I cento anni di Lechler Italia
06 Apr 2011
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CONVIVIALE DEL 6 APRILE 2011
La storia dell'Azienda nei ricordi del Dottor Agop Manoukian

Nell'immagine: Il Dottor Agop e Aram Manoukian con Roberto Dotti


Abbiamo già avuto modo di "festeggiare" un anniversario di Lecler spa in occasione della visita all'Azienda per i 150 anni di fondazione. Oggi si parla invece di un'altra importante tappa: il Dottor Agop Manoukian - Presidente del Consiglio di Amministrazione ed autore del 2° volume della storia della Società - ripercorre la vita interamente italiana di Lechler, che nel 2010 ha "compiuto" 100 anni.
La costituzione della Società, che risale al 1858, avvenne per opera di imprenditori tedeschi, che impiantarono a Como un'Azienda chimica per essere più vicini alle realtà imprenditoriali italiane, grazie anche all'apertura del traforo del San Gottardo che agevolava gli scambi commerciali. Per anni la tecnologia portata dai tecnici d'Oltralpe rimase immutata e nel 1910 furono tre dipendenti italiani, i Signori Brizzolara, La Regina e Rizzi ad elaborare una proposta per poter rilevare le azioni della compagine tedesca che si stava ormai disimpegnando. Questa operazione si potè concretizzare grazie al sistema bancario locale che, attraverso il Banco Edoardo Clerici (la vecchia Banca Amadeo) finanziò una nascente Società a partecipazione mista: da un lato i tre Soci proponenti (cui si aggiunse l'ex Direttore tedesco) impegnati in Azienda con le loro capacità tecniche ed imprenditoriali, dall'altra il Socio finanziatore, che all'inizio prestò il denaro necessario all'acquisizione (poi reso interamente prima degli anni venti) e al quale si chiese anche di poterne utilizzare il prestigio e le competenze finanziarie. Entrambe le anime sono rappresentate negli organi sociali e le assemblee si tengono presso  la Sede della Banca sino al 1970: una sinergia che costituisce un modello economico-sociale allargato anche ai soci della Banca (professionisti, imprenditori, benestanti), che possono apportare significative esperienze. Nel corso degli anni poi si delinea un'ulteriore modalità organizzativa:  ai fondatori subentreranno i loro eredi, figli e poi nipoti, che cresceranno in Azienda prendendone poi le redini e garantendo una continuità successoria che non si interrompe dalla costituzione. La famiglia Manoukian e la famiglia Bruschi acquisiscono la piena proprietà delle azioni sociali dopo una cinquantina d'anni e gradatamente anche quest'ultima cede gradatamente le proprie partecipazioni  ai  Manoukian, da circa 10 anni unici azionisti.
Su domanda di Franco Brenna, che apre gli interventi, il Dottor Agop fa osservare come, nel panorama economico attuale, si senta la mancanza di quell'appoggio socio-economico che il sistema bancario poteva assicurare all'Azienda; soprattutto non c'è più il rapporto diretto che può garantire solo una Banca locale. Oggi la formazione dei Funzionari di Banca è lontana dall'approccio di tipo quasi familiare che i Direttori di una volta avevano con i Clienti; la gestione di un'Azienda viene seguita attraverso indici e parametri codificati, con un azzeramento quasi totale dei rapporti interpersonali. Ma soprattutto manca quella sorta di "vicinanza" che, pur non imponendo  alcun indirizzo imprenditoriale, poteva affiancare le aziende nell'adozione delle proprie scelte.
E' poi la volta di Aram, rappresentante dell'attuale più giovane generazione, che prende la parola a seguito di una richiesta di Gandolfi circa il futuro della Società.  Aram sottolinea come il mercato sia profondamente cambiato e la globalizzazione imponga di avere orizzonti vasti. Bisogna lavorare molto per avere buoni accreditamenti a qualsiasi livello, oltre che nel mondo bancario; l'imperativo è ampliarsi sempre e mantenere alta la qualità dei prodotti. Si devono quindi studiare i possibili effetti di alleanze strategiche, come quelle con i fornitori per migliorare la ricerca o con i distributori/clienti  per uno sviluppo capillare; importanti poi sono le scelte di delegare a terzi talune produzioni, creando sinergie trasversali che possano contribuire alla crescita o migliorare i risultati economici. Aram ha raccolto un'eredità che è già pronto a trasmettere alla generazione subentrante, secondo la tradizione di famiglia. Il Dottor Agop, riallacciandosi a quanto esposto dal nipote, sottolinea poi quanto sia importante "inseguire" le richieste del mercato con un prodotto, come la vernice, che si deve adattare a qualsiasi richiesta proveniente da settori disparati, dall'edilizia all'arredo, dalla meccanica alla cantieristica.
Alberto Longatti commenta l'interessante relazione con tre aspetti della vita dell'Azienda che l'hanno colpito:
"    l'innesto dell'estero sul  locale, con una cultura europea di assoluta avanguardia;
"    la prevalenza dell'aspetto sociale su quello economico (più che di meccanismi industriali si è parlato di "persone");
"    l'evoluzione dell'Azienda che ha coinciso con quella della storia di Como, favorita - sino ad un certo punto, dalla politica -. La classe politica non ha poi tenuto conto dei mutamenti  in campo sociale e si è dimostrata totalmente inadeguata a garantire sviluppo: oggi conta il denaro e non si da valore al capitale umano ed i politici sono il più delle volte solo degli affaristi. Da questo punto di vista Lechler è quindi in controtendenza, dimostrando che la crescita passa anche attraverso la valorizzazione delle risorse umane.
E' poi Dotti a ricordare lo splendido spettacolo offerto dall'Azienda al teatro Sociale per festeggiare i 100 anni di Lechler Italia. La sala era gremita di dipendenti, anche quelli ormai pensionati,  entusiasti e spesso visibilmente emozionati,  chiamati a rivivere la storia passata - attraverso un filmato realizzato da Paolo Lipari - e a testimoniarne il presente.  Aram  sottolinea che allo spettacolo erano presenti anche generazioni di dipendenti, che - come nel caso della propria famiglia - si passano il testimone con orgoglio, consapevoli del ruolo determinante che svolgono nel processo di crescita aziendale. Questa è un po' la sintesi della filosofia d'Impresa dei Manoukian: saper guardare lontano con le radici ben ancorate ai valori dei rapporti umani ed al territorio.

Angela Corengia

 

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