi si sta cercando, con la stesura del PGT (che definisce una sorta di "cintura di castità"), di porre rimedio allo sfruttamento del territorio almeno per il futuro, introducendo 29 vincoli di tipo diverso.
La parola torna a Capsoni che continua a illustrare le modalità operative della Commissione, che agisce sulla base di linee guida dettate dalla Regione,  affinate per problemi specifici del nostro territorio. Conferma che il potere politico è escluso da qualsiasi decisione presa, anche se vi è la massima disponibilità a collaborare sulle attività di grande profilo che riguardano la Città.
E' Longatti a prendere per primo la parola, ricordando la sua partecipazione alla ormai "defunta"  Commissione edilizia per otto anni durante le Giunte Botta. La sostanziale differenza con la Commissione paesaggio è che la prima aveva carattere consultivo, con un'implicazione politica ben precisa (malgrado non ricordi nessuna ingerenza nel corso delle riunioni) essendo i membri di nomina pubblica. Inoltre la Commissione edilizia non aveva un quadro generale della situazione urbanistica, limitandosi ad esprimere pareri, in genere esclusivamente di ordine estetico, su singole pratiche. Vero è che la Città è un organismo vivo, che deve evolversi con i tempi, ma fino a che punto la Città è "libera" di crescere? Cita le recenti brutture della collina di Garzola o degli edifici ("i fantasmi") in Borgovico, che hanno definitivamente rovinato alcune delle zone più belle della Città.
Corengia fa rilevare come la percezione dell'attività della Commissione paesaggio sia, per il cittadino comune, quella di un organismo che interviene a posteriori, senza invece occuparsi di ciò che accade effettivamente: ne sono la prova il famigerato muro lungo il Lago (non era possibile verificare prima che si accorgesse un pensionato cosa si stava realizzando?) o il rivestimento dell'autosilo di Viale Lecco, fatto sostituire quando i materiali erano già stati ordinati e si stava per metterli in opera. Auspica poi che in futuro l'intervento della Commissione sul PGT sia determinante anche per limitare interventi di cementificazione a tutti i costi, quand'anche consentiti dalle volumetrie realizzabili: la Ticosa potrebbe essere riqualificata anche con molte più aree verdi ed eventualmente destinata, per esempio, a zona "servizi" per tutti gli uffici pubblici della Città. Infine, in forza delle citate norme costituzionali, perché non è possibile far prevalere l'interesse pubblico nel caso di progetti (come quelli citati da Longatti) che - se pur legittimi - violino così violentemente il paesaggio?
Replica Capsoni: le "brutture" cui fa riferimento Longatti sono progetti realizzati in base al piano regolatore adottato prima di Botta: non era quindi possibile non dare le autorizzazioni a costruire. Lo stesso sta accadendo per l'area del Bassone, che rischia di essere definitivamente compromessa in quanto inserita in zona edificabile. Ricorda che la Commissione opera solo dal 1° gennaio 2010 e che sta lavorando, con l'Ingegner Paolillo coordinatore della stesura del PGT, proprio per evitare che in futuro ciò possa ancora accadere, anche se, aggiunge l'Ingegner Laria, non dobbiamo pensare che il PGT possa avere un effetto taumaturgico.
Peverelli fa osservare come la Professione di Paesaggista non sia considerata nella struttura universitaria attuale. Vi sono scarsi riferimenti  istituzionali e chi vuole occuparsene trova solo master in poche Città italiane. Le fa eco l'Architetto Daniela Gerosa, Vice-presidente di Capsoni, facendo rilevare come oggi invece la qualifica di Paesaggista sia essenziale per una visione globale della progettazione.
Alla domanda di Baj, Capsoni chiarisce che tutti i membri della Commissione sono di nomina politica, che li sceglie attraverso un bando; Presidente e Vice-presidente sono indicati dalla Giunta.
A concludere è Roncoroni: dal punto di visto operativo, cosa si deve fare per sensibilizzare la politica? La risposta di Capsoni sembrerebbe escludere qualsiasi coinvolgimento di natura pubblica, in quanto la Commissione ha sì una delega dalla Giunta, ma molto ampia.
Ciò ci conforta: la speranza di tutti è che si continui a vigilare per evitare ulteriori scempi e che si prevenga lo sviluppo sconsiderato della cementificazione. In sostanza non si chiede altro alla Commissione, cui auguriamo buon lavoro, che operi nello spirito  dell'articolo 9 della Costituzione.

Angela Corengia

 

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